- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (257) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org A Ginevra una Conferenza sulla protezione internazionale dei "rifugiati climatici",di Agenzia NEV del 12/05/2010

Clima.
A Ginevra una Conferenza sulla protezione internazionale dei "rifugiati climatici"

di Agenzia NEV del 12/05/2010

L'impegno del CEC a favore di chi paga le conseguenze del cambiamento climatico globale


Roma (NEV), 12 maggio 2010 - Si chiamano “rifugiati climatici”, ma ad oggi non hanno alcuna protezione internazionalmente riconosciuta: sono i milioni di individui che negli anni a venire presumibilmente saranno costretti a fuggire dalle loro abitazioni, o perché sommersi dall'innalzamento dei livelli del mare o perché spinti dalla desertificazione delle loro terre. Quale status dare a questa categoria di persone vulnerabili, è stata la questione dibattuta in una Conferenza tenutasi il 3 e il 4 maggio a Ginevra (Svizzera) promossa dal Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) insieme alla Conferenza delle chiese del Pacifico (CCP) e all'agenzia protestante tedesca per lo sviluppo “Pane per il mondo” (Brot für die Welt).
La prima difficoltà è terminologica: come definire giuridicamente quelle persone costrette a lasciare il proprio paese a causa del deterioramento delle condizioni climatiche? “Il diritto internazionale fa delle precise distinzioni tra chi è rifugiato politico, richiedente asilo, sfollato, o migrante volontario, ma non riconosce nessuna protezione ai 'rifugiati climatici'” ha precisato Saudia Anwer, coordinatrice della Rete sul cambiamento climatico in Bangladesh, paese notoriamente esposto alle conseguenze del cambiamento climatico. “Per difendere adeguatamente i diritti dei 'rifugiati climatici' vanno creati nuovi meccanismi di garanzia” ha detto Frank Biermann, esperto di politiche ambientali e docente alla Libera Università di Amsterdam, intervenuto alla Conferenza proponendo un protocollo aggiuntivo alla Convenzione-quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Dal canto suo Guillermo Kerber, responsabile del programma del Consiglio CEC sui cambiamenti climatici, ribadendo il ruolo delle chiese nella promozione dei diritti delle persone più vulnerabili, ha aggiunto: "Per far sì che la comunità internazionale metta all'ordine del giorno i diritti di popolazioni colpite da disastri naturali causati in larga parte dal mondo ricco, è necessario costruire ponti tra il mondo accademico, la società civile, i governi e le chiese ”.


Venerd́ 14 Maggio,2010 Ore: 14:31
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Ambiente

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info