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www.ildialogo.org I cambiamenti climatici nell’Artico,di Michele Zarrella

Otto domande, otto risposte l'otto ogni mese
I cambiamenti climatici nell’Artico

Sono già realtà


di Michele Zarrella

La calotte polari sono le prime a risentire del riscaldamento globale?

È proprio così. Con la differenza che l’Artide è un oceano circondato da continenti popolati, al contrario dell’Antartide che è un continente circondato dall’oceano e non è popolato.

E quali sono le popolazioni artiche a maggior rischio?

Il popolo dei Sami di circa 75.000 persone che vive sparso su una vasta area della calotta polare fra l’alta Finlandia, l’alta Scandinavia e la Bielorussia. Da quando è stato riconosciuto il loro status di custodi di questi ambienti artici si sono dotati di un loro parlamento e vivono una riscossa culturale e sociale.

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/1b/Sami_flag.svg/220px-Sami_flag.svg.png Bandiera Sami

Perché sono a rischio?

Il popolo Sami principalmente pascola mandrie di renne sulla costa e le spostano sulle immense distese ghiacciate. L’oceano Artico mediamente è profondo tremila metri ed è coperto da uno strato di ghiaccio. Questa enorme massa bianca costituisce le immense distese dove spostare le mandrie. Ma a causa delle aumentate temperature si sta sciogliendo e si riduce in superficie e in spessore. Nei punti in cui diventa sottile, a volte non è più di pochi centimetri, traballa e scricchiola sotto i piedi.

Sono cambiate di molto le temperature?

La signora Birt Oskal Eira, intervistata da Maurizio Minicucci (vedi  http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-a55abd67-2d08-435c-bbb7-8b3fa6f6e00e.html), ci spiega che oggi le temperature sono di -25 gradi Celsius; esse sono uno scherzo rispetto ai -40 di quando era bambina, per non dire dei + 30 ormai frequenti d’estate.

Ci sono altri rischi?

Le espansioni delle infrastrutture industriali che non tengono conto delle esigenze dei Sami. Le strade e le ferrovie taglierebbero il territorio riducendo gli ampi spazi liberi per spostare le mandrie.

Ma nell’Artico vogliono anche estrarre il petrolio!

Le estrazioni delle fonti fossili accelererebbero il riscaldamento globale e sarebbe la fine del modo di vivere dei Sami. Dice Birt: “Se parliamo di valori ambientali, beh, la nostra cultura è un ambiente da proteggere. Quindi è meglio lasciare tutto com’è”.

“Il cambiamento climatico vi sta creando dei problemi?”, chiede Minicucci.

La signora Birt risponde: “Sì. Da una ventina d’anni. Altera le stagioni e i ritmi delle transumanze. E abbrevia il congelamento dei fiumi e dei laghi che diventano, così, pericolosi per il passaggio delle mandrie”.

“Voi considerate questa la vostra terra e quindi chiedete di avere l’ultima parola sul suo futuro?”, domanda Minicucci.

E la signora Birt risponde: “Sì. Sarebbe bello avere finalmente il destino nelle nostre mani. E oggi abbiamo le competenze per decidere quale sarà”.

Auguri, signora Birt, per la festa della donna e per le vostre aspirazioni di poter decidere del proprio futuro. Speriamo che esse si avverino per il popolo Sami e per tutti i popoli della Terra che vogliono vivere in simbiosi col proprio ambiente.

Gesualdo, 8 marzo 2018

*Ingegnere e astrofilo

Per contatti

zarmic@gmail.com

sito web: digilander.libero.it

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Giovedì 08 Marzo,2018 Ore: 08:05
 
 
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