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www.ildialogo.org Petrolio a Genova,di Michele Zarrella

Petrolio a Genova

... e non solo 


di Michele Zarrella

Tratto da: https://oggiscienza.it/2016/04/28/genova-iplom-uccelli-petrolio/

Petrolio a Genova

AMBIENTE – Dopo più di una settimana dall’incidente, l’emergenza su Genova sembra essere rientrata. Nel torrente Polcevera e nel rio Fegino sono finite oltre 500 tonnellate di petrolio greggio e una parte ha raggiunto il mare: le prime operazioni di bonifica si sono concluse ma lo stesso Ministro dell’ambiente, Gian Luca Galletti, ha sottolineato che non c’è da festeggiare: “Chi viene in queste zone”, ha commentato, “si rende conto che c’è stato un fatto ambientale di rilievo e io non lo sottovaluto. Il lavoro più difficile, la bonifica, è quello che abbiamo davanti”.

Ci vorrà tempo per valutare i danni ambientali e le conseguenze dello sversamento sugli ecosistemi locali sono solo all’inizio. Al momento i corsi d’acqua sono dei veri deserti, “ovviamente non c’è traccia di fauna e il terreno rimarrà inquinato per chissà quanti anni. I piccoli anfibi sono stati colpiti subito dall’ondata: il Fegino è un torrente con elevata densità di rane, di varie specie. Considerando che è primavera, e ci sono i girini, lo sversamento ha annientato almeno due generazioni”.

A raccontarlo è Daniela Filippi, rappresentante LAV di Genova che insieme ai volontari locali è intervenuta la sera stessa dell’incidente per soccorrere gli uccelli ricoperti dal petrolio, recuperati dai pompieri e dalle guardie zoofile grazie alle segnalazioni degli abitanti del luogo [continua su:  https://oggiscienza.it/2016/04/28/genova-iplom-uccelli-petrolio/ ].

 

Gli ingenti danni derivanti dagli sversamenti di petrolio non tengono conto delle larve, delle uova e della vita che non potrà più nascere come ho scritto più volte:

Un disastro che abbiamo già vissuto nel Golfo del Messico. La BP si è accordata per un risarcimento record al governo di 20 miliardi di dollari. Quello ai privati è ancora da definire. Ma non sono certo i soldi che ridaranno la vita a chi l’ha persa ma anche, attenzione, a chi è stato negato di venire al mondo. Perché, quando determiniamo i danni, non valutiamo la perdita di chi non avrà più la possibilità di nascere: larve, uova, embrioni e fecondità – anche quella umana – perduta.

[vedi: http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/ambiente/riflessioni_1460095566.htm ]

Gesualdo, 30 aprile 2016

Michele Zarrella

Per contatti

zarmic@gmail.com

sito web: digilander.libero.it

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Sabato 30 Aprile,2016 Ore: 12:50
 
 
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