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www.ildialogo.org Una lettera alla pagina locale de Il Centro,di don Aldo Antonelli, Parroco di Antrosano

Abruzzo
Una lettera alla pagina locale de Il Centro

di don Aldo Antonelli, Parroco di Antrosano

Spett. le Direttore

PAGINA MARSICANA de IL CENTRO

AVEZZANO

Leggo sul vostro giornale di ieri, domenica 6 Novembre, delle varie reazioni di alcuni nostri politici al discorso tenuto dal Vescovo Pietro Santoro in occasione della ricorrenza del 4 Novembre.

Mi fa piacere che molti hanno consentito con quanto espresso nell’omelia dell’Ordinario Diocesano, anche se temo che molti consensi siano più di facciata che di coscienza: si dice “SI” più per convenienza che per intima convinzione. Visto che la religione è diventata una “loggia di esposizione mediatica” tramite la quale farsi accettare dal popolino e fargli inghiottire anche le pillole amare di “figuri” indigesti e per la loro condotta pubblica e per la loro malavita privata, difficilmente si ha il coraggio di dissentire e/o criticare le gerarchie della chiesa cattolica. Sotto questo aspetto sarebbe da ammirare l’unica voce di dissenso del consigliere Di Cicco, il quale ha avuto il coraggio di dire quel che pensa. Ciò che sconcerta, nel caso, è la motivazione riportata dal giornalista: “Pensi piuttosto alle parrocchie!”.

E siccome questa è una motivazione spesso ricorrente nei confronti dei preti e dei vescovi solitamente impegnati nel sociale soprattutto quando criticano la classe politica e non invece quando la adulano, allora penso sia doveroso far chiarezza una volta per tutte.

“Pensi alle anime!” si dice cretinamente ad un parroco o ad un vescovo (più raramente ad un papa…) ogni qual volta  osa puntare il dito contro le irresponsabilità, le ingiustizie e le vergogne di certe scelte politiche o di determinate situazioni sociali. Lo si dice a volta anche a me: “che pensi alle anime!” come se le anime vivessero in un olimpo astratto dalla concretezza storica e disancorate dalla materialità dei corpi.

Si da il caso che noi cristiani siamo, dobbiamo essere seguaci di quel  Cristo che ordinò agli apostoli: “date voi da mangiare loro”, di fronte ad una folla che lo seguiva e che non aveva dove trovare pane. Si da il caso che nel nuovo testamento leggiamo lapidariamente: «Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: “andate in pace, riscaldatevi e saziatevi”, ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve?» (lettera di san Giacomo 2,15-16). E sappiamo bene che oggi il pane di cui ha bisogno la nostra gente non è un piatto di minestra, ma una politica più umana e più giusta, una distribuzione più egualitaria delle risorse che i politici devono mettere in atto e che noi cristiani dobbiamo rivendicare.

Un plauso quindi al vescovo che ci ricorda queste urgenze e un biasimo a quanti, politici e non, vorrebbero una religione-placebo, innocua e indolore. Costoro, anche se battezzati, sono estranei al cristianesimo e alla sua cogente concretezza.

Aldo Antonelli parroco



Marted́ 08 Novembre,2011 Ore: 19:54
 
 
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