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www.ildialogo.org  COP18-CMP19: presa di posizione della GLAM,di Agenzia NEV del 19/12/2012

DOCUMENTAZIONE
 COP18-CMP19: presa di posizione della GLAM

di Agenzia NEV del 19/12/2012

DOCUMENTAZIONE

Roma (NEV), 19 dicembre 2012 - La Commissione Globalizzazione e Ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) al termine della XVIII Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sul clima (COP18), svoltasi dal 26 novembre all'8 dicembre 2012 a Doha (Qatar), ha redatto una presa di posizione, pubblicata di seguito.

COP18-CMP8

Doha, 26 novembre-8 dicembre 2012

Nessun Paese si impegna più rispetto al taglio di emissioni di CO2, né è disposto a sottostare a regole che siano eque, coraggiose e legalmente vincolanti.

Si registra il ‘deficit di ambizione’ tra la percentuale attuale di riduzione di gas serra pari a 11-16% rispetto a quella necessaria entro il 2020 pari al 25-40% sui livelli di emissione del 1990. Il 15% delle emissioni è costituito da UE, Svizzera, Australia e Norvegia; l’85% viene principalmente dagli USA (17 ton pro capite anno di CO2) e Cina (7 ton pro capite anno, come l’UE). Per un aumento della temperatura media globale sotto i 2°C la concentrazione di CO2 nell’atmosfera deve essere sotto le 450 parti per milione.

La 18^ COP (conferenza dei paesi che nel 1992 hanno firmato la Convenzione dell’ONU sul cambiamento del clima) sottolinea cioè un passaggio ormai acquisito dentro il percorso dell'UNFCCC, e cioè la trasformazione di tutto il sistema da una cornice legale vincolante ad una più legata ad impegni presi unilateralmente e poi verificati, volta per volta, con la comunità internazionale. Si chiama ‘pledge and review’: impegni volontari da verificare collettivamente.

All’ordine del giorno non la giustizia climatica ma la linea della mitigazione e dell’adattamento … alle conseguenze sul clima della inarrestabile distruzione del pianeta.

Una specie apparsa solo qualche migliaio di anni fa guarda alla Terra come se fosse dissociata dal suo destino.

Compito di questa Conferenza era di concludere il Piano d’Azione delineato a Bali 2007 e consegnare i risultati al gruppo di lavoro designato l’anno scorso a Durban COP 17 che dovrà trattare un accordo vincolante per tutti entro il 2015 che entri in vigore nel 2020.

Il Presidente qatariota della COP, già dirigente di Qatar Petroleum, è riuscito a non far fallire il negoziato, che viene però svuotato di significato. Dal 1 gennaio 2013 inizierà il Kyoto 2, con il Doha climate gateway. Si riconosce il risarcimento per danni causati dai cambiamenti climatici ed i paesi industrializzati si impegnano a stanziare per il Fondo verde almeno una somma pari alla media degli aiuti climatici di questi 3 anni.

Il secondo periodo di impegni sarà, per ora, in continuità legale con il primo ma ancora da riempire di impegni e numeri vincolanti. La data cardine per proporre impegni si sposta al 30 aprile del 2014, esattamente 7 mesi prima del capodanno 2015, anno in cui l'IPCC aveva chiesto il picco delle emissioni di CO2, per poi decrescere.

Metafora e paradigma dell’indirizzo preso nelle politiche per il clima è il Paese che ha ospitato questa COP: il Qatar. L'ex diplomatico argentino Raul Estrada, uno dei padri del protocollo di Kyoto era infatti contrario: "il Qatar ha sistematicamente evitato di prendere impegni volti a diminuire l'uso di combustibili fossili".

Il Qatar è il 19esimo più grande produttore di petrolio grezzo e il quarto esportatore mondiale di gas naturale. Statistiche economiche alla mano è il più ricco paese del pianeta, con i suoi 250mila cittadini che si godono un reddito pro-capite sui 400mila dollari l'anno generato da un milione e mezzo di lavoratori stranieri. Un paese con queste caratteristiche, impegnato ad accumulare ricchezze enormi, grazie al petrolio e al gas, da investire in strategie diplomatiche talvolta oscure, ha sempre prestato poca attenzione alle sue emissioni di anidride carbonica.

Se è vero come è vero che il mondo non può aspettare, allora lo sdegno o la delusione rispetto alle decisioni dei governi deve incontrare una opinione pubblica e delle pratiche alternative che escano dalla nicchia della testimonianza per contrastare le strutture di morte che stritolano la vita sulla Terra.

In tempo di Avvento riceviamo la speranza in un rinnovato inizio e raccogliamo la forza dello Spirito per camminare insieme e sostenere gli uomini e le donne di buona volontà.



Giovedì 20 Dicembre,2012 Ore: 21:43
 
 
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