- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (346) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org NONUC,di Michele Zarrella

NONUC

Diciamo no al nucleare


di Michele Zarrella

Le scelte nucleari sono scelte fatte a nome e per conto delle future generazioni.
In Germania quando furono installate le prime centrali nucleari nessuno mise in conto l’aumento di leucemie nei bambini che abitano vicino ai loro siti. E quando si parla di convenienza economica del nucleare come si fa a quantizzare il danno economico dell’inquinamento delle falde acquifere, dell’aria e dell’aumento delle malattie e delle morti nelle future generazioni?
Chi ha seguito la recente trasmissione di Rai 3 sul nucleare ha sentito che “Il Kikk Studium del 2007, lo studio fatto in Germania sulla correlazione tra il cancro infantile e la distanza dalle centrali nucleari, ha dimostrato che i bambini tra gli 0 e i 5 anni, che vivono vicino alle centrali, hanno un rischio maggiore di quelli che abitano lontano da esse. Questi risultati inaspettati hanno validità scientifica e sono conosciuti in Europa, ma è stato consigliato lo stesso al Governo tedesco di approfondire la ricerca.
In Inghilterra le opinioni degli studiosi sul Kikk Studium sono unanimi: c’è un’estrema sensibilità degli embrioni e dei feti nelle donne gravide alle radiazioni, motivo più che valido per uscire subito dal nucleare.
La gente che abita nei dintorni delle diverse centrali nucleari tedesche è preoccupata e manifesta contro il paventato rinvio della chiusura delle centrali nucleari dal 2025 al 2040. Nei giardini delle abitazioni intorno alla centrale di Krummel sono state trovate delle palline radioattive. Alcune falde acquifere risultano inquinate e fin quando la radioattività è superiore a quella consentita per legge non si può bere né annaffiare gli orti. Comunque ce la ritroveremo nelle verdure e nel latte. Chi viaggia in quella zona trova delle grandissime A di legno. È l’iniziale di Actung: Attenzione si sta percorrendo un’area con pericolo di radioattività.
Il complesso nucleare britannico di Sellafield tratta rifiuti nucleari provenienti da tutta Europa, Italia compresa, e scarica rifiuti radioattivi nel mare d’Irlanda. Tali rifiuti ce li ritroveremo, noi e le future generazioni, sulla tavola: nel pesce che viene esportato in tutti i paesi europei. Una curiosità che la dice lunga. Il complesso nucleare inizialmente si chiamava Windscale. Nel 1981 si pensò di modificarne il nome a causa della cattiva fama che il sito si era fatta per colpa dei due incidenti accaduti nel 1957 e nel 1973. La grande “intelligenza” umana che si auto illude: come se cambiando il nome al sito la radioattività che dura per migliaia e migliaia di anni, scomparisse. È come nascondere la polvere sotto il tappeto e lasciarla in regalo alle future generazioni, fingendo addirittura di non sapere che è radioattiva.
Allora usiamo per davvero l’intelligenza e diciamo con forza che siamo contrari al fatto che vengano prese delle decisioni le cui conseguenze “pagheranno” i feti, i bambini e le future generazioni.
Come risolvere il problema? Dobbiamo rinunciare alle nostre comodità? Dove prendere l’energia necessaria al nostro “comodo” e sprecone modo di vivere?
Il Sole invia sulla Terra una quantità di energia spaventosamente grande. La superficie del Sole irraggia una potenza 4 x 1026 W (400 quatrilioni di watt), cioè 400 milioni di miliardi di miliardi di watt. Di tale potenza su ogni metro quadrato della Terra ne arrivano 1.400 W. Se pensiamo che i normali contratti con l’ente fornitore di energia è di 3000 W (3 kW), teoricamente, vuol dire che basterebbe sfruttare l’energia che arriva su poco più di 2 metri quadrati per soddisfare le esigenze di una famiglia. Quindi le scelte, ora sì intelligenti, da fare sono quelle di impegnarci ad utilizzare meglio l’energia che il Sole ci invia gratuitamente, a tutti, senza distinzione alcuna. E si risolve il problema.
Allora diciamo NONUC (NO NUCleare) e sì alle fonti rinnovabili. Sì al Sole che, come diceva una vecchia canzone, è di tutti e tu lo sai.
Gesualdo, 4 ottobre 2010
Per contatti
  
 


Luned́, 04 Ottobre 2010 Ore: 13:48
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Ambiente

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info