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www.ildialogo.org Se un bambino vende Cristo al supermercato...,Bruno Gambardella

Se un bambino vende Cristo al supermercato...

Bruno Gambardella

 Qui, tra Sparta e Atene, rispettiamo molto i bambini. Disprezziamo chi li rende oggetto di turpi attenzioni sessuali; riteniamo pericolosissima l’abitudine di certi genitori di abbandonarli davanti a televisori e playstation (nuove tate della modernità); ci ripugna il loro utilizzo per fini commerciali e pubblicitari. I fanciulli, nel mondo occidentale che fu opulento, vivono certamente un’esistenza meno drammatica dei loro coetanei nati e cresciuti nei Paesi poveri e in guerra, ma non sempre sono trattati con dignità.

Anche le religioni spesso vengono meno al loro dovere educativo. Non stiamo parlando dei casi di pedofilia o dell’indottrinamento violento di futuri attentatori suicidi nel nome e per conto della “guerra santa”: c’è dell’altro, di certo meno drammatico, ma molto inquietante.  

In questi giorni la rete sta facendo conoscere in tutto il mondo Kanon Tipton, 4 anni (!!!),  uno dei predicatori più seguiti della chiesa pentecostale di Grenada, nello stato del Mississippi, Stati Uniti d’America.

Kanon inizia le sue "predicazioni" all'età di due anni. Dopo aver ascoltato un sermone tenuto dal nonno sale su palco e, impugnando il microfono, inizia a gridare parole incomprensibili accompagnate dalla gestualità di un predicatore consumato. La baby esibizione viene pubblicata su youtube e il successo è immediato: quattro milioni di utenti. Ha inizio così la sua "carriera religiosa”. Oggi il piccolo infiamma la platea della sua comunità, che subito ha creduto e puntato su di lui. Il padre Damon, anch’egli pastore, si dice orgoglioso di quello che sta accadendo al piccolo Kanon: "Credo che stia assorbendo quello che vede come fanno tutti i bambini della sua età. E’ evidente che il tono è reale, ci mette un tale fervore e tanta passione. Sente qualcosa, sente la presenza di Dio: credo che la mano di Dio sia su di lui".

La “missione per conto di Dio” è iniziata presto, troppo presto. Il bambino, come tutti o quasi tutti i suoi coetanei, non sa né leggere né scrivere. Sa, invece, salire sul pulpito della sua parrocchia e predicare il Vangelo. Un “miracolo”, secondo alcuni. Una buffonata, o uno squallido espediente pubblicitario, secondo altri… Kanon non è l’unico baby-predicatore. Vi sono adolescenti come Terry Durham, che vive in Florida ed è visto dai suoi adepti come un guaritore, che sono davvero molto popolari,  hanno dei siti internet personali e vendono dvd,  libri e tutto ciò  che possa documentare la loro attività di “evangelizzazione”. I pulpiti diventano palchi di teatro e lì i piccoli gesticolano e urlano: non si capisce se siano invasati da Dio o indemoniati… Questi ragazzini girano il mondo e raccolgono sempre più seguaci, tanto da conquistare l’interesse dei commentatori esterni al “circo mediatico-religioso” americano. Il  National Geographic Channel ha trasmesso, con grandi ascolti, il documentario Predicatori tascabili.

La società americana vive un periodo di profonda crisi economica e di identità. Agli eserciti di uomini adulti, incravattati e impomatati, pronti a urlare la parola di Dio di fronte a platee ipnotizzate si sono affiancate queste nuove leve. Il giro di affari che si nasconde dietro la moda del  “Vangelo urlato” è davvero impressionante. Non stiamo parlando di semplici predicazioni da chiesa fondamentalista di campagna, ma di veri e propri eventi, organizzati seguendo tutti i canoni del marketing: prodotto, prezzo, punto vendita, promozione. I sermoni sono venduti sul mercato ad un minimo di 700 euro per un intervento di due ore e le comunità sborsano un anticipo in contanti per almeno 150 dvd (circa 550 euro) per assicurarsi la visita dei predicatori.  La promozione è curata in ogni dettaglio e si serve dei diversi mezzi di comunicazione a disposizione: internet, televisione, radio, riviste, locandine, cartelloni pubblicitari.

Quello dei baby-predicatori rappresenta l’ennesimo esempio di mercificazione legata all’immagine pulita dei bambini, un fenomeno tristemente diffuso nella società attuale. Non ci sentiamo dei moralisti bacchettoni, ma tutto ciò a noi sembra più grave di un messaggio pubblicitario che punta a vendere una merendina o un formaggino grazie al faccino dolce e tenere di un fanciullo. Forse non abbiamo capito niente di evangelizzazione e valori come carità, solidarietà, impegno per la pace e per la giustizia sono ferri vecchi. Sarà, ma a questo Cristo urlato e usato come una clava sui peccati degli altri (dimenticando i propri) non riusciamo proprio ad abituarci…



Marted́ 20 Dicembre,2011 Ore: 08:26
 
 
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Sparta e Atene

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