- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (232) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org APPELLO LIBIA,di Alex Zanotelli

APPELLO LIBIA

di Alex Zanotelli

La Libia sta sprofondando in una paurosa guerra civile. La dittatura di Gheddafi, che dura da 41 anni, sta mostrando il suo vero volto, disumano e feroce. “I manifestanti sono ratti,-ha detto il rais, nel suo discorso televisivo del 21 febbraio-pagati dai servizi stranieri. Una vergogna per le loro famiglie e le loro tribù. Andate a sterminarli!” Invitava così i suoi soldati , i suoi fedeli e le migliaia di mercenari africani a sterminare i ‘rivoltosi’. Si parla ormai di oltre diecimila persone massacrate in questa tragica repressione ordinata da uno dei più spietati dittatori d’ Africa. Eppure i manifestanti libici chiedono solo pane, dignità e democrazia(seguendo l’esempio dei tunisini e poi degli egiziani).

Infatti, nonostante le immense ricchezze finanziarie derivanti dal petrolio ,la disoccupazione giovanile è arrivata al 30%.Si stima che 70 miliardi di dollari siano finiti nelle tasche del dittatore ,di cui 1,1 miliardo sono investiti nella nostra banca Unicredit.Un abisso tra pochi ricchissimi e moti poveri.Per di più, il popolo libico non ha mai sperimentato la democrazia, nonostante il linguaggio rivoluzionario e populista di Gheddafi e del suo “Libro Verde”.

La conseguenza è tragica: la Libia ,oggi, invece che ‘verde’ è diventata ‘rossa’ con il sangue dei suoi figli massacrati.

Davanti a questa tragedia noi italiani dobbiamo chiederci quali siano le nostre responsabilità.Noi siamo profondamente legati alla Libia sia perché siamo quasi vicini di casa, sia perché abbiamo colonizzato quel paese. Un colonialismo brutale il nostro, soprattutto in Cirenaica dove Omar-el-Mukhtar(“il leone del deserto”), ha guidato la resistenza contro il nostro esercito. Non possiamo dimenticare che noi italiani abbiamo impiccato o fucilato , in quel periodo, almeno 100.000 libici su una popolazione di 900.000 abitanti: un vero e proprio genocido!Quando Gheddafi salì al potere, pretese che l’Italia pagasse quel debito coloniale. Fu il governo Berlusconi a pagarlo: 5miliardi di euro con la condizione che la Libia bloccasse l’immigrazione africana. Il 5 gennaio 2009 il Senato italiano ha approvato il trattato di amicizia italo-libico. Come ha potuto l’Italia firmare un trattato con un dittatore come Gheddafi che non rispetta i diritti umani?Basterebbe vedere quello che Gheddafi ha fatto agli immigrati respinti dall’Italia e da lui rimandati poi a morire o nel deserto o nei loro paesi.

Adesso il nostro paese si trova a fronteggiare una duplice invasione sia degli immigrati africani intrappolati in Libia che tentano di nuovo la traversata sia dei profughi libici che scappano dalla loro patria in fiamme. E del loro inferno siamo in parte responsabili perché abbiamo armato fino ai denti il rais libico.Difatti, molti degli elicotteri che sono stati usati per uccidere i manifestanti sono stati importati dall’Italia. Nel 2009 le esportazioni belliche italiane in Libia hanno raggiunto una cifra incredibile:112 milioni di euro. Nei due anni 2008-2009, abbiamo esportato in Libia armi per oltre 205 milioni di euro, con la Finmeccanica che ha fatto la parte del leone(ricordiamoci che la Libia è diventata la seconda azionista della Finmeccanica).

Per questo chiediamo:

  • accoglienza per tutti quelli che fuggono da questa guerra;

  • di fare pressione sul nostro governo affinché sospenda il trattato di amicizia italo-libica ;

  • di sospendere la vendita di armi alla Libia e a tutti i paesi del Nord-Africa(come già proposto dai governi inglese, francese e tedesco);

  • che la UE non eriga un muro di navi militari in mezzo al mare per bloccare gli immigrati in arrivo;

  • che il nostro governo e la Ue si prodighino a far sì che in Libia possa finalmente trionfare la democrazia, il rispetto dei diritti umani e la pace.

Napoli,24/02/2011

Alex Zanotelli



Sabato 26 Febbraio,2011 Ore: 19:23
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Appelli

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info