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www.ildialogo.org QUALE NUCLEARE?,di Michele Zarrella

QUALE NUCLEARE?

Una scelta per il futuro


di Michele Zarrella

  
Prendere delle decisioni quando si è in uno stato emotivo è rischioso?
 
La pubblicità fa leva proprio sulla consapevolezza che gli stati emozionali sono il motore dei nostri comportamenti. Costituiscono un motorino di avviamento delle nostre azioni, ma con rischio di sbagliare. Per questo parlare di incidenti nucleari, (Three Mile Island, Chernobyl, Fukushima …); del numero dei morti (nel breve, medio e lungo termine);
dei danni e della loro quantizzazione economica; dell’incremento delle malattie tumorali (soprattutto nei bambini e nei feti); dei costi del kWh; della sicurezza;
potrebbe significare che si vuole far leva su di essi. Ma di questi argomenti ne avrete già sentito tante volte parlare o li potete facilmente recuperare su internet.
Come si può decidere senza farsi influenzare dall’emozione?
Informandosi su come stanno cose su cui dobbiamo decidere. Questo significherebbe non subirle.
Facciamo un po’ di chiarezza sul nucleare.
Per questo partiamo da due fatti reali e oggettivi:
b)      l’effetto serra fa crescere la temperatura del pianeta con conseguenti cambiamenti climatici.
Queste due realtà cosa ci impongono?
 Principalmente due atteggiamenti:
  1. una presa di coscienza adeguata; e
  2. la riduzione immediata di immissione di gas serra nell’atmosfera.
Prendere coscienza “adeguata” significa capire che continuare ad emettere anidride carbonica (CO2) a questi livelli, o anche a livelli maggiori, ci porterebbe a vivere dei rischi che non ha alcun senso correre. La nostra società bruciando legna, carbone, petrolio e gas produce l’80% dell’energia necessaria all’attuale tenore di vita. Il guaio di queste fonti è che emettono troppa anidride carbonica nell’atmosfera. Nell’ultimo secolo la temperatura è aumentata di 0,8 °C e nel 2010 la CO2 è arrivata a 392 ppm. Se sopperiremo a tale richiesta, continuando a produrla con le tecnologie attuali, le emissioni di CO2 si raddoppieranno entro il 2050 e la temperatura del pianeta aumenterà di 3 °C. Questo aumento di temperatura è inaccettabile perché potrebbe portare a condizioni climatiche insopportabili per la nostra specie. Pertanto è sapiente ed opportuno diminuire urgentemente l’immissione di gas serra nell’atmosfera. Come farlo?
Come possiamo risolvere il problema energetico?
Il problema energetico con le sue conseguenze è un problema molto complesso e necessita obbligatoriamente di una soluzione complessa. Esso incide in centinaia di decisioni che vanno dal cambiamento dei nostri comportamenti alla progettazione dei veicoli, aerei, città, centrali elettriche, uso dell’energia, all’incremento demografico, ecc..
Possiamo agire in tanti modi, soprattutto su due:
a)      eliminare gli sprechi;
b)      ricercare nuove fonti di energia che non emettono gas serra.
Il punto a) sta tutto nella nostra mente. Sta nella volontà di ciascuno di noi di cambiare i propri comportamenti adeguandoli al minor consumo possibile per ottenere lo stesso risultato. Quindi realizzare costruzioni meno energivore, trasporti più razionali, piccole reti, … fino ad arrivare ai comportamenti quotidiani: non lasciare le apparecchiature elettriche in stand by; camminare a piedi o in bici; comprare veicoli e apparecchiature che consumano meno (classe A+), riciclare e recuperare tutto ciò che si utilizza, ecc. Il problema di eliminare gli sprechi è culturale e morale.
Dobbiamo capire che quando consumiamo energia immettiamo CO2 nell’atmosfera e renderci conto che sprecare l’energia è un comportamento socialmente dannoso …
Il punto b) ci spinge alla ricerca di nuove fonti energetiche, che siano meno inquinanti e più durature. Quali le possibili fonti?
Attualmente due sono le tecnologie su cui puntare il nucleare e le rinnovabili, ma riguardo all’attuale tecnologia nucleare ho ancora dei dubbi.
I principali dubbi sul nucleare sono:
  1. la salute pubblica è a rischio?
  2. esiste un sito sicuro per lo stoccaggio delle scorie?
  3. esistono zone adatte alla costruzione di centrali nucleari, cioè quelle zone senza rischio geologico, sismico, tzunami, con abbondantissima acqua (60 m3/s necessaria per raffreddare il reattore), e lontano da centri abitati?
  4. la possibilità di attacchi terroristici si può escludere?
  5. lo sviluppo di armi nucleari è più incentivato?
  6. quando si parla dei costi vengono considerati i costi per la dismissione in sicurezza?
  7. e quelli derivanti dagli incidenti?
  8. quando si dice che non vi è emissione di CO2, viene considerato tutto il ciclo della produzione, compresa l’estrazione dell’uranio?
  9. l’uranio è una fonte fossile quanto durerà ?
  10. …nei casi di danni come Chernobyl e Fukushima CHI PAGA? 
L’impresa costruttrice e che gestisce la centrale non è tenuta a pagare i danni. Sì i dirigenti vengono mandati via e sostituiti, ma nessuno pagherà i danni. Allora li pagherà la comunità sia economicamente che in termini di salute.
In conclusione puntare sull’attuale tecnologia nucleare è pericoloso.
 
 Però, bisogna pur dare una soluzione alla richiesta di energia.
 Per fare ciò, capita a fagiolo il rapporto, del Comitato intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) dell’ONU, frutto del lavoro di 120 scienziati indipendenti, pubblicato il 9 maggio 2011,  un mese fa, dal titolo «Relazione speciale sulle fonti energetiche rinnovabili». Si tratta di approfonditi studi, in cui sono contemplati 164 scenari futuri che considerano tanti parametri fra cui l’incremento demografico, l’aumento di richiesta di energia, il tenore di vita, il reddito pro capite, il rapporto costi/benefici, le risorse ecc.. Rappresenta l’analisi attualmente più esaustiva e più indipendente sul futuro delle energie rinnovabili e soprattutto dei vantaggi sociali ed ambientali che ne deriverebbero se utilizzassimo le rinnovabili.
         Perché non ascoltare l’ONU quando in uno degli scenari proposti prevede che, per il 2050, l’umanità potrà reperire l’80% del suo fabbisogno energetico da fonti di tipo rinnovabile: fotovoltaico, eolico, geotermico, onde, maree, correnti oceaniche, rifiuti, fognature ….
Se si attuasse questo scenario, faremmo un passo da giganti passando dal 17 % (del 2008) all’80% nel 2050 con un taglio di oltre 1/3 delle emissioni di gas serra che consentirebbe di tenere l’innalzamento della temperatura globale al di sotto di 2 °C, centrando così uno degli obiettivi previsti dal vertice sui cambiamenti climatici che si tenne a Cancun nel dicembre 2010.
La soluzione è a portata di mano già con le tecnologie esistenti oggi.
       Ci sono altri studi, come quelli del WWF e di Legambiente, che dimostrano che è possibile sopperire alle esigenze energetiche dell’umanità con l’energia rinnovabile entro il 2050.
        Va inoltre considerato che se si investe, nelle tecnologie verdi si otterranno ulteriori progressi e maggiori rendimenti facendo prevedere scenari ancora più favorevoli.
Cosa rispondere a chi continua a proporre di costruire le centrali nucleari?
Diciamogli di alzare lo sguardo al cielo: una grandissima centrale nucleare ce l’abbiamo già sulle nostre teste: il Sole.
Il Sole costituisce la gigantesca centrale nucleare con cui il pianeta convive da 4,6 miliardi di anni e quindi anche la nostra specie. Si tratta di saperla utilizzare e trasformare per i nostri bisogni, come già fanno le piante.
      Ma il futuro e le strategie energetiche della nostra società passano attraverso le scelte politiche. E la politica, come dice Al Gore, è rinnovabile. Il suo rinnovamento dipende da ognuno di noi. Quando andiamo a votare occorrerà eleggere i politici in base alla loro capacità di pensare al futuro e programmare giuste scelte nel lungo periodo.
Si svolgerà fra pochi giorni la consultazione referendaria. E' la prima sfida che si pone davanti a noi. 
E quale occasione migliore di partecipare massicciamente e di andare a votare per quesiti che impegnano diritti e bisogni reali come acqua, nucleare e uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. Sono concetti che non devono essere posti sotto alcuna bandiera partitica. Sono concetti semplici alla portata della comprensione e della sensibilità di tutti. E tutti devono partecipare. Partecipando in massa e superando il quorum dimostreremo di aver preso coscienza dei problemi, di voler decidere e non subire le decisioni altrui, di voler partecipare alla costruzione del nostro futuro.
Gesualdo, 8 giugno 2011
Michele Zarrella
Per contatti
 


Mercoledì 08 Giugno,2011 Ore: 09:02
 
 
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