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www.ildialogo.org FAUNA SELVATICA: UNA CALAMITA' PER L'ITALIA,di Giuseppe Fanelli

FAUNA SELVATICA: UNA CALAMITA' PER L'ITALIA

di Giuseppe Fanelli

I bravi cacciatori, sempre sensibili alle problematiche ambientali (tanto da autodefinirsi “sentinelle della Natura”), nonché, anche se in declino, discreto sebatoio di voti, ci proteggeranno da animali famelici, dannosi e cattivi quasi quanto il lupo di Cappucetto Rosso.
Ecco in dettaglio che cosa succede quando le province, abusando del loro potere, consentono ai signori cacciatori di esercitare la loro tanto cruenta quanto inutile attività.
L'elenco che segue non rispetta l'ordine cronologico delle varie province che hanno deliberato contro la fauna selvatica ed è anche incompleto. E' un elenco indicativo per dare un'idea di quanto accade nel fantastico mondo venatorio tanto amato da alcuni amministratori locali e non.
Un dato molto importante che va evidenziato è che in tutti i casi c'è stata una grande mobilitazione di associazioni protezioniste, di persone della scienza e dello spettacolo nonchè di singoli cittadini, costringendo, in acuni casi, le province filo venatorie a tornare sui propri passi. Così molti animali sono stati salvati.
La Provincia di Forlì-Cesena con determina del 12 Aprile 2013 ha stabilito piani di abbattimento per il periodo 2013-2018, che prevedeno l'eliminazione fino a 4000 gazze, fino a 2500 cornacchie e fino a 1000 ghiandaie anche in periodo di piena nidificazione. E' consentito l’uso di fucili e di trappole (con successiva uccisione dell’animale trappolato mediante “disarticolazione del cranio dalla colonna vertebrale”). La determina stabilisce pure gli abbattimenti di volpi mediante uso di fucili, anche sparando di notte e dalle auto nonostante sia vietato dalla Legge sulla caccia. Per le volpi sono previste uccisioni in tana anche in periodo riproduttivo ed altresì in seguito a cattura con trappole (ammesse tutto l’anno ed anch'esse vietate dalla Legge sulla caccia).
La Provincia di Prato aveva approvato lo sterminio di 100 esemplari di Volpe con determina 834 del 18/03/2013. I metodi previsti, quasi tutti illegali, spaziano dalla caccia in tana con cani addestrati, allo sparo notturno con carabina e fonte luminosa e all’utilizizo di trappole pure in periodo riproduttivo. Anche in questo caso sono previste pratiche vietate dalla Legge sulla caccia. Iniziativa bloccata. Un altro “colpo gobbo” lo aveva tentato la Provincia di Siena che dal 1°Aprile 2013 prevedeva la “caccia alla volpe in tana” in periodo riproduttivo. Iniziativa bloccata. Non da meno il macabro tentativo della Provincia di Treviso il cui piano di abbattimento decretava l'uccisione di migliaia di volpi. Iniziativa bloccata. La Provincia di Pisa, che resiste ancora nel portare avanti la sua decisione, nell'arco di un anno vorrebbe abbattere 478 volpi.
Le motivazioni, o meglio i pretesti per giustificare tali carnficine, erano più o meno sempre gli stessi: animali in sovrannumero, tutela di altre specie di fauna selvatica, danni all'agricoltura. Analizzando uno ad uno questi pretesti risalta subito che non vi è nulla di veritiero. Per quanto concerne gli animali in sovrannumero c'è da dire che in natura esiste un perfetto equilibrio tra le varie specie animali e vegetali e se detto equilibrio viene turbato, l'eliminazione fisica di alcuni animali non contribuisce affatto al ripristino di quanto modificato dall'uomo. Sarebbe invece opportuno eliminare o perlomeno ridurre le cause di tali disfunzioni. La Natura provvederà da sola a fare il suo corso. Altra invenzione sarebbe la tutela di alcune specie di fauna selvatica. In effetti con lo sterminio di volpi e corvidi (gazze, cornacchie, ecc.) si vogliono eliminare quegli animali che con la loro attività predatoria sono dei concorrenti per i signori cacciatori. I danni all'agricoltura, se di danni si può parlare, sono molto contenuti e le “invasioni” nei campi a colture intensive non costituiscono nessuna minaccia per l'economia agricola. In sostanza tutte queste iniziative di “contenimento della fauna” altro non sono che un regalo ai signori cacciatori che possono uccidere animali anche quando la caccia è chiusa e passare pure per benefattori. Se consideriamo tutte le violazioni e gli abusi che si perpetrano ai danni della fauna selvatica durante il periodo di apertura della caccia, queste iniziative pro caccia da parte delle province altro non sono che un colpo di grazia ai poveri animali che sono scampati alle doppiette durante la stagione venatoria. Molti politici durante le campagne elettorali parlano di “ambiente”, qualcuno azzarda pure qualche passaggio sugli animali e addirittura si sfrutta il termine “ecologia” nei nomi dei partiti, ma concretamente, una volta saliti al potere, nessuno legifera per una concreta tutela degli animali e dell'ambiente.
Giuseppe Fanelli



Giovedì 22 Maggio,2014 Ore: 09:33
 
 
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