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www.ildialogo.org Per Tutto Sanità - dichiarazione di Alessandro Marescotti (presidente di PeaceLink),

Ilva di Taranto
Per Tutto Sanità - dichiarazione di Alessandro Marescotti (presidente di PeaceLink)

Questa è la  dichiarazione di Alessandro Marescotti 
La perizia epidemiologica commissionata dalla Procura della Repubblica di Taranto fornisce dati allarmanti prima di tutto per i lavoratori dell'Ilva.
Attesta fra gli operai un eccesso di mortalità per tumore allo stomaco (+107%), alla pleaura (+ 71%), alla vescica (+69%), alla prostata (+50%).
Per malattie non tumorali, registra un eccesso malattie neurologiche (+64%) e cardiache (+14%).

Fra gli impiegati vi sono eccessi di mortalità per tumore alla pleura (+135%) e dell'encefalo (+111%).
I periti traggono queste conclusioni per i lavoratori: "Il quadro di compromissione dello stato di salute degli operai dell'inustria siderurgica è confermato dall'analisi dei ricoveri ospedalieri con eccessi di ricoveri per cause tumorali, cardiovascolari e respiratorie".

MA LA SALUTE DEI LAVORATORI DELL'ILVA STA MIGLIORANDO?

Una delle interpretazioni che la Regione Puglia vuole dare dell'attuale situazione ambientale a Taranto è quella di un miglioramento progressivo e sostanziale, che tuttavia è contraddetta da alcuni dati, come ad esempio lo sforamento delle polveri sottili (PM10) l'anno scorso nel quartiere Tamburi. Non bastano i progressi registati nell'ambito delle emissioni di diossina per decretare la fine dell'"era inquinamento". Infatti proprio la perizia epidemiologica della Procura parla di una "progressiva alterazione dello stato di salute di lavoratori in relazione al protrarsi dell'esposizione ai rischi professionali". I dati sono questi: "Dal 2002 al 2010 si è osservata una progressiva riduzione percentuale delle idoneità assolute (dall'88,3% del 2002 al 66,1% del 2010) e un parallelo aumento delle idoneità parziali (dall'11,5% del 2002 al 33,5% del 2010)".

Se questi solo i dati forniti dai periti per i lavoratori, non migliori sono quelli che riguardano i cittadini. Con un eccesso di mortalità di 30 unità all'anno, siamo a ritmi di due morti al mese attribuibili all'inquinamento industriale.

E' inaccettabile.

La nostra posizione è quella di fermare subito la cokeria. E' responsabile - secondo le stime dell'Arpa - del 98% del benzo(a)pirene nel quartiere Tamburi, accanto al quale sorge l'Ilva. Il benzo(a)pirene è il cancerogeno che assieme alla diossina costituisce la più grave criticità per Taranto. Ogni anno i bambini del quartiere Tamburi, che registra una concentrazione media di questo cancerogeno di 1,3 ng/m3 (nanogrammi a metro cubo), è come se respirassero mille sigarette. I bambini di Taranto si ammalano di cancro di più (+25%, dicono i dati della perizia). Quando i bambini del quartiere Tamburi arrivano nella scuola elementare sono già fumatori incalliti: 6000 sigarette. Ma le "sigarette" più pericolose sono quelle che "fuma" la loro mamma in gravidanza per l'aria insalubre.
Tutti "fumano" benzo(a)pirene nel quartiere Tamburi.
Ripeto: questo è inaccettabile e deve finire. Come a Genova anche a Taranto deve essere chiusa l'area a caldo, responsabile di un alto e inaccettabile impatto in termini di salute. Non ci può essere compromesso o baratto o mediazione quando muoiono due persone al mese per inquinamento. Anche fosse una sola all'anno.

--
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
http://www.peacelink.it
http://www.tarantosociale.org
http://comitatopertaranto.blogspot.com


Giovedì 03 Maggio,2012 Ore: 19:31
 
 
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