- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (256) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Taranto Ilva: qui noi stiamo perché abbiamo un sogno!,di Virginia Mariani

Taranto Ilva: qui noi stiamo perché abbiamo un sogno!

di Virginia Mariani

“Ieri abbiamo spazzato a terra: manco Gesù Cristo sa quanto minerale abbiamo trovato!” questo un enunciato che, nella sua versione in dialetto tarantino, sta facendo il giro su whastapp e facebook anche sotto forma di brano musicale ritmato e martellante. E a Taranto la musica è la stessa da mezzo secolo nella convinzione che il cambiamento della realtà del Sud d’Italia debba passare dall’industria pesante e non piuttosto dalla pensata valorizzazione del verdazzuro paesaggio e della cultura, che ha pure nella Magna Grecia e prima ancora negli insediamenti paleolitici il suo punto di forza e di sorprendente bellezza. Invece, grande il doppio rispetto alla città dei due mari fondata da Sparta, con la sua agognata prosperità del posto fisso nelle campagne ricche di ulivi e masserie si è insediato un mostro, affamato di vita e di esistenze, frutto di «un processo barbarico d’industrializzazione. Un’impresa industriale a partecipazione statale, con un investimento di quasi 2000 miliardi, non ha ancora pensato alle elementari opere di difesa contro l’inquinamento e non ha nemmeno piantato un albero a difesa dei poveri abitanti dei quartieri popolari sotto vento» come scriveva già nel 1971 A. Cederna sul Corriere della Sera.
E per l’ennesima volta chi scrive oggi sono, per esempio, i “Genitori tarantini” che dopo gli ultimi sconvolgenti “wind day”1 e le ultime due partecipatissime assemblee cittadine svoltesi al rione Tamburi il 30 ottobre e proprio davanti alla portineria dell’ILVA l’8 novembre si rivolgono al ministro Calenda chiedendogli se si sia mai chiesto quanto, in verità, costi un chilo d’acciaio. “ … Quanto costa in spese sanitarie? Quanto in casi di infertilità? Quanto in bambini nati già malati? ..” E gli chiedono di fare questi calcoli consultando la Costituzione soprattutto ora che, subentrato dopo i Riva il colosso ArcelorMittal, anche l’UE ha aperto un’indagine Antitrust sull’acquisizione grazie a una delle tante denunce di Peacelink.
Sappiamo quanto sia fondamentale per un Paese moderno uscire da quel medioevo oscurantista che già Lutero sentiva angusto e angustiato dalla visione di un Dio giudice da ingraziarsi con le opere e, perciò, che il Signore risvegli le coscienze di chi ci governa e ascolti le nostre preghiere: qui noi stiamo perché abbiamo un sogno!
Virginia Mariani

 
1 Giorni di vento nei quali l’Amministrazione comunale consiglia alla cittadinanza di non aprire le finestre e di rimanere in casa poiché nell’aria volano le polveri e i minerali depositati nei parchi minerari che non hanno mai avuto una copertura; le scuole restano chiuse.



Venerdì 01 Dicembre,2017 Ore: 15:00
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Ambiente

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info