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www.ildialogo.org SELF-DESTRUCTION,di Michele Zarrella

SELF-DESTRUCTION

La marea nera è un esempio di come l’Uomo si distruggerà da solo?


di Michele Zarrella

Michele Zarrella insegna elettrotecnica, nell’Istituto di istruzione superiore di Grottaminarda, trattando di produzione, trasporto e utilizzo dell’energia elettrica. Da quando è entrato in vigore il trattato di Kyoto si interessa di cambiamenti climatici, e dei contributi delle attività umane sulla immissione di gas serra nell’atmosfera. Insieme ai suoi alunni ha prodotto ricerche in laboratorio, brochure, CD e DVD. Divulga tali ricerche in articoli, convegni e dibattiti. Pubblichiamo la quinta intervista della serie OTTO DOMANDE L’OTTO DEL MESE.
Nel Golfo del Messico sta avvenendo il più grande disastro ecologico del nostro pianeta. Di chi è la colpa?

Dell’Homo “petroliferus”. Un uomo che ha fondato il “progresso” della nostra società sul consumo delle fonti fossili. La maggior parte dell’economia di questa società gira intorno al petrolio e al suo uso, al suo abuso, alla sua trasformazione e al suo spreco.
Si poteva prevedere?
Certamente. Anzi alcuni segnali di un possibile “incidente” già c’erano stati alcuni mesi prima. Bisognava a quel punto fermare tutto e studiare la soluzione. Invece l’ingordigia, la fame di denaro hanno consigliato di continuare l’estrazione senza pensare alle nefaste conseguenze. La logica è la seguente: affari, affari, affari per pochi, danni per tutti.
Si potranno mai calcolare i danni?
Sulla stampa si parla di 31 miliardi di dollari. A mio avviso una cifra del tutto insufficiente, e comunque quantificarla definitivamente è impossibile.
Prima perché il fenomeno, di proporzioni enormi (ad oggi si parla di una macchia di oltre 321.536 km2 più di tutto il Nord Italia, Svizzera e Austria),  non è stato fermato e poi perché non siamo in grado di stabilire dove si fermerà la serie di danni che provocherà all’intero ecosistema. Gli idrocarburi interferiscono nei cicli vitali con le loro sostanze tossiche comportando la morte della biodiversità iniziando da plancton, microrganismi e molluschi,fino ad arrivare ai grandi pesci, cetacei e mammiferi che potrebbero ingoiare petrolio o pesci ricoperti di petrolio. Come si quantizzeranno quanti microrganismi, molluschi, pesci, delfini, ..., granchi, tartarughe, … gabbiani, pellicani, aironi … moriranno? Come si potranno quantizzare i danni dovuti alle attività di pesca bloccate, chissà per quanti anni, alle coste inutilizzabili, al turismo che sarà sospeso? Chi quantizzerà i danni per l’ uso di solventi che provocano ulteriori danni, per l’ incendio delle chiazze e per le conseguenze su cambiamenti climatici? E se gli uragani che si stanno per scatenare trasporteranno il petrolio sulla terraferma versandolo sulle case, sui campi, sulle produzioni agricole, sulle foreste e nei fiumi provocando, a catena, ulteriori danni, chi li potrà quantizzare? Per quanti anni l’ecosistema ne subirà le conseguenze?
Ma perché capitano questi incidenti?
L’uomo sta inventando e costruendo tecnologie e macchine sempre più potenti, più grandi, più sofisticate, ma al tempo stesso egli diventa sempre più dipendente da esse e sempre più vulnerabile, perché non riesce più a controllarle e a “guidarle”. Immaginiamo un caso semplice come quello di un’auto a cui si “rompono” i freni e che..  vai a tirare il freno a mano e ti accorgi che non funziona. È chiaro che è mancata la manutenzione, che c’è stata l’omissione dei periodici controlli e la colpevole sottovalutazione dei segnali. È chiaro che così l’uomo diventa impotente rispetto a ciò che costruisce, specialmente se a orientarlo è la fame di denaro e il concetto esclusivo del profitto senza fine.
Cosa si può fare?
Prima di tutto, informare. Fino ad oggi abbiamo avuto informazioni prima parziali e volutamente inesatte, poi approssimative e tendenti a nascondere parzialmente la realtà. Spesso l’informazione è soggiogata ai grandi gruppi economici. Le ricordo il caso del tabacco, quando le multinazionali, contro il parere dei dottori, dicevano che il fumo non fa venire il cancro. Fornire un’informazione corretta e veritiera che arrivi a tutti è fondamentale. Da soli si può fare poco, molto poco. Con l’informazione corretta si produce la consapevolezza. A questo punto ognuno è libero di scegliere il proprio futuro. Coinvolgendo tutti si potrà creare una svolta che può portare ad un vero cambiamento e fare qualcosa per il bene comune, per il futuro di Gaia, il pianeta che vive..
In secondo luogo, diversificare. A mio avviso è sempre meglio avere diverse fonti energetiche. Se ne manca una puoi sopperire con l’altra o l’altra ancora. La parola giusta è diversificare in energia così come lo è in economia.
Cosa insegna questa catastrofe?
Ogni crisi, ogni disastro, ogni occasione è buona per riflettere. Occorre fermarsi a riflettere su ciò che stiamo “costruendo”, ciò che stiamo “combinando”, che modello di società stiamo costruendo e quello che vogliamo costruire. Ci vogliamo chiedere: “Dove andiamo?”. O meglio: “Dove corriamo?”. A me sembra che la forbice si allarga, nel senso che tutto si radicalizza, tutto diventa più estremo.
Faccia un esempio.
È come se ai capi della forbice ci sia un elastico e noi lo tendiamo sempre più, sempre più. Alla fine l’elastico, cioè l’equilibrio di un sistema, di un ecosistema o addirittura della biosfera, si spezzerà provocando, come può immaginare, grandi danni. Danni a catena. L’uno trascina l’altro come tante tessere di un domino. Senza sapere quando e a quale tessera si fermerà.
Cosa propone?
Portare maggior rispetto a ciò che è vita. Nella sua forma più semplice, più essenziale. La vita è uso e trasformazione di energia dalla forma più semplice, più elementare a quella più complessa e più articolata. Ognuno La chiami come desidera: Dio, Natura, Yin e Yang, Amore, Essenza, Energia, … ma ognuno Le porti rispetto e La protegga fin, e dico soprattutto, nella sua forma più elementare, più primordiale e più indifesa che in fondo è quella più disponibile, più essenziale, più fondamentale.
Gesualdo, 8 giugno 2010
Per contatti
Michele Zarrella
 


Martedì 08 Giugno,2010 Ore: 12:19
 
 
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