- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (402) - Visite oggi : (2)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org PONZIO PILATO A BRUXELLES,di <b>Peppe Sini</b>

PONZIO PILATO A BRUXELLES

di Peppe Sini

Proprio mentre è giunta finalmente al termine la più che decennale complicità europea con l'avvelenamento da arsenico delle acque erogate come potabili nel viterbese ed in altre zone d'Italia, complicità formalmente cessata solo il primo gennaio 2013 con la fine delle infami deroghe ripetutamente concesse agli avvelenatori, cosicché solo ora la generalità delle istituzioni cosiddette competenti cominciano a dire la verità alla popolazione ed a prendere almeno alcuni - e purtroppo ancora inadeguati e insufficienti - degli indispensabili ed urgenti provvedimenti che hanno rinviato per anni ed anni provocando grave danno alla salute di innumerevoli persone, ebbene, proprio ora dalla Commissione Europea ne combinano un'altra delle loro in materia di omissioni e complicità.

Giungono infatti in questi giorni da Bruxelles grottesche ed irricevibili lettere di risposta alle associazioni, i movimenti e i rappresentanti istituzionali che si sono impegnati negli ultimi mesi del 2012 per il rigetto, ovvero la revoca, dello scellerato schema di decreto interministeriale italiano che se approvato avrebbe consentito di erogare come potabile acqua contaminata da sostanze tossiche e cancerogene (lo schema notificato alla Commissione Europea con notification number 2012/0534/I - C50A, title "schema di decreto interministeriale per l'introduzione nell'allegato I, parte B, del decreto legislativo 2 febbraio 2001 n. 31, del parametro microcistina - LR e relativo valore di parametro"). Lettere grottesche ed irricevibili che - a tradurre in lingua corrente la burolingua di ascendenza orwelliana - sostengono la brillante tesi che in relazione a quello sciagurato schema di decreto a parer loro e per quanto di loro competenza "tutto va bene, signora la marchesa".

Per fortuna nel frattempo a respingere quello sciagurato schema di decreto ha provveduto la XII Commissione Permanente "Affari sociali" della Camera dei Deputati che nella seduta del 13 dicembre 2012 ha deliberato all'unanimità "che, in relazione allo schema di decreto interministeriale citato, dovrebbe esservi un ripensamento sia in quanto esso appare in flagrante conflitto con la vigente normativa europea ed italiana, sia in quanto risulta in flagrante contrasto con le evidenze scientifiche e in altrettanto flagrante violazione del principio di precauzione" e quindi ha impegnato il Governo italiano "in ordine alle questioni tematiche poste da una situazione oggettivamente inquietante per la tutela della salute della popolazione ad adottare urgentemente tutte le iniziative necessarie affinché il decreto legislativo n. 31 del 2001, che ha recepito la direttiva europea 98/83 per quanto riguarda la potabilità delle acque destinate a consumo umano, non venga modificato con l'introduzione di nuovi valori di parametro per sostanze cancerogene evitabili per le quali, come noto, non esistono soglie di sicurezza" e pertanto e conclusivamente e dirimentemente ha impegnato il governo italiano "a revocare lo schema di decreto interministeriale citato, tenendo conto che esso si configura in conflitto con la normativa italiana e in contrasto con l'evidenza scientifica e la deontologia medica, ecologica e bioetica, oltre che con l'ortoprassi amministrativa e gestionale".

Ripetiamolo: la XII Commissione Parlamentare con voto unanime ha impegnato il governo italiano "a revocare lo schema di decreto interministeriale citato, tenendo conto che esso si configura in conflitto con la normativa italiana e in contrasto con l'evidenza scientifica e la deontologia medica, ecologica e bioetica, oltre che con l'ortoprassi amministrativa e gestionale".

Ma se la questione non fosse stata risolta dal pronunciamento dell'organo parlamentare italiano (e ricordiamo che il potere legislativo in Italia è nelle mani del Parlamento, non di antidemocratiche lobbies affaristiche che premono sulle assopite o servizievoli burocrazie governative di Roma e di Bruxelles), ebbene, ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli per l'improntitudine, l'insipienza, l'irresponsabilità (per limitarci a degli eufemismi) dei Ponzio Pilato della Commissione Europea.

Infatti lorsignori con le loro surreali missive dimostrano:

1. di non aver neppure letto le decisive ed incontrovertibili Osservazioni trasmesse loro da numerose associazioni, movimenti, rappresentanze istituzionali;

2. di non essere consapevoli della estrema gravità della questione posta;

3. di esser venuti meno a precisi doveri d'ufficio (per il cui adempimento sono peraltro - è da supporre profumatamente - retribuiti);

4. di non essersi neppure accorti del (ovvero di aver tenuto in non cale il) definitivo pronunciamento della XII Commissione Permanente "Affari sociali" della Camera dei Deputati.

Per fortuna, ripetiamolo, che l'iniziativa delle associazioni, dei movimenti, dei rappresentanti istituzionali che si sono impegnati in difesa del diritto alla salute, perché l'acqua potabile sia effettivamente potabile e non contaminata e le leggi italiane ed europee in difesa dei fondamentali diritti umani siano rigorosamente rispettate, ebbene, ha ottenuto il risultato del pronunciamento dirimente della XII Commissione Permanente "Affari sociali" della Camera dei Deputati (ma - ripetiamolo - i signori di Bruxelles neppure di questo si sono accorti, nonostante che il documento parlamentare italiano sia stato loro tempestivamente segnalato e trasmesso).

Nei prossimi giorni le associazioni, i movimenti, i rappresentanti istituzionali che si sono impegnati negli ultimi mesi del 2012 per il rigetto, ovvero la revoca, dello scellerato schema di decreto interministeriale italiano replicheranno punto per punto ai Ponzio Pilato di Bruxelles, alla loro scandalosa cecità o analfabetismo o estrema distrazione (come spiegare altrimenti il fatto che palesemente non abbiano letto le precise ed inconfutabili Osservazioni che pur ammettono di aver ricevuto?).

E sempre nei prossimi giorni le associazioni, i movimenti, i rappresentanti istituzionali che si sono impegnati in difesa del diritto alla salute, perché l'acqua potabile sia effettivamente potabile e non contaminata e le leggi italiane ed europee in difesa dei fondamentali diritti umani siano rigorosamente rispettate, valuteranno altresì le iniziative informative, politiche, amministrative e fin giudiziarie da intraprendere nei confronti di organismi e burocrazie e decisori istituzionali che sono palesemente venuti meno ai loro specifici doveri d'ufficio con esiti inammissibili sotto tutti i punti di vista: deontologici, giuridici ed operativi.

L'accesso all'acqua potabile è un diritto umano.

Avvelenare le persone, ed essere complici dell'avvelenamento, è un crimine.

Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo,

una delle organizzazioni che ha presentato puntuali ed incontrovertibili Osservazioni alla Commissione Europea ed ai Ministeri italiani per il rigetto, ovvero la revoca, dello scandaloso schema di decreto interministeriale italiano che se approvato avrebbe consentito di erogare come potabile acqua contaminata da sostanze tossiche e cancerogene

Viterbo, 2 febbraio 2013

Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo (Italia)
tel. 0761353532
e-mail: nbawac@tin.it , centropacevt@gmail.com
web: lists.peacelink.it

* * *

Allegato: testo integrale della Risoluzione deliberata all'unanimita' dalla XII Commissione Permanente "Affari sociali" della Camera dei Deputati nella seduta del 13 dicembre 2012

La XII Commissione,

premesso che:

l'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment), di cui la dottoressa Antonella Litta e' referente per Viterbo, ha inviato un articolato documento al responsabile per la direttiva 98/34 della Commissione europea, e per conoscenza al commissario europeo all'ambiente, al commissario europeo alla salute, al presidente della Commissione europea; di detto documento sono stati messi a conoscenza anche il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della salute, i presidenti delle Commissioni "Igiene e sanita'" e "Territorio, ambiente, beni ambientali" del Senato della Repubblica; i presidenti delle Commissioni "Ambiente, territorio e lavori pubblici" e "Affari sociali" della Camera dei deputati; il presidente della Commissione "Ambiente, sanita' pubblica e sicurezza alimentare" del Parlamento europeo;

il citato documento contiene "osservazioni in opposizione allo schema di decreto interministeriale che propone l'introduzione di alcune modifiche al decreto legislativo n. 31 del 2001 relativamente ai requisiti di potabilita' (notification number 2012/0534/I - C50A, title "schema di decreto interministeriale per l'introduzione nell'allegato I, parte B, del decreto legislativo 2 febbraio 2001 n. 31, del parametro microcistina - LR e relativo valore di parametro"), affinche' esso sia rigettato sia per palese illegittimita' in quanto in flagrante conflitto con la vigente normativa europea ed italiana, sia per palese inammissibilita', in quanto in flagrante contrasto con le evidenze scientifiche e le inequivocabili indicazioni dello Iarc, dell'Oms e dell'Usepa, e in altrettanto flagrante violazione del principio di precauzione";

lo schema di decreto in questione, costituito da due articoli, stabilisce che nella tabella presente nell'allegato I, parametri e valori di parametro, parte B, parametri chimici, del decreto legislativo n. 31 del 2001 con cui l'Italia ha recepito nel proprio ordinamento la direttiva 98/83/CE, e' aggiunta una riga concernente la voce microcistina-LR e, nella tabella note, e' aggiunta la nota 12 che fornisce istruzioni relative alla determinazione del contenuto di tale tossina;

lo schema di decreto sembra essere stato indirizzato per verifica alla sola Commissione imprese e industrie dell'Unione europea (nel cui sito internet compare con la relativa scheda), mentre riguarda una classe di sostanze tossiche di diretto impatto e interesse primario sanitario e non industriale, in quanto e' riferito alla totalita' della popolazione nazionale utente di un servizio;

l'approvazione del decreto renderebbe de facto lecita l'erogazione di acque destinate a consumo umano anche in presenza di contaminazione da cianobatteri e loro microcistine, violando l'articolo 32 della Costituzione della Repubblica italiana che "tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettivita'"; esso si pone peraltro in aperto contrasto con la necessita' di combattere ogni forma di inquinamento e degrado delle acque, anche in considerazione degli obiettivi europei in tema di qualita' delle acque previsti per l'anno 2015;

le indicazioni delle maggiori agenzie internazionali, europee ed italiane di protezione dell'ambiente e della salute evidenziano il pericolo per la salute umana determinato dalla presenza di cianobatteri nelle acque, e cio' anche in considerazione:
a) della complessita' biologica e, in parte ancora sconosciuta, potenzialita' tossica dei cianobatteri;
b) della loro mutevole ed imprevedibile risposta a diverse condizioni climatiche ed ambientali;
c) delle azioni tossiche, epigenetiche, genotossiche ed oncogene di tanti e vari tipi di microcistine da essi prodotte;
d) delle attivita' tossiche e/o cancerogene di svariati elementi contaminanti ed inquinanti le acque, tra cui le microcistine, che possono esplicarsi con molteplici e ancora sconosciuti meccanismi di interazione ed amplificazione indicati come "effetto cocktail", diversi da quello della sola e semplice sommatoria delle loro singole azioni;

sono da tempo documentate le croniche difficolta' del nostro Paese ad assicurare una potabilizzazione efficace, sicura e costante delle acque che presentano queste criticita' e la mancanza di un reale e diffuso sistema di sorveglianza, allarme e gestione di questi fenomeni: valga ad esempio il caso del lago di Vico, affetto da tempo da un gravissimo processo di eutrofizzazione e da sempre piu' frequenti e massicce fioriture del cianobatterio Plankthotrix rubescens, detto anche alga rossa, capace di produrre una microcistina cancerogena, non termolabile e tossica per gli esseri umani, per la flora e la fauna lacustre, classificata dalla Iarc (Agenzia internazionale di ricerca sul cancro) come cancerogeno di classe 2 b;

nella relazione tecnica che costituisce parte integrante e sostanziale delle citate osservazioni, si presentano esaurientemente gli inconfutabili dati, le evidenze scientifiche e la vastissima bibliografia a sostegno delle osservazioni medesime; ne discende, ad avviso dei firmatari del presente atto, che per le ragioni scientifiche esposte lo schema di decreto interministeriale de quo andrebbe ritirato;

ulteriori osservazioni sono formulabili altresi' in ordine al metodo con cui l'atto e' stato predisposto ed avviato nel suo iter procedimentale; ed in tale ambito si evidenzia che: a) a giudizio degli interroganti le proposte di emendamento delle leggi nazionali possono riguardare l'adozione di termini piu' stringenti, in ossequio al principio europeo di prevenzione, non termini piu' laschi; questo schema di decreto ammette invece ed effettualmente favorisce la presenza di una classe di tossici ora non prevista ne' tollerata dalla legge europea e italiana; b) il testo della proposta sembra essere stato indirizzato per verifica alla sola Commissione imprese e industrie dell'Unione europea (nel cui sito internet compare con la relativa scheda), mentre riguarda una classe di sostanze tossiche di diretto impatto ed interesse primario sanitario e non industriale, in quanto riguardante la totalita' della popolazione nazionale utente di un servizio fondamentale per la qualita' della vita, come la fornitura di acqua potabile; c) l'iter seguito si e' quindi fin qui caratterizzato per aver effettualmente sostanzialmente eluso fin dall'origine indispensabili ed adeguati criteri, controlli e procedure; d) dal testo stesso della scheda di presentazione presente nel sito della Commissione imprese e industrie dell'Unione europea peraltro si evince come l'atto sia presentato in modo che appare a dir poco carente e pertanto come esso sia viziato per ragioni tanto di merito quanto di metodo, tanto sostanziali quanto formali; e) vi si legge che "esso non e' una misura sanitaria o fitosanitaria", mentre e' di assoluta evidenza che se approvato esso avrebbe una notevole ed assai negativa rilevanza sanitaria; f) analoga sottolineatura merita l'esplicita ammissione che "L'analisi di impatto non e' disponibile al momento della notifica", e basterebbe questo solo dato a motivare il rigetto dello schema di decreto; g) il decreto, nel suo esito che effettualmente consente e favorisce l'erogazione per consumo umano di acqua contaminata, si pone in aperto contrasto con la necessita' di contrastare ogni forma di inquinamento e degrado delle acque anche in considerazione degli obiettivi europei in tema di qualita' delle acque previsti per l'anno 2015; h) ne discende che non solo per le ragioni giuridiche e scientifiche esposte, ma anche per ragioni di metodo, procedimentali, deontologiche, di congruita' e coerenza, lo schema di decreto interministeriale de quo andrebbe ritirato;

alla luce delle suddette osservazioni si ribadisce che, in relazione allo schema di decreto interministeriale citato, dovrebbe esservi un ripensamento sia in quanto esso appare in flagrante conflitto con la vigente normativa europea ed italiana, sia in quanto risulta in flagrante contrasto con le evidenze scientifiche e in altrettanto flagrante violazione del principio di precauzione;

impegna il Governo:

in ordine alle questioni tematiche poste da una situazione oggettivamente inquietante per la tutela della salute della popolazione ad adottare urgentemente tutte le iniziative necessarie affinche' il decreto legislativo n. 31 del 2001, che ha recepito la direttiva europea 98/83 per quanto riguarda la potabilita' delle acque destinate a consumo umano, non venga modificato con l'introduzione di nuovi valori di parametro per sostanze cancerogene evitabili per le quali, come noto, non esistono soglie di sicurezza;

a revocare lo schema di decreto interministeriale citato, tenendo conto che esso si configura in conflitto con la normativa italiana e in contrasto con l'evidenza scientifica e la deontologia medica, ecologica e bioetica, oltre che con l'ortoprassi amministrativa e gestionale.

Presentatori: Bucchino, Farina Coscioni, Miotto, Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Mecacci, Zamparutti, Argentin, Bossa, Burtone, D’Incecco, Grassi, Lenzi, Murer, Pedoto, Sarubbi, Sbrollini, Livia Turco.

Approvata all'unanimita' nella seduta del 13 dicembre 2012




Sabato 02 Febbraio,2013 Ore: 22:02
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Ambiente

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info