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www.ildialogo.org Una Chiesa rinnovata per salvare l’umanità,di Giuseppe Cavallaro, diacono

Appello contro la pena di morte nel Catechismo della Chiesa Cattolica
Una Chiesa rinnovata per salvare l’umanità

di Giuseppe Cavallaro, diacono

La Chiesa originaria, di tutte le epoche, è quella che ha espresso più fedelmente l’insegnamento della Chiesa Apostolica fondata da Cristo la quale, fino al quarto secolo, ha riconosciuto alla vita umana un valore assoluto e non relativo,infatti, aborriva la pena di morte.
Quindi, solo successivamente, obliando all’esortazione evangelica: “non uniformatevi nel vostro comportamento al mondo presente” (Rm 12,2) essa ha fatto suo il principio di liceità morale della pena di morte (Nuovo Cat. art. 2267) e destituito la vita umana di quel valore assoluto conferitole da Cristo con la sua incarnazione, morte e resurrezione.
Con questa sua conformazione al mondo essa ha, praticamente, riportato il valore della vita umana alla condizione precristiana di valore relativo e, autorizzando e comminando, la pena di morte, ha sporcato le sue mani di sangue umano, soprattutto innocente, inoltre, ha stoppato il processo universale di rinnovamento morale, culturale e sociale, introdotto da Cristo e praticato dalla Chiesa originaria finalizzato ad educare le coscienze umane al riconoscimento, secondo il quale, non la vita della persona umana è subordinata alla legge, alla politica, all’economia e ad ogni altra realtà, ma la legge, la politica, l’economia e ogni altra realtà, sono subordinate alla vita della persona umana (Mc 2,27).
Perciò, la storia ci consegna un quadro dell’umanità ininterrottamente dominata dal male, dall’ingiustizia, dalla sistematica violazione del diritto alla vita e di tutti gli altri diritti umani, proprio perché il mondo, e la Chiesa con esso, ha continuato a riconoscere alla vita umana un valore relativo, ossia, un valore sottoposto a condizioni, limiti, compromessi, un valore considerato diverso a seconda del punto di vista di chi lo considera.
E’ evidente che una tale concezione della vita, favorisce un comportamento arbitrario e ipocrita di quanti non avendo una coscienza retta, si servono, proprio, degli organismi di potere, ossia, della politica, della legge, dell’economia, della religione, della scienza ecc. per realizzare i loro progetti egoistici, invece che quelli finalizzati al bene comune.
Mentre la concezione evangelica riconoscendo valore assoluto alla vita umana, a priori, ne sancisce un rispetto incondizionato e un carattere sacro e inviolabile.
A tutti è dato di constatare come il rispetto sia “necessario” per suscitare attenzione, solidarietà, amore verso la persona umana, infatti, quando cala il rispetto, cala anche l’attenzione, la solidarietà, l’amore. Ora, essendo il rispetto determinato dalla stima ossia dal valore che si attribuisce alla vita, considerare la vita della persona umana di valore relativo, equivale a sottostimarla e screditarla a detrimento di quel rispetto assoluto che Dio stesso le ha conferito ponendola a fondamento di tutta la creazione.
Dunque, se la storia ci consegna un quadro dell’umanità dominata dall’ingiustizia, dalla corruzione e da una violenza tanto inaudita da compiacersi perfino delle sue nefandezze e crudeltà (vedi ISIS), significa che l’umanità è ormai giunta ad un bivio: o iniziare e al più presto, un cammino di rinnovamento morale e, di conseguenza, culturale e sociale delle coscienze dando vita ad un vero umanesimo cristiano, o rischiare una metastasi disumanizzante dalle conseguenze drammatiche e irreversibili.
La Chiesa, come la rivoluzione copernicana, che applicando correttamente le leggi astronomiche comprese che, non il sole gravita intorno alla terra, ma la terra intorno al sole e, pertanto, diede inizio ad un vero rinnovamento e progresso scientifico, così essa, applicando correttamente le leggi evangeliche, dimostrerà all’umanità che, non la persona umana gravita intorno ai pianeti della politica, dell’economia, della legge, delle religioni, della scienza ecc., ma queste realtà gravitano attorno alla persona umana, vero sole dell’umanità istituito da Dio.
E come per la concezione copernicana anch’essa, riconoscendo alla vita umana un valore assoluto e che, non la persona umana è ordinata alle realtà mondane, ma l’esatto contrario, favorirà il rinnovamento e il progresso della giustizia e della pace universale poiché il futuro dell’umanità dipende dal rispetto che le persone sapranno accordarsi.
Quindi, anche se la Chiesa da più di sedici secoli, ha omesso di educare le coscienze alla concezione evangelica, che riconosce alla vita umana valore assoluto, rendendosi così corresponsabile del degrado universale dominato dalla corruzione, dalla violenza e dall’ingiustizia è, e resta, un suo preciso diritto-dovere formare le coscienze all’osservanza del diritto e alla pratica della giustizia (Is 56,1) e di riprendere il cammino di rinnovamento morale dell’umanità, interrotto alla fine del quarto secolo, infatti, “Si tratta di salvare la persona umana, si tratta di salvare l’umana società” (Gaudium et spes, proemio 1,3b).
19 Aprile 2015
diacono Giuseppe Cavallaro

Il mondo cambia se cambia la Chiesa.
 
Solo se noi lo volessimo, questo mondo violento ed egoista, che ogni giorno di più accresce i disagi, i problemi e le sofferenze alla povera gente, potrebbe cambiare e diventare, finalmente, più tollerante, umano e giusto.
Bisogna, però, partire, dal riconoscimento della causa che determina tutti i guasti morali e sociali : la scarsa stima che il mondo nutre per la dignità della persona umana e alla cui vita conferisce un valore relativo e non assoluto.
Ecco la ragione per la quale i diritti umani: il lavoro, la casa, le cure mediche, la sicurezza sociale e tutti gli altri diritti umani, che sono in ordine alla vita, finalizzati al bene della vita, non sono sufficientemente apprezzati e adeguatamente applicati.
Ed è sempre questa la ragione per la quale un popolo per risolvere i contrasti e le divergenze con un altro popolo ricorre facilmente all’uso delle armi, incurante della morte di tante persone innocenti.
E’ necessario, dunque, che il mondo pervenga ad un vero riconoscimento del senso e valore della vita umana: senso che non essendo solo di natura fisica, ma anche morale, cioè illuminato e orientato dalla Parola di Dio, supera i confini della vita terrena e conferisce alla vita umana un valore assoluto.
Ma a chi spetta il compito di educare il mondo, e in particolare coloro che detengono il potere pubblico e privato, al rispetto assoluto della vita e di tutti gli altri diritti umani?
Non c’è alcun dubbio, questo compito spetta alla Chiesa! E’ un suo precipuo diritto-dovere difendere e diffondere i diritti umani (Mt 25,31-46).
La Chiesa è stata Istituita da Cristo, principalmente, per questo fine, non solo per annunciare, ma per realizzare il Regno di Dio, il quale si manifesta, concretamente, per mezzo delle opere di solidarietà, giustizia e pace.
Ma come può la Chiesa svolgere, correttamente, questo suo compito universale: difendere e diffondere i diritti umani nel mondo se, essa per prima, considerando moralmente e socialmente lecita la pena di morte (Nuovo Catechismo art. n° 2267) discredita il diritto alla vita e,di conseguenza, svalorizza tutti gli altri diritti umani che sono ad essa ordinati?
Ecco perché essa, per il bene dell’umanità, deve necessariamente rinnovarsi, ossia, liberarsi da tutti i condizionamenti mondani, soprattutto dalla sua propensione morale e culturale per la pena di morte che, non solo, viola il Comandamento “Non uccidere” e compromette irrimediabilmente il riconoscimento dei diritti umani, ma ne favorisce la mistificazione.
Per rendere il mondo più giusto e umano la Chiesa deve riscoprire il suo ruolo di responsabile universale per la formazione morale e sociale delle coscienze umane.
Essa, infatti, è la sola Istituzione al mondo in grado di eliminare il male alla sua radice, ossia, dal cuore delle persone: tutte le altre Istituzioni, nella migliore delle ipotesi, possono solo contrastarlo, perciò è grande la sua responsabilità nei confronti di coloro a cui vengono negati i diritti umani, soprattutto quello alla vita.
Invogliamola, dunque, a rinnovarsi perché da essa dipende il futuro di tutta l’umanità: mettiamo in campo iniziative appropriate come, ad esempio, andare a Roma, a San Pietro, con volantini e striscioni da esibire durante l’Angelus della prima domenica di febbraio : “Giornata Nazionale della Vita”, con la speranza che il papa possa notarli e prendere in esame il problema.
30 luglio 2014 diacono Giuseppe Cavallaro
www.associazionelavita.it gius-cavallaro@libero.it
 
 


Lunedì 27 Aprile,2015 Ore: 16:27
 
 
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