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www.ildialogo.org APPELLO CONTRO L’EMBARGO ALL’IRAN PER LA SICUREZZA INTERNAZIONALE, IL DISARMO NUCLEARE GLOBALE E LA PACE IN MEDIORIENTE,

APPELLO CONTRO L’EMBARGO ALL’IRAN PER LA SICUREZZA INTERNAZIONALE, IL DISARMO NUCLEARE GLOBALE E LA PACE IN MEDIORIENTE

CIEP- Comitato Internazionale di Educazione per la Pace
Italia - Dicembre 2010


La fine della “guerra fredda” e la caduta del muro di Berlino nel 1989, anziché portare pace e sicurezza per tutti gli Stati e i popoli, ha coinciso a livello mondiale con la rottura del bipolarismo e l’instaurarsi di una dinamica unipolare a guida USA che ha avuto effetti negativi anche sul piano del Diritto Internazionale.
Dal 1990, infatti, inizia a manifestarsi la logica degli embarghi su vasta scala come dottrina e strumento di preparazione all'aggressione militare, inaugurata con la guerra del Golfo del 1991.
Si verifica così un punto di svolta: la logica del Diritto Internazionale viene sostituita con quella della forza delle armi, di cui l’embargo è parte integrante, perché usato non tanto come elemento di dissuasione per ottenere il dialogo, quanto invece come strumento di offesa per indebolire il popolo a cui è rivolto e preparare così la già preventivata aggressione militare. In questo modo l'embargo, discriminatorio e selettivo in base alla “logica dei due pesi e delle due misure”, si configura progressivamente come un crimine contro le popolazioni civili, di fatto un crimine contro l’umanità di cui la stessa ONU si macchierà indelebilmente.
Il tragico esordio di tale strategia è rappresentato dal terribile embargo totale all’Irak del 1990, col quale venivano addirittura proibite medicine e generi alimentari di prima necessità a un popolo intero, condannando a morte anche migliaia e migliaia di bambini e bambine innocenti. E questo avveniva nel totale disprezzo della Carta dell’ONU, arbitrariamente disattesa e negata in vari capitoli, perché si impediva persino alle stesse organizzazioni umanitarie di portare assistenza a un popolo discriminato e violato ai sensi della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, delle Convenzione dei Diritti dell’Infanzia, del Diritto Umanitario e dei Diritti dei Popoli.
Da quel momento inizia così l’era degli embarghi parziali o totali su vasta scala decretati dall'Onu o imposti da organizzazioni regionali come l'Unione Europea, l'OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) o unilaterali sull'esempio di quello storico degli USA contro Cuba il cui blocco economico, commerciale e finanziario dura da più di 50 anni, nonostante le ripetute condanne da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Si assiste così all'embargo contro la ex-Jugoslavia del 1991, seguito da quello alla Libia del 1992, e poi da quello unilaterale degli USA all’Afganistan del 2001 dopo l'11settembre, in preparazione dell'intervento militare della coalizione internazionale a guida Usa-Nato. Gli Stati presi di mira sono quelli unilateralmente inseriti nella lista dei paesi individuati come “asse del male”, perché sgraditi agli USA-NATO con la scusa della mancanza di democrazia e quindi obbligati a piegarsi al “superiore” modello democratico delle superpotenze occidentali.
In questo modo si è andata affermando la “legge del più potente” con la conseguente perdita per gli Stati e i popoli di ogni legittimo riferimento internazionale nel campo del Diritto. Al dialogo, al diritto, alla ricerca della pace e della sicurezza tra i popoli si sostituisce la forza delle armi, come metodo sovrano per la soluzione dei conflitti tra gli Stati.
Oggi, paradossalmente, siamo arrivati con la Risoluzione n. 1929 del 9 giugno 2010 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ottenuta con le forti pressioni di Usa e Inghilterra sugli altri membri, a imporre all'Iran un embargo economico preventivo, con annessa una lista di scienziati ritenuti pericolosi, in quanto si suppone che questo paese potrebbe sviluppare la bomba nucleare. Eppure tutti i controlli svolti dall’AIEA (Agenzia Internazionale dell'Energia Atomica) sono stati finora negativi, e l'Iran che ha firmato il Trattato Internazionale di non Proliferazione Nucleare - TNP continua a dichiarare che sta solamente esercitando il suo legittimo diritto all’utilizzo pacifico dell’energia nucleare.
Il sospetto che l’Iran voglia essere fatto passare come stato canaglia è ormai una certezza. Evidente, infatti, il ripetersi della stessa strategia mediatica funzionale a costruire l'alibi per un attacco militare, a suo tempo usata dagli USA per l’Irak, attraverso la scusa delle presenza di armi chimico-batteriologiche di distruzione di massa.
Tra l’altro l’Iran come l’Irak è un paese ricco di riserve di petrolio, ma anche di gas e questo scatena ovviamente gli appetiti imperialistici delle potenze occidentali che vogliono accaparrarsi le ultime riserve energetiche del pianeta.
Ma da che pulpito viene la predica circa il sospetto che l’Iran vuole sviluppare l’arma nucleare? E' doveroso rispondere all'interrogativo, trattandosi proprio degli Stati Uniti d’America che per primi al mondo hanno costruito la bomba atomica e anzi l’hanno cinicamente usata in modo criminale nel 1945 a Hiroshima e Nagasaki in Giappone, aprendo così la strada alla corsa alle armi nucleari e di sterminio di massa, in base alla logica della deterrenza. Nel possesso delle bomba nucleare seguirono così l'Unione Sovietica e poi i paesi Europei come Inghilterra e Francia e successivamente paesi asiatici come Cina, India e Pakistan e ora anche la Corea del Nord.
In seguito, anche Israele si doterà della bomba atomica, senza peraltro voler mai aderire al TNP- Trattato Internazionale di Non Proliferazione Nucleare.
E’ evidente che in questo contesto sono aumentati esponenzialmente i pericoli di una guerra nucleare e nonostante il TNP, l’AIEA ha grande difficoltà a mantenere la situazione sotto controllo.
Dobbiamo tutti convenire che la responsabilità principale di tutto ciò è dovuta agli USA e alle altre grandi potenze, membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che dovrebbero operare celermente per un disarmo globale e totale, ma al contrario lo continuano a dilazionare nel tempo. Addirittura nell’ultimo Summit della Nato si è detto che l’arma nucleare è ancora necessaria quale deterrente per mantenere la pace e si è confermato il mantenimento delle bombe nucleari dislocate nelle basi USA e Nato d'Europa, e soprattutto in Italia dove già sono stoccate 90 testate nucleari che rischiano di passare a 200.
Il grande fisico Albert Einstein con la sua lungimiranza, negli ultimi anni della sua vita, ammonì l'umanità ricordando che, qualora non si fosse riusciti a eliminare le armi nucleari, queste avrebbero finito per distruggerci. Purtroppo, quella strada non è mai stata intrapresa con la determinazione necessaria e oggi, invece di eliminare quelle terribili armi, si minaccia l’Iran con l'accusa che forse vuole costruire la bomba nucleare.
Stiamo davvero giocando con il fuoco nucleare. Ancora una volta, come già fu per l’Irak, quando Colin Powell alle Nazioni Unite disse che in una provetta, che mai fece analizzare, aveva la prova che Saddam Hussein possedeva le armi chimico-batteriologiche, così oggi si dice, senza prove, che l’Iran vuole costruire la bomba atomica. Il duro embargo economico all’Iran sicuramente non risolverà alcun problema, ma anzi irrigidirà le posizioni senza ottenere nulla nella direzione del dialogo, aumentando i rischi di altre guerre nell’area mediorientale, già densa degli storici conflitti tra Israele, Palestina, Libano e Siria, a cui si aggiungono quelli in Irak e in Afganistan.
Tutto ciò premesso, i sottoscrittori del presente Appello dichiarano di essere contro l’embargo all’Iran, così come contro la politica ONU degli embarghi, incluso quelli messi in atto unilateralmente da Usa o altre entità regionali (Unione Europea, Osce ecc.) e si proclamano favorevoli al disarmo nucleare globale e totale, con specifico riferimento all’area Mediorientale a partire da Israele.
Convinti che questa sia l’unica via da percorrere, se si vogliono creare le premesse per la stabilità e la sicurezza internazionale e dunque per una vera, giusta e duratura pace globale, come previsto dalla Carta delle Nazioni Unite, i sottoscrittori del presente appello si impegnano inoltre a sostenere:
· l’eliminazione dell'embargo all'Iran e ad ogni altro paese;
· la realizzazione di una Conferenza Internazionale per la denuclearizzazione,
la stabilità, la pace e la sicurezza dell’area Mediorientale e del Mediterraneo;
· il riconoscimento di uno Stato Palestinese libero e indipendente;
· una Conferenza mondiale dell’Onu perché si realizzi il disarmo nucleare
 globale e totale entro il 2020.
 
 
Primi firmatari
 
- Massimo De Santi, fisico nucleare, Pres.CIEP- Comitato Internazionale Educazione per la Pace
- Padre Alex Zanotelli, Missionario Comboniano
- Manlio Dinucci, giornalista e geopolitico
- Angelo Baracca, prof. di fisica, Univ. di Firenze
- Giorgio Parisi, prof. Di fisica, univ. di Roma
- Haidi Gaggio Giuliani
- Antonio Mazzeo, giornalista
- Jacopo Venier, direttore LiberaTV
- Aldo Bernardini, prof. Diritto Internazionale, Univ.di Teramo
- Leonardo Masella, Direzione Nazionale PRC
- Domenico Losurdo, prof. Storia della filosofia, Univ. Di urbino
- Luciano Vasapollo, prof. Economia, Univ.Roma
- Sergio Cararo, Contropiano
- Flavio Pettinari, Associazione Italia-Corea
- Ada Donno, Awmr Italia, Associazione Donne della Regione Mediteranea
- Bianca Bracci Torsi
- Antonia Sani, Presidente Wilpf-Italia, Lega Internazionale delle Donne per la Pace e la Libertà


Lunedì 10 Gennaio,2011 Ore: 15:09
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
mariafranca maiore la maddalena 15/1/2011 18.04
Titolo:embargo
ritengo che oltre a indebolire il popolo gli embarghi contribuiscano a rafforzare pl capo di stato,come è successo in Iraq per tanti anni .
L'embargo non risolve affatto.grazie

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