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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org UNA LETTERA ALL'AMBASCIATA DELLA COREA DEL SUD IN ITALIA,di MARIA G. DI RIENZO, STEFANO DALL'AGATA

APPELLI.
UNA LETTERA ALL'AMBASCIATA DELLA COREA DEL SUD IN ITALIA

di MARIA G. DI RIENZO, STEFANO DALL'AGATA

[Da Maria G. Di Rienzo (per contatti: e-mail: sheela59@libero.it, blog: lunanuvola.wordpress.com) e da Stefano Dall'Agata (per contatti: e-mail: agaste@yahoo.it, blog: http://sdallagata.wordpress.com/) riceviamo e diffondiamo.
Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005; (a cura di), Voci dalla rete. Come le donne stanno cambiando il mondo, Forum, Udine 2011. Cfr. il suo blog lunanuvola.wordpress.com Un piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in "Notizie minime della nonviolenza" n. 81; si veda anche l'intervista in "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 250, e quella nei "Telegrammi" n. 425.
Su Stefano Dall'Agata riportiamo la seguente breve scheda: "Sono nato a Treviso il 6 dicembre 1960, ho conseguito il diploma di Perito chimico industriale presso l'Itis "Enrico Fermi" di Treviso. Sin dalla gioventu' la mia grande passione e' la musica, ho anche collaborato come Dj a varie radio locali. Lavoro come carrellista e sono iscritto al sindacato Filt Cgil di Treviso. Ho iniziato a partecipare alla politica attiva nel 1994 prima con il Pds, poi con i Ds. Al loro scioglimento ho deciso di non aderire al Pd e ho proseguito il mio percorso prima con Sinistra Democratica e ora con Sinistra Ecologia e Liberta'. Alle elezioni amministrative del 2006 sono stato eletto al Consiglio Provinciale di Treviso per il mandato 2006/2011. Parallelamente si e' svolto anche il mio impegno nell'associazionismo, nel volontariato e nella cooperazione con Banca Etica, la Rete Lilliput, Coop Adriatica e con Legambiente"]

All'Ambasciata della Repubblica di Corea, via Barnaba Oriani 30, 00197 Roma
e per conoscenza ai Consolati della Repubblica di Corea presenti in Italia
Treviso, 28 agosto 2011
Egregio ambasciatore Kim Young-seok,
quali membri consapevoli della comunita' internazionale, le chiediamo con urgenza di adoperarsi per fermare la costruzione della base navale sull'isola di Jeju. Quando i piani per la base navale sono stati annunciati cinque anni orsono, il 95% dei residenti dell'isola hanno votato contro la sua costruzione ed hanno usato ogni mezzo democratico a loro disposizione per bloccarla. Pure, le loro proteste non sono state udite dal suo governo.
Condividiamo con i residenti di Jeju lo sdegno per il fatto che il governo sudcoreano sia disponibile a sacrificare la loro sicurezza pur di costruire una base missilistica statunitense che e' parte di una strategia di provocazioni verso la Cina. Gli abitanti di Jeju non credono affatto che la base navale migliorera' la sicurezza del popolo coreano: sanno benissimo che essa destabilizzera' ulteriormente la regione dell'Asia del Pacifico e rendera' l'isola di Jeju un bersaglio sicuro per le risposte militari.
La resistenza della gente di Jeju alla militarizzazione dell'isola nasce dal massacro del 3 aprile 1948, quando circa 80.000 civili furono uccisi dall'esercito sudcoreano durante manifestazioni pacifiche che si opponevano alla divisione dell'isola fra nord e sud. Nel 2006, l'ex Presidente Roh Moo Hyun si e' scusato ufficialmente per l'episodio, designando Jeju quale "Isola della Pace". La base navale viola gli impegni presi dal governo con i residenti di Jeju ed ignora il loro desiderio di pace.
Il 24 agosto scorso, il sindaco del villaggio di Gangjeong, Kang Dong-kyun, si e' avvicinato ai contractors militari che hanno iniziato ad usare una gru da 250 tonnellate portata di contrabbando nel villaggio, di notte. Mentre chiedeva che la gru illegale fosse smantellata e rimossa, il sindaco e' stato caricato su un veicolo della polizia assieme al suo concittadino Kim Jong-Hwan ed altri attivisti della societa' civile. Per dieci dure e lunghe ore cento fra abitanti di Jeju ed attivisti pacifisti hanno usato i loro corpi per impedire che la polizia trasferisse altrove il sindaco e gli altri. Due attivisti sono stati rilasciati, ma il sindaco, il signor Kim e fratello Moon sono ancora in stato di arresto.
Siamo profondamente preoccupati per la salute e la sicurezza degli attivisti pacifisti: permettendo l'uso della violenza contro attivisti nonviolenti si mina la reputazione del governo sudcoreano e si fornisce al mondo intero l'opportunita' di dubitare della sua democrazia.
Famosa per la sua straordinaria bellezza ed il suo ambiente incontaminato, Jeju e' stata indicata dall'Unesco come patrimonio dell'umanita' ed e' una dei 28 finalisti per le Nuove Sette Meraviglie della natura. Ci rende perplessi il fatto che nonostante la first lady si stia impegnando molto per quest'ultima causa il suo governo distrugga le possibilita' di Jeju permettendo la costruzione della base. Per alloggiare le navi da guerra statunitensi, la marina coreana e la Samsung Corporation stanno gia' minacciando l'habitat del corallo e la ricca vita marina.
La costa di cui si tratta, Joongduk, e' famosa non solo per essere il luogo in cui i delfini migrano dall'Alaska in estate, ma le sue acque sono anche quelle in cui centinaia di donne coreane, le "haenyo", fanno pesca subacquea per raccogliere i molluschi che sono un pilastro dell'alimentazione del paese. La base navale distruggera' cio' su cui le haenyo e i pescatori si basano per vivere ed ha gia' reso profughi i coltivatori di agrumi di Gangjeong le cui terre sono state confiscate, le cui serre sono state demolite e i cui alberi da frutto sono stati sradicati.
La marina coreana aveva assicurato agli abitanti di Gangjeong che la base navale avrebbe avuto un impatto minimo sull'ambiente, ma loro non possono credere a questa menzogna, e neppure noi. I residenti sanno di prima mano come la base mette in pericolo le loro comunita', le loro esistenze e l'equilibrio naturale di Jeju.
Siamo dunque al fianco dei residenti di Jeju nella loro lotta nonviolenta per proteggere non solo i ricchi ecosistemi marini dell'isola, ma per proteggere la pace in una regione del mondo sempre piu' fragile e sempre piu' militarizzata. Chiediamo si fermino immediatamente i lavori per la costruzione della base navale su Jeju.
Distinti saluti,
Maria G. Di Rienzo, Stefano Dall'Agata

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 664 del 31 agosto 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/



Mercoledì 31 Agosto,2011 Ore: 16:01
 
 
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