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www.ildialogo.org Sandy,di Michele Zarrella

Otto domande, otto risposte l’otto del mese
Sandy

Uragani e cambiamenti


di Michele Zarrella

Può il battito di ali di una farfalla in Polinesia aver provocato l’uragano Sandy negli Stati Uniti d’America?

La teoria del caos dice di sì. Nel 1979, il fisico Edward Lorenz presentò alla Conferenza annuale dell'American Association for the Advancement of Science, una relazione in cui dimostrava, con un software sul clima che considerava 12 variabili, che se le variabili venivano modificate anche di pochissimo l’evoluzione del clima si discostava enormemente dai risultati precedenti, concludendo con la famosa ipotesi che perfino il battito d’ali di una farfalla in Brasile, a seguito di una catena di eventi, potesse provocare una tromba d'aria nel Texas. Il clima è un sistema complesso e nelle simulazioni si fanno delle approssimazioni che non possono includere tutte le variabili e quindi nemmeno il battito d’ali di una farfalla.

Se non possiamo affermare che Sandy l’ha provocato un battito di ali di una farfalla, possiamo "parallelamente" chiederci se il consumo di un LED può provocare il riscaldamento globale?

Il LED (Light Emitting Diode) da solo non può provocare alcunché. La potenza media di un LED è pari a 32 milliwatt, quindi il suo consumo energetico è veramente irrisorio. Ma se quel LED è il segnale di un apparecchio che sta in stand-by, allora la questione cambia.

In che senso?

Se quel LED indica un televisore in stand-by allora sta consumando energia elettrica (se volete sapere quanto consuma il vostro televisore in stand-by, leggete il libretto di istruzione). Da un’indagine fatta nel laboratorio di elettrotecnica, è risultato che un televisore a tubo catodico assorbe una potenza di 6,9 W. Quindi consuma in un anno un’energia di 60,44 kWh. Poiché mediamente il lavaggio di una lavatrice assorbe 1 kWh, vuol dire che l’energia sprecata avrebbe consentito di effettuare 60 lavaggi. Inoltre producendo tale energia da fonti fossili significa immettere, mediamente fra carbone, petrolio e gas, 15 kg di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera, facendo aumentare la concentrazione di CO2 e quindi l’effetto serra.

Ma 15 kg di CO2 non è poi una quantità enorme ?

Sì non è molto. Se però li moltiplichiamo per tutti i televisori inutilmente accesi il discorso cambia. Nella sola Italia, secondo un’indagine del Cresme, vi sono 28.000.000 di appartamenti. Considerando, per difetto, un televisore per appartamento, si ottengono 1 miliardo e 692 milioni di kWh sprecati e 420.000 tonnellate di CO2 immesse nell’atmosfera. Se poi allarghiamo il discorso a tutto il mondo, beh allora sì che quei televisori in stand-by sicuramente contribuiscono all’aumento dell’effetto serra, quindi al cambiamento climatico e, in definitiva, all’uragano Sandy. Noi non ci riflettiamo ma anche quei LED accesi contribuiscono a provocare il riscaldamento globale con tutte le conseguenze che ne derivano.

Incredibile, tanti televisori in stad-by possono contribuire al cambiamento climatico!

Abbiamo preso in considerazione solo il consumo di un televisore per ogni appartamento. Ma quante apparecchiature, oltre al televisore, teniamo inutilmente in tensione? Pertanto il discorso precedente andrebbe allargato ponendo l’attenzione su tutti gli apparecchi lasciati inutilmente con la spina inserita nella presa elettrica. Computer, stampanti decoder, cordless, play-station, modem, radiosveglia, ecc. Per rendersi conto dello spreco appoggiate la mano sull’apparecchio e constatate il loro calore: quella è tutta energia che state sprecando. Se venissi ascoltato sarebbe la fine dello spreco e dell’inquinamento inutile. Ma se lo spreco continua a imperversare, come invece fa, correremo grossi rischi climatici che è da sciocchi correre.

 

Ma la gente comune non ci pone attenzione perché non lo sa.

Certo. Non interessa ai media trasmettere notizie sui danni che produce lo spreco perché poi finirebbe il consumismo. Da un secolo a questa parte, il consumo è stato proposto come un sistema per interpretare la vita: chi più consuma più può. Il consumo incontrastato irrefrenabile continuo e sempre in aumento è stato indicato come il senso della vita. E tanta pubblicità, molti media, molti politici non fanno altro che invogliare al consumo, a comportamenti consumistici senza riflettere sulle conseguenze. Per il consumismo imperante è una buona notizia che la gente acquisti di più, fabbrichi di più, consumi di più, sprechi di più. In definitiva il PIL deve crescere. Ma il PIL non misura la felicità, il benessere, la salute della gente né l’equilibrio della biosfera.

Eppure gli economisti ci dicono che solo consumando sempre di più l’economia migliora e il mondo progredisce.

È pura follia. In nome del progresso e dello sviluppo economico stiamo distruggendo il nostro pianeta. Questa logica ha poco di “Homo sapiens”: consumare significa consumare le risorse della Terra. E le risorse del pianeta non sono infinite. Quest’anno abbiamo raggiunto il deficit ecologico il 22 agosto (v. http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/ambiente/riflessioni_1349680844.htm). Cioè dal primo gennaio al 22 agosto l’umanità ha consumato le risorse che dovrebbe consumare in un anno per mantenere l’attuale equilibrio della biosfera. Non rispettando questo limite l’equilibrio della biosfera si modifica troppo velocemente e corriamo dei pericoli che non ha alcun senso correre.

In che modo uscirne?

Gli economisti non fanno proposte a riguardo. O non lo sanno o non ci pensano. Per loro crescita uguale consumo. Il PIL deve crescere in maniera sempre maggiore e son convinti che ci sarà sempre una nuova tecnologia che ci salverà. Intanto scarichiamo le conseguenze sulle future generazioni. Non ne usciremo certo con una ribellione. Tutte le rivoluzioni sono fallite. Chi ha “vinto”, ha fatto gli stessi errori che diceva di voler correggere ricominciando come prima o peggio. Non si cambia con la ribellione. Si cambia cambiando se stessi, il proprio modo di pensare e di fare. Questo lo si può fare concentrando la propria mente sul meraviglioso mistero della vita che va salvaguardata nella sua forma essenziale che è la prosecuzione di se stessa nelle future generazioni. Non possiamo lasciare ad esse un pianeta sporco e malato. Incominciamo a non credere alla pubblicità e a non cedere al consumismo. La mia proposta è mettere in atto il motto: Rifiuto inquinare. Rifiuto ogni cosa che non sia necessaria. Rifiuto comprare il superfluo. Se mettessimo in essere questo “comandamento” faremmo l’esperienza unica di coappartenenza a una stessa umanità vissuta come un’unica famiglia, quella dell’Homo sapiens e delle specie che abitano il pianeta, e sarebbe la fine del consumismo e l’inizio di un ciclo virtuoso che riporterebbe la concentrazione dei gas serra a livelli meno pericolosi  per il futuro della nostra specie.

Gesualdo, 8 novembre 2012

 

Michele Zarrella

Per contatti

zarmic@gmail.com 

sito web: http://digilander.libero.it/prolocogesualdo/indice.html

 

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, perché se sai queste cose devi riflettere, perché devi pensare al futuro e la gente non vuole pensare troppo.



Giovedì 08 Novembre,2012 Ore: 09:50
 
 
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