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www.ildialogo.org INCENERITORI E CENTRALI NUCLEARI,di Michele Zarrella

INCENERITORI E CENTRALI NUCLEARI

La massa o l’energia non si genera né si distrugge: si trasforma.


di Michele Zarrella

Antoine-Laurent de Lavoisier nel XVIII secolo ed Albert Einstein (E = mc2) nel XX lo hanno dimostrato, ma gli uomini del XXI secolo a volte lo dimenticano: niente si crea o si distrugge, ma tutto si trasforma.
Tutto quello che viene immesso in un inceneritore viene trasformato attraverso una serie di complesse reazioni chimiche, ma la massa non cambia. Facciamo un semplice esempio.
Se metto il comune sale da cucina (NaCl cloruro di sodio) nella acqua esso si scioglie in due ioni Na+ e Cl- (atomi con carica). L’acqua diventa più salata, ma la massa totale sarà la somma della massa dell’acqua più quella del sale. Questo avviene in tutte le reazioni. Cioè il risultato in un processo chimico-fisico darà una massa pari a quella di partenza. Pertanto quando bruciamo dei rifiuti alla fine del processo otterremo la stessa massa ma trasformata in altri prodotti. Per esempio, se inceneriamo 3000 tonnellate di rifiuti avremo 3000 tonnellate di prodotti diversi quali ceneri e scorie pericolose, particelle leggere e particelle leggerissime. Alla fine si dovrà avere che 3000 t (di partenza) = 3000 t (di arrivo). Quando si “brucia”, ma sarebbe più giusto quindi dire “si trasforma”, ad esempio la plastica si ottiene, fra i prodotti finali, anche la diossina. La diossina spinta dall’aria calda sale in alto ed esce dai camini. Man mano che va in alto si raffredda e spinta dai venti si sposta. Quando si è raffreddata torna a scendere fino a depositarsi sul terreno coprendo così una vasta area che dipenderà dai venti e dalla quantità di diossina immessa nell’atmosfera. Questo ciclo avviene per tutti i prodotti leggeri e caldi della combustione che salgono lungo i camini. Per cercare di arginarlo si utilizzano dei filtri sempre più sofisticati, ma non si riescono a fermare le nano e le micro particelle che si formano durante la combustione come quelle dei metalli nocivi. Acquietiamo la nostra coscienza pensando che esse andranno nell’atmosfera e si disperderanno nello spazio. Purtroppo non è così, perché dopo un certo tempo ricadono sulla terra. Di questo processo non ce ne accorgiamo perché molte particelle sono talmente piccole da essere invisibili e inodori. Proviamo a seguire il viaggio di queste particelle.
Primo percorso.
Le particelle pian piano scendono verso terra o restano sospese nell'aria. In questi casi le possiamo respirare. Se vengono respirate si annideranno nei nostri polmoni riuscendo ad arrivare fin nei bronchi e a depositarsi lì. Continuando a respirare esse si stratificheranno fin quando non provocheranno qualche danno alla salute. Mi viene in mente quel filtro a spirale usato per le sigarette che riusciva a fermare tanto di quel catrame che, quando lo pulivo, mi chiedevo meravigliato come il nostro organismo fosse in grado di ritrasformare quel catrame ed espellerlo. Vedendo il catrame nel filtro e leggendo sull’argomento mi convinsi che il fumo avrebbe potuto danneggiare i polmoni. Impiegai 16 anni, ma alla fine smisi di fumare. Oggi i produttori di sigarette lo scrivono in grassetto sui pacchetti di sigarette: IL FUMO NUOCE ALLA SALUTE. Sia chiaro: lo fanno per evitare i tribunali e le successive condanne a pagare multe di centinaia di migliaia di euro. Questo fa capire le alte conclusioni a cui giunge l’homo sapiens sapiens: la salute si può pagare.
È la stessa logica delle centrali nucleari. Avete sentito il Ministro Romani: “Faremo come hanno fatto in Francia, daremo degli incentivi economici alle comunità locali che ci consentiranno di costruire le centrali nucleari”. Ritorna alta la sapienza dell’uomo: la salute è barattabile col denaro. A volte, purtroppo, costretto dal bisogno, l’uomo fa certe scelte come la costruzione di un inceneritore e di una centrale nucleare. Ho scritto numerosi articoli su questo problema (v. archivio) e ribadisco che, con le attuali tecnologie, la scelta nucleare è una scelta che si fa in nome e per conto delle future generazioni, ma essa, come pure tante altre (inceneritori, aeroporti, ecc.), è la più pericolosa. Lasceremo ai nostri nipoti il problema di correre dai dottori quando impallidiranno nel viso e sentiranno qualche malore, nell’ipotetico caso e sperando che non succedano mai incidenti. Ma la storia dimostra che questo non è possibile: Kyshtym (Unione Sovietica) con 270.000 persone coinvolte; Sellafield (Gran Bretagna) con 300 morti per cause ricondotte all'incidente (malattie, leucemie, tumori); Three Mile Island (Harrisburgh, Usa) con 3.500 persone evacuate; Chernobyl (Unione Sovietica), con una nube che interessò l’intera Europa e con 65 morti ufficiali, (oltre 2.500 nel periodo successivo per malattie e cause tumorali secondo le organizzazioni antinucleariste), ma non esistono dati ufficiali sui decessi complessivi ricollegabili a Chernobyl dal 1986 ad oggi, Tokaimura (Giappone) con tre morti al momento dell’incidente mentre altre 400 furono esposte alle radiazioni.
Secondo percorso.
Molte particelle andranno a depositarsi sui terreni. Alcune produrranno un’azione di contaminazione che può durare anche centinaia e centinaia di anni, altre, come è successo per il sale da cucina si scioglieranno mescolandosi con altre sostanze presenti nel terreno. Entrambe entreranno nei cicli della biosfera e per i terreni coltivati o utilizzati per la pastorizia entreranno subito nel ciclo alimentare col risultato che dopo un po’ ce le troveremo nelle verdure, nel vino, nell’olio nel latte e derivati, ecc.. e da lì nel nostro organismo fino a depositarsi e stratificarsi in qualche organo col grave risultato di danneggiarlo. La conclamazione della malattia non è immediata come quando ci ustioniamo, o ci facciamo una ferita, ma alla fine il risultato è identico: stiamo danneggiando la nostra salute. A questo punto, essendo passati alcuni anni, sarà abbastanza difficile indicare la causa diretta che ha provocato la malattia ed ognuno scaricherà la propria responsabilità su altri. E quando noi e/o i nostri figli incominceremo a sbiancare in viso, a sentirci male, a correre dai dottori potrebbe essere tardi per porre rimedi?
Ho impiegato 16 anni per convincermi che il fumo nuoce alla salute, ma l’homo sapiens sapiens di quanti anni ha bisogno per abbandonare alcuni processi pericolosi ed attivare quelli più sostenibili e responsabili?
Gesualdo, 21 ottobre 2010
Michele Zarrella
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Giovedě 21 Ottobre,2010 Ore: 18:24
 
 
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