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www.ildialogo.org Chernobyl: 30 anni dopo,di Michele Zarrella

Chernobyl: 30 anni dopo

PERICOLO PERENNE


di Michele Zarrella

Il disastro di Chernobyl avvenne il 26 aprile 1986. Un disastro nucleare di livello 7 (il massimo) della scala INES che per alcuni giorni il governo russo cercò di tenere nascosto provocando danni ancora maggiori alla popolazione.

Il giorno dopo l’incidente la nube radioattiva raggiunse la Svezia e la Finlandia che analizzando l’aria, e trovando delle radiazioni eccessive, chiesero spiegazioni alla Russia. Il 28 aprile il telegiornale russo rese pubblica la notizia. Il governo russo fu “costretto” ad ammettere il disastro. E comunque lo fece gradualmente e in maniera generica del tipo: il livello di radioattività non è preoccupante, stiamo facendo di tutto, ecc. In questi casi la repentina diffusione della notizia e lo scambio di informazioni precise e rilevanti sono determinanti per ridurre i danni e per la costruzione della fiducia. La gente, di fronte a informazioni generiche e poco chiare è perplessa e impaurita, ma ognuno associa a quegli avverbi la propria esperienza e la propria speranza dando a quelle frasi il significato più comodo: che non ha nulla da temere, che il governo li protegge. Solo il 14 maggio il presidente Gorbaciov apparve direttamente in televisione ed ammise la completa verità: era scoppiato il reattore n. 4 di Chernobyl con fuoriuscita di radionucliti pericolosi per la popolazione. Furono emanate le norme di radioprotezione. La città di 50 000 abitanti sorta nei pressi di Chernobyl, che ospitava gli addetti alla centrali e i lavoratori delle attività indotte, fu evacuata e divenne una città fantasma. Come lo è tuttora. Due milioni di persone ebbero la loro vita completamente disastrata. Sulle cifre dei morti, degli ammalati e dei danni è un problema ancora aperto. Ma non sarà mai certo e definitivo dato che i danni si prolungheranno per migliaia di anni. e comunque non sarà una cifra precisa che metterà a posto la coscienza. La zona compresa nel raggio di 30 chilometri a tutt’oggi è militarizzata e non è possibile entrare senza permessi speciali.

Nell’atmosfera era stata immessa una quantità enorme di cesio-137 e iodio-131. Il cesio-137 si espande nell’atmosfera come particelle e come gas ed ha una lunghissima durata: la sua emivita, cioè il tempo in cui decade metà della massa iniziale, è di 30,16 anni. Quando viene inalato si deposita soprattutto nelle ossa e nei muscoli. Lo iodio-131 ha un decadimento dell’ordine della settimana, pertanto ha avuto un’influenza limitata nel tempo ma aggravata dalla mancata comunicazione tempestiva. Lo iodio-131 attacca soprattutto la tiroide. Il tumore alla tiroide colpisce soprattutto i bambini in quanto vi è la concomitanza di una tiroide in crescita. Inoltre più piccola è la tiroide e maggiore è la concentrazione a parità di iodio radioattivo inalato. È opportuno difendere i bambini e le madri in gravidanza con la prevenzione (ioduro di potassio) e mettendo nella dieta il sale iodato. I tumori si suddividono in tumori solidi, come quelli della tiroide, e tumori ematologici che colpiscono il sangue. I tumori avvengono per radiazioni esterne, e colpiscono la pelle e il corpo, o per radiazioni interne introdotti nell’organismo per inalazione o ingerimento e si distribuiscono negli organi in ordine fisiologico. Per le radiazioni esterne è opportuno evitare l’esposizione diretta.

Altro parametro da tener presente sono i danni psicologici che è molto alto perché subentra la depressione. Quando una persona è stata colpita da una nube radioattiva incomincia a fissarsi che non se la caverà più, che sarà prima o poi aggredito dal tumore, che gli altri sono morti, che … ecc. Nella popolazione si sono moltiplicati i suicidi a causa della depressione e della caduta nell’alcolismo. Pertanto anche la suscettibilità individuale è importante.

Oggi la natura ha preso il sopravvento ma i pericoli sono ancora grandi in quanto il cesio-137 decade dopo decine e decine di anni, ed esso si trova nel sottosuolo e nelle piante che in caso di incendio potrebbe ancora spargersi nell’atmosfera.

Degli oltre 1000 liquidatori di Chernobyl (paragonabili ai nostri pompieri), che costruirono il sarcofago necessario a coprire il reattore, la metà sono morti per cancro. Il sarcofago però si sta sgretolando e quindi ne è in costruzione un secondo sarcofago mobile su rotaie dal costo previsto di duemila miliardi di euro. Esso viene costruito a trecento metri di distanza per evitare il più possibile le radiazioni. È una struttura grande quanto 10 campi di calcio costituendo la più grande struttura mobile al mondo. Una volta completato – si parla di un anno – il sarcofago verrà spinto sul reattore nucleare. La sua durata varia dai 70 ai 100 anni. Dopo tale periodo si dovrà provvedere a farne un altro.

Il nucleare può essere l’energia più abbondante (E = mc2) e pulita in assoluto. In Italia si stanno studiando la fusione nucleare – il processo che avviene nelle stelle – e le centrali di 4° generazione che riciclano le scorie e quindi non producono rifiuti nucleari. È necessario continuare la ricerca che ci porti a una produzione di energia con un processo pulito. Diciamo: “Sì all’energia pulita. Mai più a Chernobyl”. Per ottenere questo le vecchie centrali nucleari vanno dismesse subito prima che creino altri disastri, come è successo a Fukushima la cui centrale era già vecchia. In Francia, in Belgio, in Germania ci sono molte centrali obsolete la cui dismissione viene procrastinata di anno in anno. Ma cosa si aspetta? Un altro disastro?

Gesualdo, 26 aprile 2016

Michele Zarrella

Per contatti

zarmic@gmail.com

sito web: digilander.libero.it

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Martedì 26 Aprile,2016 Ore: 09:56
 
 
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