- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (279) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org È passato il 2011,di Michele Zarrella

Otto domande, otto risposte l’otto del mese
È passato il 2011

Un anno col maggior numero di tempeste.


di Michele Zarrella

Siamo all’inizio di un nuovo anno facciamo un bilancio delle scorso anno.
Il vecchio anno è iniziato con la protesta algerina che poi si estesa in tutta il Nord Africa.
Algeria, Tunisia, Egitto, Libia.  Ci sono stati eruzioni, tornadi e terremoti, l’uragano Irene negli Stati Uniti, alluvioni e frane anche in Italia, la scoperta dei neutrini che vanno più veloci della luce, ed è terminato con il ritiro delle truppe americane dall’Iraq. Un mondo in continuo divenire.
Tragedie umane e tempeste naturali.
Di tragedie e tempeste questo è stato l’anno con il maggior numero. L’11 gennaio una tremenda alluvione in Brasile, seguita da frane uccide più di 800 persone. Il 22 febbraio un terremoto di magnitudo 6,3 della scala Richter colpisce Christchurch in Nuova Zelanda, con un bilancio di oltre 160 morti e 200 dispersi. Il 27 aprile in Alabama e nel Missuori una serie di tornado decimano più di 300 persone e provocano danni ingenti a migliaia di cittadini. Tra il 20 e 29 agosto sempre negli Stati Uniti si forma e si abbatte l’uragano Irene. Ma la più disastrosa tragedia si è avuta in Giappone l’11 marzo. Uno dei più forti terremoti della storia, magnitudo 9 della scala Richter, con epicentro in mare, ha colpito la regione di Tohoku. Ad esso si sono aggiunti il conseguente tsunami e il disastro nucleare di Fukushima con danni incalcolabili che pagheremo per centinaia e cantinaia di anni per la fuoriuscita di materiale radioattivo. Alla fine si sono contati 11.000 morti e oltre 17.000 feriti.
Però molte nazioni continuano a costruire centrali nucleari.
Un’autentica follia. Mentre alcuni paesi hanno dichiarato finita l’avventura nucleare come l’Italia, la Germania, la Svizzera, il Giappone e alcuni Stati americani, la lobby del nucleare fa il suo mestiere e continua a puntare su queste tecnologie pericolose in Cina, India, Russia e Corea del Sud. Ma di cosa ha bisogno l’uomo per convincersi che l’attuale tecnologia nucleare è pericolosissima. Oggi nel mondo ci sono 433 centrali funzionanti e sono di prima e soprattutto di seconda generazione. Poco sicure. Se ne stanno costruendo altre 62 di terza generazione che hanno migliorato alcuni problemi progettuali rispetto alla sicurezza e all’efficienza. Fra quindici venti anni si avranno quelle di quarta generazione, ma nessuna tecnologia ha risolto il problema delle scorie e dello smantellamento delle vecchie centrali. E fin quando non lo avremo risolto è meglio puntare solo sulla ricerca e non sulla costruzione di queste centrali pericolose.
Anche in Italia ci sono state alluvioni e frane.
Eh sì. Messina, la Lunigiana e Genova. E poi in Romagna, Marche e Abruzzo. Come al solito dopo i disastri si contano i morti e si quantizzano i danni, ma non si riflette a ciò che sta combinando l’uomo con le sue attività che non rispettano l’equilibrio di Gaia, il pianeta che vive.
Molti di questi eventi sono naturali.
Certo i terremoti, la violenta eruzione del vulcano Puyehue, in Cile, che ha costretto alla evacuazione 3000 persone e danni ai collegamenti aerei, ed altri fenomeni sono naturali e l’uomo può fare ben poco. Ma se arriva un’alluvione e l’uomo ha costruito nelle zone di esondazione dei fiumi e dei torrenti certamente non si può e non si deve parlare di disastro naturale. Tutti i morti che ci sono stati e quelli che ci saranno a seguito delle radiazioni delle centrali nucleari di Fukushima li possiamo chiamare disastri naturali?
Qualche evento positivo pure ci sarà stato?
L’esperimento che i neutrini superano la velocità della luce, se confermato, è un risultato che mette in discussione tante certezze della fisica e ci ricorda che tante convinzioni umane sono destinate a crollare. Il 31 ottobre la Terra ha raggiunto i 7 miliardi di persone. È stato scoperto Kepler-22 un pianeta molto simile alla Terra. Le milizie americane si sono ritirate dall’Iraq.
Un anno che ci ha dato e tolto tanto.
Ogni anno è tempo che passa ed evoluzioni che avvengono. La storia continua e insegna, ma l’homo sapiens è più propenso a credere nel profitto inesauribile e nella crescita illimitata invece di imparare dai tanti errori che ha commesso e non ripeterli più? Mi viene in mente la follia di matrice neonazista di quel norvegese di 32 anni che ha compiuto la strage in Norvegia massacrando 76 giovani. Questo homo sapiens saprà cambiare alcuni suoi atteggiamenti negativi e pericolosi e sviluppare i lati positivi di tanti progetti per concepire una vita e un futuro migliore in simbiosi con la nostra madre terra?
Un consiglio su tutti.
Rispettare la vita, rispettare l’uomo, rispettare se stessi. E uno dei modi per farlo è non sprecare. Sprecare significa inquinare e inquinare significa un mondo più sporco e meno salubre per tutti noi e per le future generazioni. Una bruttissima eredità che non ci è stata richiesta dai nostri figli. Ricordo a memoria un detto indiano: La Terra non l’abbiamo avuta in eredità dai nostri padri ma in prestito dai nostri figli. Rispettiamola.
Gesualdo, 8 gennaio 2012
Michele Zarrella
Per contatti
 
 


Sabato 07 Gennaio,2012 Ore: 22:39
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Ambiente

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info