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www.ildialogo.org Giornata internazionale contro la violenza sulle donne,<sub><strong>di Michele Zarrella</strong></sub>

Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Nei dettagli si nasconde il demonio


di Michele Zarrella

Gli anniversari sono fondamentali e servono a ricordare l’importanza di quel che si festeggia e a far accendere i riflettori su un determinato problema. Pertanto anche questo giorno dedicato alla violenza sulle donne deve servire a far riflettere su quanto si è fatto e su quanto resta da fare sulle disparità che ancora oggi esistono fra i generi, senza spegnere i riflettori il giorno dopo come, purtroppo, spesso accade.

Sono tante le violenze sulle donne (sessuali, intellettuali, occupazionali, ecc.) e i giornali ne sono pieni. Per questo vorrei soffermarmi su quello che ritengo una violenza sottile, nascosta  e subdola: la mancanza dell’uso del genere da parte della stampa e dei mezzi di comunicazione. Potrebbe sembrare una questione estetica o un semplice dettaglio. Invece proprio in questo caso risulta appropriato il detto: “Il demonio si nasconde nei dettagli”. La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha fatto benissimo a richiamare l’uso del genere appropriato quando si parla di una donna. Molti, giornalisti, le hanno fatto notare che sa di “stonato” dire “la ministra”, “la parlamentare”, “la direttrice del giornale”, “la dirigente di …” o “la presidente di Inarcassa”… Ci vedo qualcosa di “gattopardesco” in questo.

In Germania quando la Cancelliera Angela Merkel ha assunto la carica di Cancelliere nessuno si è scandalizzato che si dicesse “La Cancelliera”.

Altro “dettaglio”  (“Il demonio si nasconde nei dettagli”) che ritengo importante è l’intitolazione di aule, teatri, istituti, strade, piazze... alle donne. Nella stragrande maggioranza sono intitolati a uomini. A Torino su oltre mille strade solo 27 sono intitolate a donne. Che tipo di messaggio può inviare un tale dato? Questi non sono più “dettagli” ma segnali forti e molto importanti, perché anche questo significa rispetto delle donne. Al contrario, non metterlo in atto significa disparità e può esprimere sottomissione e, in alcuni casi, violenza sulle donne.

Cominciamo, dunque, a cambiare quelli che possono sembrare dei “dettagli”. Usare il femminile per i ruoli a cui le donne sono pervenute (la Presidente, la Giudice, la Ministra, la Sindaca, l'Avvocata) significa riconoscere ad esse tali posizioni. Intitolare alle donne strade, teatri, aule ecc., significa rispettare l’altro genere, significa onorare la vita, significa ridurre la violenza. In questi dettagli si nasconde Dio. 

Gesualdo, 25 novembre 2015

Michele Zarrella

Per contatti zarmic@gmail.com

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Mercoledì 25 Novembre,2015 Ore: 18:28
 
 
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