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www.ildialogo.org Cambiamenti climatici: X Assemblea della Rete cristiana europea per l'ambiente (ECEN),di Agenzia NEV del 15/10/2014

DOCUMENTAZIONE
Cambiamenti climatici: X Assemblea della Rete cristiana europea per l'ambiente (ECEN)

di Agenzia NEV del 15/10/2014

Roma (NEV), 15 ottobre 2014 – Proponiamo due testi elaborati dalla X Assemblea della Rete cristiana europea per l'ambiente (ECEN) tenutasi a Balatonszarszo (Ungheria) dal 27 settembre al 1° ottobre scorsi, attorno al tema “Il cambiamento climatico e l'energia. Il ruolo e la voce delle chiese”. Il primo consiste in un messaggio rivolto dai partecipanti alle chiese europee; il secondo è invece una valutazione delle proposte dell'Unione Europea, da adottare fino al 2030, per contrastare il cambiamento climatico. Questo secondo documento è stato fatto proprio dalla Conferenza delle chiese europee (KEK) che lo ha inviato, sotto forma di lettera, al Consiglio europeo.
LETTERA AI LEADER DELLE CHIESE E ALLE CHIESE IN EUROPA - Le chiese e le comunità di fede in Europa hanno un ruolo e una voce in risposta al cambiamento climatico
Chi siamo? ECEN è una rete di cristiani che da tutta Europa contribuiscono all’impegno della Conferenza delle chiese europee per l’ambiente. I delegati presenti alla X Assemblea sono venuti a Balatonszárszó in Ungheria per condividere, imparare, lavorare e pregare per un futuro più sostenibile. Arrivano da tradizioni diverse, che attraversano i confini, e hanno valori simili e preoccupazioni condivise perché respirano la stessa aria insieme a tutte le creature che vivono sul pianeta Terra e godono del dono dell’aria, del suolo e delle risorse naturali.
Dopo aver ascoltato visioni teologiche in merito alla creazione, abbiamo acquisito i risultati più recenti della ricerca scientifica sul cambiamento climatico e dialogato con rappresentanti del governo ungherese. In seguito a questi scambi il nostro senso di urgenza si è acuito, rafforzando il nostro impegno ad agire e cambiare.
Cosa dobbiamo fare? Noi siamo chiamati ad agire localmente in un contesto globale. Come chiese e comunità di fede siamo chiamati ad avere cura del nostro prossimo che è sempre una creatura vivente nella creazione di Dio. Noi richiamiamo le chiese di tutta Europa e i loro leader a rispondere alla crisi spirituale e concreta prodotta dal cambiamento climatico. Seguiamo in ciò l’ispirazione del vescovo James Jones della Chiesa d’Inghilterra che nel suo intervento in Assemblea ha identificato cinque linee di azione.
La preghiera. Preghiamo come una sola comunità di fede. Mettiamoci in ascolto reciproco e condividiamo le nostre paure e le nostre speranze. Paure per l’impatto prevedibile del cambiamento climatico e speranza per la possibilità del cambiamento e rinnovamento del mondo. Dovremmo seguire l’esempio del nostro Signore e pregare che la volontà di Dio sia fatta sulla Terra come è nei cieli. La preghiera del vescovo Jones dice: “Gesù, santo, figlio di Adamo, vieni nella gloria e rinnova la faccia della Terra”.
A livello personale. Seguiamo l’esempio di nostro Signore e insegniamo ai credenti a vivere delle vite responsabili. Il cambiamento climatico crea fame, sete, malattia, migrazione e indigenza; in risposta dobbiamo servire Cristo oggi (Matteo 25, 44). Le nostre scelte in campo energetico, alimentare e idrico contribuiscono all’impatto ambientale. Dobbiamo esaminare le nostre decisioni alla luce della sofferenza di Cristo, la sua morte e la sua resurrezione.
A livello di comunità locale. Comunità locali e comunità di fede possono mostrare l’amore di Dio in azione, nella cura della creazione, nel ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività e nel chiedere alle istituzioni europee di darsi obiettivi misurabili e politiche di riduzione delle emissioni di CO2. Le chiese e le comunità di fede possono contribuire con un uso efficiente dell'energia, il sostegno alle energie rinnovabili e il disinvestimento azionario nelle società che operano nel settore delle energie fossili.
A livello politico. Richiamiamo chiese e comunità di fede ad occuparsi di ingiustizia climatica. I più colpiti dal cambiamento climatico sono coloro che meno vi hanno contribuito. C’è un obbligo morale dei Paesi sviluppati nel ridurre le emissioni di gas serra e al contempo sostenere chi ne è colpito. Non possiamo recedere di fronte all'ingiustizia, ricordando la supplica della vedova nella parabola del giudice ingiusto (Luca 18,1-8).
A livello planetario. Occorre iniziare un dialogo sul clima con altre tradizioni e fedi. Occorre coinvolgere scienziati ed altri che hanno studiato il tema per confrontarsi sulle possibili risposte, e non dimenticare chi maggiormente soffre l’ingiustizia climatica. Trovare un terreno comune di dialogo con altri per costruire resilienza nel combattere il cambiamento climatico.
Un pellegrinaggio verso Parigi. Il tempo è limitato. I Paesi nel mondo si incontreranno per le negoziazioni dell’ONU sul clima a Parigi nel dicembre 2015. Persone da tutto il pianeta sperano in un trattato equo, ambizioso e vincolante che consenta di superare la minaccia climatica. Persone di fede stanno organizzando un pellegrinaggio sia reale che simbolico per quella data. Partecipiamo, informiamoci, preghiamo e agiamo per il successo di questa iniziativa.
IMPEGNO, EDUCAZIONE ED ETICA – ELEMENTI ESSENZIALI DI UNA POLITICA CLIMATICA - La risposta delle chiese alla proposta della UE sulle politiche per il cambiamento climatico per il 2030
Il cambiamento climatico è una minaccia per il mondo. Esso è strettamente legato ai principi di funzionamento della società moderna, in particolare alla crescente domanda di energia, la sua offerta ed il suo consumo. Conosciamo e apprezziamo l'interesse sincero di molti Governi nazionali e della UE nell’affrontare il cambiamento climatico e proporre politiche volte a riduzioni significative delle emissioni di gas serra.
Sono necessari obiettivi ambiziosi. Nel suo ultimo rapporto il Comitato intergovernamentale sul cambiamento climatico (IPCC) ricorda che l’impegno fin qui assunto per ridurre l’impatto devastante del cambiamento climatico è lontano dall’essere sufficiente. Crediamo che essenzialmente il contrasto del cambiamento climatico debba tradursi in un accordo globale ambizioso, equo e vincolante a cui l’UE contribuisca e dia impulso impegnandosi contemporaneamente a fissare obiettivi interni equi e su larga scala.
Tenendo conto dei dati scientifici e dell’impegno della UE di ridurre le emissioni di CO2 dell’80% prima del 2050 la proposta della UE al 2030 di riduzione della CO2 del 40% rivela una aspirazione modesta e non coerente con gli obiettivi al 2050. Anche se realizzata non sarebbe risolutiva. Urge che il Consiglio europeo stabilisca politiche energetiche più ambiziose in termini di efficienza e risparmio per ridurre sostanzialmente la domanda di energia.
Equità e giustizia. L’ultimo rapporto dell’IPCC richiama la natura accumulativa delle emissioni di CO2 in atmosfera. Una risposta equa e giusta al cambiamento climatico richiede di tener conto delle vittime che esso genera. L’Europa e i Paesi industrializzati devono assumersi le proprie responsabilità contribuendo, come promesso, al Fondo verde per il clima. Crediamo che dalla prospettiva delle future generazioni, la giustizia sia una dimensione inseparabile dell'impegno sul cambiamento climatico.
E’ necessario andare oltre le soluzioni di mercato e il principio della crescita. Un effettivo contrasto del cambiamento climatico non può che tenerne conto. Come sottolinea il rapporto dell’IPCC solo una conversione verso una generazione a basso consumo porta alla soluzione, consapevoli dei limiti della crescita. In una cooperazione tra portatori di interessi governativi e non governativi l’UE deve promuovere lavori sostenibili per beni locali piuttosto che importati da Paesi emergenti.
L’impegno dei cittadini, l’educazione e l’etica. La risposta al cambiamento climatico non potrà essere adeguata se attuata in un singolo Paese. E’ inevitabile un approccio comunitario. Le nuove politiche EU sul cambiamento climatico devono essere basate su una cooperazione effettiva ed equa associata alla creazione di un gruppo di consulenti al servizio degli Stati membri al fine di realizzare una effettiva politica climatica comune.
La proposta di cooperazione e l’approccio comunitario sono validi anche a livello globale, dove si auspica un ruolo trainante della UE. Ciò dovrebbe comprendere anche proposte strutturate per i Paesi emergenti e sostegno nello sviluppo di soluzioni locali, compresa la produzione di cibo sostenibile. Auspichiamo che l’UE giochi un ruolo primario nei negoziati preparatori della COP di Parigi del 2015 e nel definire obiettivi ambiziosi, equi e vincolanti rispetto alle politiche climatiche nella discussione su gli Obiettivi di sviluppo del millennio anch’essi fissati dall’ONU.
Infine l’UE deve sviluppare misure per mobilitare i cittadini perché le politiche per fermare il cambiamento climatico non possono solo riguardare l’attività produttiva. Esso infatti è anche l’esito di una domanda disfunzionale basata su consumi individuali sempre più veloci. Da ciò la necessità di una azione educativa.
Il ruolo delle chiese e delle comunità di fede. Un crescente numero di chiese a livello locale, regionale e internazionale, insieme ad altre organizzazioni religiose è impegnato attivamente nella protezione dell’ambiente, la promozione del disinvestimento nelle energie fossili, la riduzione delle emissioni di CO2 e un futuro sostenibile a bassi consumi energetici. L’ECEN è impegnata nel contrastare il cambiamento climatico e sprona l’UE ad assumere decisioni ambizione e giuste nel formulare le politiche per il clima.
NEV - Notizie Evangeliche, Servizio stampa della Federazione delle chiese evangeliche in Italia - via Firenze 38, 00184 Roma, Italia tel. 064825120/06483768, fax 064828728, e-mail: nev@fcei.it, sito web: http://www.fcei.it .


Sabato 18 Ottobre,2014 Ore: 23:08
 
 
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