Di fronte ad una delle più grandi navi del mondo che fa naufragio a pochi metri da un'isola dove non avrebbe dovuto essere, non si può che rimanere senza parole. Molti morti, molti feriti, un grande pericolo per l'ecosistema con duemila e trecento tonnelate di gasolio che possono finire in mare ed inquinare irrimediabilmente una zona marina protetta, per un errore umano, per l'uso improvvido di mezzi che hanno superato, per la loro grandezza ed impatto ambientale, qualsiasi immaginazione. Secondo i mass media il comandante avrebbe detto di essersi avvicinato "per un saluto all'isola".

Il guaio è che incidenti di questo tipo sono possibili continuamente ed avvengono un po' in giro per il mondo. E dappertutto si scopre che non si sono presi sufficinti precauzioni di sicurezza sia per chi lavora sia per l'ambiente. E i morti sul lavoro sono infatti all'ordine del giorno ed anche nel caso del naufragio dell'isola del Giglio chi ha pagato il maggior prezzo sono stati proprio i lavoratori marittimi.

Questo incidente, come tanti altri prima di esso, dice con chiarezza che l'impatto ambientale delle attività umane è elevatissimo ed è ora di ripensare tutto il nostro stile di vita. Lo ripetiamo ancora perchè ne va del futuro dell'umanità.

Domenica 15 Gennaio,2012 Ore: 15:07