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L’Ue condanna l’Italia per l’emergenza rifiuti in Campania

Bruxelles, 8 marzo – La Corte di giustizia Ue del Lussemburgo ha condannato l’Italia sul caso dei rifiuti in Campania. Il governo - dice la sentenza - non ha adottato tutte le misure necessarie allo smaltimento dei rifiuti, mettendo in pericolo la salute umana e l’ambiente. Non solo un duro attacco, dunque, per “non avere adottato tutte le misure necessarie per evitare di mettere in pericolo la salute umana e danneggiare l’ambiente”, ma, soprattutto, un bel taglio di cinquecento milioni di euro di aiuti, che per ora finiscono congelati, nelle casse di Bruxelles, ma che rischiano di saltare definitivamente se la regione non si darà una mossa, presentando di qui a breve il definitivo “piano rifiuti” che fino a questo momento resta fantasma.
Né l’opposizione della popolazione, né gli inadempimenti contrattuali e neppure l’esistenza di attività criminali - sottolinea la Corte nella sentenza - costituiscono casi di forza maggiore che possono giustificare la violazione degli obblighi derivanti dalla direttiva e la mancata realizzazione effettiva e nei tempi previsti degli impianti.

Le accuse Ue - La Commissione aveva accusato l’Italia di non aver creato una rete integrata e adeguata di impianti per garantire l’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti sulla base del “criterio della prossimità geografica”. Nel corso della causa, l’Italia ha affermato che la gestione dei rifiuti in Campania non ha avuto conseguenze pregiudizievoli per l’ambiente e per la salute umana. La Corte ha però rilevato che, se è vero che la direttiva fissa obiettivi di protezione dell’ambiente e di tutela della salute umana, essa non specifica il contenuto concreto delle misure che devono essere adottate e lascia agli Stati membri un certo potere discrezionale. Tale potere “ha una funzione preventiva, nel senso che gli Stati membri non devono esporre la salute umana a pericolo nel corso di operazioni di recupero e smaltimento dei rifiuti”. D’altra parte, l’Italia non ha contestato la circostanza che, alla scadenza del termine fissato nel parere motivato, 55mila tonnellate di rifiuti riempivano le strade, che vi erano fra le 110mila e le 120mila tonnellate di rifiuti in attesa di trattamento presso i siti comunali di stoccaggio e che le popolazioni, esasperate, avevano provocato incendi nei cumuli di spazzatura. In tali circostanze i rifiuti hanno provocato inconvenienti da odori e hanno danneggiato il paesaggio, rappresentando così un pericolo per l’ambiente. D’altra parte, l’Italia stessa ha ammesso la pericolosità della situazione per la salute umana, esposta ad un rischio certo. Dopo la sentenza della Corte, la Commissione, qualora ritenga che lo Stato membro non si sia conformato alla sentenza, può proporre un altro ricorso chiedendo sanzioni pecuniarie.

Protezione civile - I fatti per cui l’Italia è stata condannata dalla Corte europea sono successivi alla nomina di Guido Bertolaso a sottosegretario all’emergenza rifiuti in Campania. Lo precisa il dipartimento della Protezione civile. I fatti contestati, si fa rilevare, sono riferiti al 2007 e quindi in un periodo precedente alla nomina di Bertolaso che è avvenuta nel 2008.

Legambiente - L’associazione ecologista Legambiente commenta così la decisione Ue: “Una sentenza meritata. Quindici anni di commissariamento della regione non sono serviti a null’altro che a sprecare circa 3 miliardi di euro per avere, ad oggi, impianti di trattamento inadeguati, centinaia di siti da bonificare in tutta la regione, emergenze sanitarie da affrontare e multe salate da pagare”.
“Eppure - afferma Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente - proprio in Campania ci sono 150 comuni che hanno saputo affrontare la questione rifiuti in modo efficace e utile. 150 comuni che hanno attivato la raccolta differenziata e raggiunto gli obiettivi previsti dalla legge. Salerno, in particolare, si è distinta per efficacia e concretezza nell’aver attivato, unico capoluogo della regione, la raccolta porta a porta in tutta la città».


Giovedì 11 Marzo,2010 Ore: 16:16
 
 
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