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www.ildialogo.org I nostri comportamenti di fronte ai rischi,di Michele Zarrella *

Otto domande, otto risposte l’otto ogni mese
I nostri comportamenti di fronte ai rischi

di Michele Zarrella *

Di fronte ai rischi della salute come ci comportiamo?

Il modo in cui gli esseri umani interagiscono con le situazioni di rischio è un’area di ricerca emergente e importante. Sono diversi i modi di reagire. Ognuno ha il suo. Prendiamo ad esempio due casi. Il medico di Mario, un mio amico, dopo aver sentito la tosse, analizzato le analisi e le radiografie, gli disse perentoriamente: “Mario se continui a fumare 20 sigarette al giorno, fra 10 anni è estremamente probabile (95-100%) che tu possa prendere un tumore ai polmoni!”.  Mario dopo poche settimane smise di fumare. Nonostante la tosse che lo affligge, ho detto a Gerardo, un altro amico: “La senti questa tosse che ti assilla. Devi smettere di fumare!”  Mi ha risposto: “Lo farò quando il fumo avrà sistemato me”. La sua risposta mi ha lasciato basito e mi è mancata la forza di replicare di fronte a tanta inazione. C’è chi prende consapevolezza e usa la sapienza e chi, imperterrito, si adagia e si rassegna all’inevitabile; addirittura contribuendo alla accelerazione della sua realizzazione. E i più, si comportano come Gerardo: non smettono.

E i rischi globali come guerra nucleare, cambiamento climatico, crisi economica, come sono vissuti dai cittadini?

In modo caotico e strano e merita riflessione il nostro modo di relazionarci con i rischi planetari. La confusione che si fa in politica, nelle scuole, nei condomini, nelle famiglie, nelle chiese, nelle comunità, nei bar se si discute del quando e del come prevenirli è enorme. Come è varia ed enorme la modalità di reazione.

Parliamo specificatamente del cambiamento climatico.

Il discorso può essere tranquillamente traslato nel campo finanziario, nucleare o altro. Intanto non lo chiamerei più cambiamento climatico, ormai è diventato caos climatico. Alluvioni, siccità, stagioni stravolte, tempeste e cicloni anche dove non erano stati mai registrati. Da oltre mezzo secolo gli scienziati ci avvertono sui gravi rischi che la nostra specie corre col riscaldamento globale e da oltre un trentennio non c’è mezzo di comunicazione che non dia conto dei pressanti rapporti degli scienziati, delle violenti mutazioni del clima e delle sempre più frequenti calamità naturali – che tanto “naturali” non sono –. Anzi, in molti casi, è errato e deviante l’uso di tale aggettivo: non mette in conto dell’influenza delle azioni dell’uomo sul clima (vedi: http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/ambiente/riflessioni_1465367370.htm).

Come possiamo reagire?

Ognuno reagirà in base alla propria saggezza, cultura, disposizione, propensione al rischio, senso della comunità, preoccupazione del futuro ecc. Ma dobbiamo distinguere le diverse scale. Prendiamo due esempi. Il mancato rispetto dell’accordo di Parigi da parte del presidente degli Stati Uniti d’America è sicuramente una reazione su grande scala, mentre la causa legale promossa da Saul Luciano Lluiya, contadino delle Ande, nei confronti della società elettrica tedesca imputandola di stravolgere il suo micromondo e la sua vita è una reazione su piccola scala. Possono sembrare opposti ed estremi, ma indicano i diversi modi di comportarsi dell’Homo sapiens di fronte allo stesso problema: il riscaldamento globale. I due comportamenti somigliano, anche se su scale diverse, a quelli dei due fumatori: Gerardo e Mario.

Può esser questione di informazione?

È strano, molto strano, che nel passaggio dai Rapporti degli scienziati alla comunicazione ai cittadini si crei una confusione tale che relega l’informazione in una nebbia evanescente; addirittura sembra che l’informazione stessa svanisca. Così ognuno è libero di continuare, imperterrito, per la sua strada. Anzi, peggiorando sempre più le cose. Ragionare sul riscaldamento globale facendo distinzione fra le scale di coinvolgimento può servire a fare un po’ di chiarezza su un argomento così complesso. I comportamenti di Trump e di Lluyia siano di monito. Poi ognuno faccia la sua parte, perché ognuno di noi quotidianamente contribuisce al riscaldamento globale.

Insomma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

Siamo attaccati ai nostri privilegi, alle nostre abitudini e al nostro modo di fare che non siamo disposti a cedere un centimetro se non veniamo “costretti”. Dimenticando come più e più volte le forze della Natura hanno distrutto i più grandi eserciti (Napoleone in Russia, la disfatta dei Romani nella foresta di Teotoburgo contro le tribù germaniche ecc.), ma anche i sogni e le ambizioni degli uomini. Non aspettiamo che la Natura ci "costringa" a modificare il nostro stile di vita, come successe – drammaticamente – alla società che viveva sull’isola di Pasqua [vedi: http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/ambiente/riflessioni_1354921438.htm]. Una storia da tener ben presente per la similitudine: isoletta nell'oceano, pianeta nell'universo. Ascoltiamo gli scienziati, ma anche la nostra sapienza: stiamo correndo velocemente incontro a dei rischi che non ha alcun senso correre.

Fare previsioni di rischio nell’ambito del riscaldamento globale non è la stessa cosa che valutare il rischio di un fumatore.

Siamo su scale molto diverse. Le azioni del battagliero contadino del Perù e di Trump possono aiutare a identificare alcuni argomenti di una certa importanza, purché teniamo ben presenti i criteri di valutazione del rischio e il modo di tenerne conto. Sebbene il micromondo del contadino delle Ande potrebbe sembrare lontano e non costituire una minaccia per l’intera umanità mentre i comportamenti di Trump sì, dobbiamo stare attenti che le applicazioni inesperte, o in alcuni casi direttamente interessate e fuorvianti, del concetto di previsione di rischio possono invece diventare rovinose per tutta l’umanità. Nei loro Rapporti gli scienziati dicono: “Se continuiamo a immettere CO2 nell’atmosfera con i ritmi attuali è estremamente probabile che fra trent’anni il clima diventi insopportabile per la nostra specie”. Molto simile a quello che ha detto il medico al mio amico Mario. E papa Francesco aggiunge nella LAUDATO SI’, del 2015, al paragrafo 55: “Se qualcuno osservasse dall’esterno la società planetaria, si stupirebbe di fronte a un simile comportamento che a volte sembra suicida.” Vogliamo comportarci come Gerardo o come Mario?

Però non è semplice tracciare una linea di confine tra ciò che si può fare e ciò che non si può fare.

Ma ciò non significa che non possiamo capire ciò che non si deve fare. Lo sappiamo benissimo: non si devono più estrarre fonti fossili, non si deve più immettere CO2 nell’atmosfera, non si deve più sprecare. I benefici che se ne traggono sono provvisori e riguardano poche persone. E comunque nessuno trae benefici da risultati che non superino la prova del tempo. Inoltre gli errori nostri molto probabilmente non li pagheremo noi, ma è estremamente probabile che li pagheranno i nostri nipoti. Certamente li pagheranno le future generazioni ed è scientificamente dimostrato che nei casi in cui a pagare le spese è qualcun altro diveniamo più superficiali e siamo disposti ad accollarci più rischi. Ma nel caso del caos climatico i rischi sono troppo grandi e non possiamo permetterceli. Ne va della sicurezza delle future generazioni. Il successo contro il riscaldamento climatico si può avere già con le tecnologie attuali, ma si avrà soltanto se capiamo i rischi, se lo fondiamo sulla necessità di mettere in discussione le premesse dei nostri comportamenti, modificando prima di tutto i nostri quotidiani modi di usare e sprecare l’energia, e sulla condivisione del medesimo obiettivo. Non siamo nemici del progresso se aborriamo lo spreco riscoprendo la sobrietà. Tutti insieme ci dobbiamo impegnare a ridurre il riscaldamento globale e, come abbiamo vinto la battaglia planetaria contro il buco dell’ozono, così potremo vincere questa contro il riscaldamento globale.

Gesualdo, 8 febbraio 2018

*Ingegnere e astrofilo

Per contatti

zarmic@gmail.com

sito web: digilander.libero.it

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Giovedì 08 Febbraio,2018 Ore: 08:12
 
 
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