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www.ildialogo.org ALTRI STUDI ALTRE CONFERME ALTRI ALLARMI,di Michele Zarrella

ALTRI STUDI ALTRE CONFERME ALTRI ALLARMI

Ma in tanti continuano a fare i sordi per non cambiare.


di Michele Zarrella

Il nuovo anno si è aperto con fenomeni climatici mai visti: in Australia il Queensland (regione più grande della Francia e della Germania messe insieme) finisce sott'acqua; in Brasile in un solo giorno è piovuto quanto normalmente piove in un mese. In Brasile, un dato parziale, conta 335 morti e in Australia 43 dispersi. Allagamenti (fino a cinque metri) in Australia, montagne che franano in Brasile. L’uomo fa presto a dimenticare i fenomeni climatici estremi degli anni passati, perfino quelli del 2010, con cicloni violentissimi, alluvione in Polonia, estate caldissime con conseguenti morti e grandi incendi (Russia, California...), siccità (Israele, Palestina...), scioglimento dei ghiacciai, aumento della temperatura degli oceani, ecc.
I cambiamenti climatici da oltre un decennio suonano sempre più forte il campanello di allarme ma l’uomo ha scarsa memoria e, dopo la conta dei morti e la stima dei danni, presto cancella i ricordi e riprende il solito costume di vita. (vedi http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/ambiente/riflessioni_1255257895.htm )
Sappiamo che alcuni gas serra, in particolare il biossido di carbonio (CO2), “vivono” nell’atmosfera per circa un secolo. Questo significa che continueremo a sentire gli effetti “serra” per ancora un secolo anche se smettessimo da domani di immettere gas serra nell’atmosfera. Incrociando questi dati con i dati storici di 2.600 calotte glaciali e di oltre 120.000 ghiacciai e inserendoli in 10 tipi di software, per 10 modelli climatici differenti, l’università di Calgary (Canada) ha dimostrato che nel migliore degli scenari i ghiacciai diminuiranno del 15% del loro volume e nel peggiore del 27%. 
A causa del riscaldamento globale e dell’aumento della temperatura del pianeta,  le geofisiche Valentina Radic e Regine Hock dell’Università dell’Alaska, in un loro recente studio, hanno stimato che i ghiacciai di tutto il pianeta diminuiranno dal 15 al 27 per cento del loro volume entro il 2100, e con essi le relative riserve di acqua.
Due studi che, partendo da strade e da cause diverse, sono giunti alla stessa conclusione: per fine secolo i ghiacciai diminuiranno tra il 15 e il 27 per cento del loro volume.
Un particolare inquietante per l’Italia: lo studio dell’università di Calgary ha ipotizzato che i ghiacciai delle Alpi, entro il 2100, spariranno per una percentuale variabile dal 60 al 90 per cento. Per fine secolo i ghiacciai italiani potrebbero diventare solo un ricordo da ammirare in
Lo studio dei dati storici sui ghicciai e della paleoclimatologia hanno portato alle evidenze scientifiche dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale che sono chiare e giungono a risultati concordanti. Purtroppo però non lo sono le cause, come lo furono per il buco dell’ozono che, dopo venticinque anni, possiamo ritenere risolto.
Risolvere il problema dei cambiamenti climatici, è molto più complesso perché essi non sono imputabili ad una sola causa, ma ad un insieme di fattori concomitanti ed interagenti che in presenza di attività umane “improprie” si autoalimentano. Questo non ci deve indurre ad una accettazione passiva del modello di sviluppo attuale, ma a puntare l’attenzione, in primis, ad ogni nostro gesto quotidiano ed ai danni che esso provoca nei riguardi del riscaldamento globale.

Non cambieremo il mondo ma almeno quella piccola parte intorno a noi. E se più persone lo faranno più le nostre azioni si ripercuoteranno, a spirale, sul mercato e sulla politica.

 Gesualdo, 13 gennaio 2011

 



Giovedì 13 Gennaio,2011 Ore: 20:18
 
 
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