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www.ildialogo.org AMBIENTE O PETROLIO ?,di Michele Zarrella

Otto domande, otto risposte l’otto del mese
AMBIENTE O PETROLIO ?

Amiamo questo pianeta, amiamo l’umanità che lo abita.


di Michele Zarrella

Le indicazioni degli scienziati, e l’ultimo rapporto dell’IPCC, sono chiari: a fine secolo si potrebbe riscontrare un aumento della temperatura da un minimo di 2 °C fino a un massimo di 5 °C e oltre.

I 195 paesi membri dell’IPCC hanno approvato il quinto rapporto dei cambiamenti climatici. Per la sua stesura sono stati coinvolti 859 scienziati di tutto il mondo. Questi scienziati hanno avuto il compito importante di analizzare e valutare oltre 9200 pubblicazioni scientifiche riguardanti le osservazioni degli indicatori climatici, i modelli climatici e le proiezioni climatiche. Sono stati considerati 4 scenari distinti con le sigle: RCP2.6, RCP4.5, RCP6.0, RCP8.5. Essi considerano che a fine secolo la concentrazione di CO2 sia:

1) 421 ppm (RCP2.6),

2) 538 ppm (RCP4.5),

3) 670 ppm (RCP6.0),

4) 936 ppm (RCP 8.5).

Queste previsioni sono indicatrici del poco tempo che abbiamo per intervenire. Occorre divulgare queste notizie a tutti ed in particolare nelle scuole per informare i giovani. Prima di tutto dobbiamo chiedere perdono ai giovani, perché lasceremo loro un pianeta “malato”. Poi dobbiamo fare di tutto per diminuire l’effetto serra e lo sfruttamento delle risorse fossili di questo pianeta, altrimenti i nostri nipoti ragionevolmente potranno dire: ma i nostri nonni che sapevano perché non sono intervenuti?

Per centinaia di migliaia di anni l’uomo ha attraversato ere glaciali ed ere interglaciali superandole e dimostrando di sapersi adattare dominando e piegando le risorse naturali a suo favore. Perché adesso ci dobbiamo preoccupare?

Le ere glaciali e quelle interglaciali si sono alternate con frequenza bassissima cioè con tempi lunghissimi e il periodo di adattamento è stato sufficiente affinché la nostra specie si adattasse e le attraversasse indenne. Ma oggi la sfida è diversa. Non stiamo parlando di un’ulteriore era glaciale. Stiamo parlando di un’era più calda con la quale non ci siamo mai confrontati nel corso della nostra esistenza. È la prima volta che affrontiamo questa sfida e il grave problema è che stiamo parlando di cambiamenti che avverranno in tempi molto più brevi rispetto a quelli delle ere glaciali. Gli scienziati grazie ai computer e software sempre più potenti e utilizzando un numero maggiore di simulazioni numeriche (Earth System Models) ci danno delle previsioni sempre più vicine alla realtà.

Pertanto il problema diventa culturale.

Certamente. La prima cosa è la conoscenza della situazione attuale e di quella che potrà essere in futuro. Sprecare energia significa inquinare. La fisica dice che aumenta l’entropia (il caos) in ogni trasformazione di energia. Deve entrare nella nostra mente questa  eguaglianza consumare energia = inquinare. Consumare energia inutilmente significa inquinare inutilmente. Chiaramente visto in questi termini il problema diventa morale: non posso inquinare inutilmente perché esso è un gesto dannoso per l’intera umanità.

Tante società prima della nostra sono scomparse Maya, Egizi, Romana ecc. Ci possono essere di esempio? Da cosa è dipesa la loro estinzione.

L’estinzione di una società si è avuta quando sono finite le risorse. Un esempio molto calzante è la società di Rapa Nui (http://www.ildialogo.org/ambiente/riflessioni_1354921438.htm ). La differenza è che per le società tramontate le risorse erano limitate ad una parte del pianeta e quindi ci si è potuti trasferire in un’altra parte. Oggi le risorse fossili si stanno esaurendo e quindi di conseguenza ci sarà il crollo della società. Ma oggi il problema è globale non potremo andare su un altro territorio se inquiniamo acqua, aria e suolo: il pianeta. Non abbiamo una zattera interplanetaria che ci possa portare su un altro pianeta.

Quindi l’alternativa è ambiente o petrolio?

I combustibili fossili dobbiamo lasciarli sotto terra. Non c’è futuro senza l’ambiente. La nostra esistenza, è il risultato di un equilibrio iniziato 13,8  miliardi di anni fa. Senza la Terra la vita non esisterebbe. E se roviniamo questo pianeta cosa ne sarà della nostra vita? Non c’è vita senza l’ambiente. Le religioni che hanno come scopo la salvaguardia della vita dell’intera umanità ne devono parlare nelle chiese. La fede è vita. Senza la vita non ci può essere la fede.

E l’economia?

Nessun problema. L’economia e il lavoro si trasferiranno sulle nuove tecnologie e nuove fonti di energia. Su questa sfida ci giochiamo la nostra vita.

Allora come arrivare ad una tale rivoluzione?

Prendendo coscienza. Non esistono le rivoluzioni imposte dall’alto. La vera rivoluzione deve avvenire dentro di noi. Organizzandoci. Non sprecando. Non cedendo alle sirene della pubblicità. Facendo rete con altri movimenti. Attuando la non violenza attiva. Indicendo dei referendum on-line. Si può vincere questa sfida. Si deve vincere. E invece si dorme alla grande.

Un invito finale.

Deve nascere un’altra maniera di vivere. Rispettiamo l’acqua, il suolo, l’aria. Custodiamo l’ambiente. Ce lo dice anche papa Francesco. Amiamo questo pianeta, amiamo l’umanità che lo abita. La Terra è la nostra casa comune e tutti siamo fratelli.

Gesualdo, 08 aprile 2014

Michele Zarrella

Per contatti zarmic@gmail.com

sito web: digilander.libero.it

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Martedì 08 Aprile,2014 Ore: 08:04
 
 
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