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www.ildialogo.org OBAMA E LA LAUDATO SI’,di Michele Zarrella

Otto domande, otto risposte l’otto del mese
OBAMA E LA LAUDATO SI’

Si muovono anche i capi degli stati per salvare il mondo.


di Michele Zarrella

Il presidente degli Stati Uniti anche riferendosi all’enciclica di papa Francesco si è impegnato a ridurre le emissioni di gas serra.

I primi effetti positivi dell’enciclica LAUDATO SI’ si cominciano a sentire. Molta gente sta prendendo coscienza delle grandi emissioni di CO2 e che l’Homo sapiens bruciando carbone, petrolio e metano sta modificando la composizione dell’atmosfera. Obama ha dichiarato di voler ridurre del 32% entro il 2030 le emissioni di CO2 degli Stati Uniti e che la sua è la prima generazione a subire con evidenza i cambiamenti climatici, ma - cosa molto importante - l’ultima a poter intervenire.

Eppure alcuni scienziati, fra cui, ultimamente, il premio Nobel Rubbia, mettevano ancora in dubbio i cambiamenti climatici.

È dovuto intervenire il Papa per spiegare ai negazionisti del cambiamento climatico che stiamo correndo dei rischi che non ha alcun senso correre. Eppure i rapporti dell’IPCC, e di tanti altri scienziati, si susseguono con frequenza costante e ad ogni aggiornamento le stime si fanno sempre più precise e più preoccupanti. In essi gli scienziati avvertono che la nostra specie sta correndo un pericolo sempre crescente. E che tale pericolo sta accelerando. Se nel primo rapporto gli scienziati dell’IPCC dicevano “è probabile che le attività dell’uomo stanno provocando il riscaldamento globale”, nell’ultimo rapporto hanno detto “è estremamente probabile che le attività dell’uomo stanno provocando il riscaldamento globale”. Nel linguaggio scientifico la locuzione “estremamente probabile” significa una probabilità che va dal 95 al 100%.

Quindi è chiarissimo: il riscaldamento globale sta accelerando a causa della combustione delle fonti fossili.

Certo. Cosa devono dire di più gli scienziati? Ogni ipotesi e/o teoria scientifica, da Galilei in poi, ha come punti fermi la sperimentazione, l’elaborazione teorica e la formalizzazione matematica: mettendo insieme queste cose, si ottiene la convergenza tra fenomeni e teoria. Fare la sperimentazione del riscaldamento globale è qualcosa che esce fuori dalla portata degli scienziati, perché implica una prova su tutto il pianeta, ma che comunque sarebbe come una prova di rottura. Cioè bisognerebbe prima “bruciare” il mondo e poi trarne le conseguenze. Operazione da evitare assolutamente in quanto potrebbe non esserci alcun uomo a poterne osservare gli effetti e dirci che un pianeta troppo caldo non è adatto alla specie Homo sapiens. La nostra specie ha saputo sopravvivere alle ere glaciali - coprendosi di più, riparandosi e riscaldandosi -, ma non ha mai affrontato un'era torrida.

Ancora una volta ci vorrebbe una rivoluzione copernicana.

Oggi più che mai occorre una rivoluzione copernicana silenziosa e culturale che consenta al nostro pensiero di spaziare più liberamente nelle plaghe remote del futuro aiutato dai potenti software e da quanto dicono da decenni gli scienziati. Ora si aggiungono il Papa e alcuni capi di governo. Si affacciano all’orizzonte nuove concezioni che continuano a reputare le teorie dei negazionisti del riscaldamento globale. Speriamo che finalmente le maggiori conoscenze si traducano in comportamenti coerenti e sobri che rispettino la nostra biosfera e l’equilibrio raggiunto in miliardi di anni. Equilibrio che ha consentito la comparsa della nostra specie circa 200 000 anni fa. In sintesi dovremmo riflettere che abbiamo bisogno del pianeta molto, molto più di quanto il pianeta ha bisogno di noi.

Alcune settimane fa la NASA ha reso noto  la scoperta di Kepler 452b, un pianeta molto simile alla Terra e che potrebbe ospitare la vita. Molte persone hanno pensato che in futuro si potrebbe andare lì.

La NASA, con molta enfasi – anche perché bisognosa di soldi per le sue ricerche che vengono sempre più ridotti –, ha reso noto la scoperta di un pianeta simile alla Terra che si trova in una fascia non troppo vicina alla stella (altrimenti sarebbe troppo caldo) né troppo lontana (altrimenti sarebbe troppo freddo), con una massa leggermente maggiore di quella della Terra e con una possibilità di esistenza di acqua allo stato liquido. Ha anche detto che tale pianeta si trova nella costellazione del Cigno a circa 1 400 anni-luce. Solo questa ultima considerazione toglie qualsiasi possibilità di discutere sulla possibilità di lasciare questo pianeta.

Pertanto il nostro pianeta resta la nostra unica casa?

Le ricerche della NASA hanno portato alla scoperta di migliaia di esopianeti, pertanto la probabilità che ci sia la vita su altri pianeti è sicuramente non negativa. La cosa certa è che la vita c’è su questo meraviglioso e bellissimo granello blu che vaga nell'Universo. Esso è la casa in cui viviamo, è unica e va custodita per la salvezza di tutti. Questo dobbiamo capire. E il Papa ce lo ricorda accoratamente nella sua enciclica.

L’uomo, questo Homo sapiens, è l’unica specie che non rispetta la sua casa?

L’uomo pensa che la Terra sia qualcosa di inanimato buona solo da sfruttare. Spesso dimentica che il pianeta è un organismo vivente, che fa parte di una biosfera che ha le sue regole e i suoi equilibri dinamici. Che sotto la crosta c’è un mondo incandescente di materiale fuso in movimento che muove i contenenti modificando oceani e terraferma, dà origine al campo magnetico che ci protegge dai raggi cosmici, determina la densità del pianeta, ecc. e che interagisce con la crosta e quanto c’è sopra di essa. L’acqua, l’aria l’atmosfera interagiscono da miliardi di anni senza sosta con le strutture interne del pianeta, modificando il vecchio equilibrio e creandone uno nuovo senza soluzione di continuità.

Stiamo parlando di abissi temporali che escono fuori dalla esperienza umana.

Certo, parlare di cambiamenti climatici nel tempo di una generazione o di una vita umana non ha alcun valore scientifico. Per comprendere le variazioni climatiche occorre studiarle per centinaia di migliaia di anni che superano la comparsa dell’Homo sapiens su questo pianeta. Quindi l’uomo deve stare attento a non sconvolgere questo l’equilibrio della biosfera che ha consentito la sua comparsa. Siamo parte integrante del pianeta. Cambiare i nostri comportamenti non si tratta di una causa persa in partenza come molti pensano. Certo è che abbiamo una finestra temporale molto ristretta, ma ne approfitteremo? La nostra specie riuscirà a sopravvivere? Dipenderà dai nostri comportamenti.

I cambiamenti climatici danno vita a nuove specie e portano all’estinzione altre. La Terra comunque continuerà a girare intorno a se stessa e intorno al Sole, per altri miliardi di anni, e se dovesse scomparire la nostra specie per essa sarà un Blip e niente più, così come fu per i dinosauri. 

 

Gesualdo, 8 agosto 2015

Michele Zarrella

Per contatti zarmic@gmail.com

sito web: http:

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Sabato 08 Agosto,2015 Ore: 02:36
 
 
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