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www.ildialogo.org LE BOMBE D’ACQUA E IL CLIMA,di Michele Zarrella

Otto domande, otto risposte l’otto del mese
LE BOMBE D’ACQUA E IL CLIMA

Risolvere un problema all’inizio è facile


di Michele Zarrella

Ancora una volta i danni provocati da una bomba d’acqua hanno scosso la società.

Quello che è successo nel Trevigiano ci ha colpito molto. Ma queste notizie sono sempre più frequenti. Da 5 o 6 bombe d’acqua del 1990 oggi se ne contano dalle 300 alle 350. Prendere delle decisioni sull’onda dell’emozione è da evitare, ma, passata l’emozione,  ragionare su un lungo periodo di tempo per cercare di capire le cause e porre rimedi è importante per il nostro futuro.

Quando si parla di clima si parla di sistemi complessi, molto complessi.

Sì, facendo un paragone all’arte della cucina, possiamo dire che gli ingredienti sono tanti e addossare la colpa solo ad uno di essi è praticamente impossibile. Possiamo però diminuire, e piano piano azzerare, quelli che dipendono da noi. Urbanistica, disboscamenti, manutenzione, cambiamenti climatici (un capitolo gigantesco), norme di comportamento di protezine civile ecc. Certamente non ci si potrà salvare il cornetto rosso appeso allo specchietto o al portachiavi.

Il centro francese per lo studio dei cambiamenti climatici Euro-Cordex lo scorso anno concentrò le sue ricerche sull'Europa. Cosa ne emerse?

Gli studi del Centro Euro-Cordex, a conclusione di tre anni di ricerche e di centinaia di simulazioni di scenari climatici, affermò che nei prossimi decenni in Europa aumenterà la frequenza dei fenomeni climatici intensi come le “bombe d’acqua” o le siccità. Gli eventi che stiamo vivendo ne confermano la triste veridicità.

In questi giorni  le prime pagine della stampa e le aperture dei TG sono stati del tipo: Una bomba d’acqua ha travolto nel Trevigiano un capannone ove si svolgeva una festa: 4 morti, inghiottite alcune automobili...
Purtroppo leggeremo e sentiremo sempre più spesso queste notizie. E ad esse seguiranno gli scaricabarili  delle responsabilità e dei compiti, ma anche le dichiarazioni di eventi eccezionali e imprevedibili. 

E non è così?

Prevedere con precisone quando e soprattutto dove la bomba d'acqua cadrà a molto difficile. Ma l’accelerazione degli eventi climatici catastrofici, secondo gli studi del Centro Euro-Cordex aumenteranno in Europa e,a livello globale, secondo gli studi dell’IPCC (Gruppo intergovernativo per i cambiamenti climatici) dell'ONU, dipendono dall’inquinamento atmosferico prodotto dalle fonti fossili che continuiamo ad estrarre dalle viscere della Terra. Per chi vuole sentire i campanelli d’allarme suonano chiari e forti. Le simulazioni degli scienziati vengono confermate dai fatti che accadono: estremizzazione degli eventi climatici come tempeste, bombe d’acqua e siccità, aumento della temperatura fino a 6 gradi se continueremo a immettere CO2 con questi ritmi e quantità. E poi a catena si avranno innalzamento del livello del mare, pressione demografica, desertificazioni, diminuzione delle risorse, scioglimento del permafrost e dei ghiacci (v. ildialogo.org), ecc.

Di quanto si innalzerebbe il livello del mare con lo scioglimento dei ghiacci?

Secondo l’ultimo rapporto dell’IPCC il livello del mare, entro la fine del secolo, potrebbe aumentare dagli 82 cm se non metteremo in atto provvedimenti decisivii ai 26 cm se interverremo subito. Me è da notare che il penultimo rapporto prevedeva che lo stesso intervallo doveva essere 59 cm senza interventi e 18 con gli interventi. Questo dimostra che le previsioni in genere sono ottimistiche soprattutto perché il sistema è molto complesso e non sono prevedibili tutte le forzanti e tutte le retroazioni (feedback) del sistema sulle forzanti stesse che ne provocano la variazione che per lo più portano ad una situazione a catena molto pericolosa fino a diventare incontrollabile. anche l'aumento della popolazione mondiale è una forzante del clima.

E l’aumento della popolazione quanto incide.

Dipende dalla quantità. Nell'ultimo secolo abbiamo avuto un aumento della popolazione di tipo esponenziale. Nel 2050 saremo 9 miliardi di persone. Nel 1959, eravamo 3 miliardi: in meno di un secolo saremo triplicati. L’aumento della popolazione e della conseguente richiesta di energia è una forzante sempre in aumento. Nel 2001 l’incidenza delle attività umane era valutato dall’IPCC al 66%, nel 2007 tale probabilità aumentava al 90% e nell’ultimo rapporto è valutata dal 95 al 100%. Un aumento incessante contro il quale nessuno prende provvedimenti. Anzi vi è chi addirittura lo nega.

Cosa può fare l’Homo sapiens? Esistono le tecnologie per mettere in atto delle azioni decisive?

Molte sono le azioni da poter mettere in atto. Prima di tutto occorre prendere coscienza della situazione ascoltando gli scienziati e i campanelli di allarme, poi pianificare gli interventi, formare le persone, decarbonizzare le industrie, puntare sulle fonti che non emettono CO2: vento, sole, salti dei fiumi, geotermia, onde del mare, scarti di biomasse, rifiuti, scarichi fognari, fusione nucleare ecc. Tecnologie che sono in evoluzione con rendimenti, anno dopo anno, sempre maggiori. Macchiavelli diceva che risolvere un problema all’inizio è facile, ma non lo si fa perché pochi ne sono convinti. Il rovescio della medaglia è che quando la maggior parte si convincerà allora potrebbe essere molto difficile mettere ripari o addirittura troppo tardi.

Gesualdo, 08 agosto 2014

Michele Zarrella

Per contatti zarmic@gmail.com

 

sito web: digilander.libero.it

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Venerdì 08 Agosto,2014 Ore: 08:55
 
 
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