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www.ildialogo.org Italia 2011: il ritorno di Caligola,Bruno Gambardella

Italia 2011: il ritorno di Caligola

Bruno Gambardella

Sono tante le immagini raccapriccianti proposte in questi giorni dai telegiornali. Con imperturbabile ipocrisia, i mezzibusti premettono che i bambini e coloro che sono particolarmente sensibili dovrebbero evitare di assistere al macabro spettacolo: in realtà direttori e redazione sono in sollucchero pregustando il picco d’ascolto. Lo sappiamo, lo abbiamo scritto tante volte, lo subiamo. E’ la società degli avvoltoi, quelli che svolazzano sui cadaveri ancora caldi delle minorenni e poi si cibano dei dati Auditel.

L’ipocrita premessa al filmato choc non è stata pronunciata nei lanci dei servizi sul primo congresso del Movimento di Responsabilità Nazionale. Eppure le immagini che mostravano Scilipoti e i suoi “Responsabili” sul palco a cantare l’inno nazionale sotto lo sguardo coccolante di Silvio Berlusconi dovevano essere consigliate ad un pubblico di soli adulti, dotati di nervi forti e una selva di pelo sullo stomaco…

Noi non siamo molto nazionalisti: non ci commuoviamo ascoltando l’inno di Mameli, non ce ne frega niente dei mondiali di calcio e non ci sentiamo rappresentati degli “azzurri” (undici miliardari spesso semianalfabeti) che corrono dietro ad un pallone, pensiamo con rimpianto a quella che poteva essere la piccola patria meridionale inserita nella grande patria europea. Eppure il guardare Mimmo Scilipoti (“il mio amico Mimmo”, il salvatore del governo e della nazione”, come recita commosso Berlusconi), e i suoi che cantano Fratelli d’Italia con la mano sul cuore ci ha provocato turbamento, quasi fastidio, certamente imbarazzo. Abbiamo avuto l’impressione di sentire l’eco delle risate sghignazzanti dei giornalisti stranieri, accorsi come api sul miele per raccontare ancora una volta quest’Italia allo sbando, da fine impero, in preda ad una crisi economica e finanziaria che certo non potrà essere risolta da un Berlusconi-Caligola e dai suoi parlamentari “responsabili” eticamente e moralmente meno affidabili di certi cavalli nominati senatori secoli fa.

Le cronache sono quelle da set di un film pulp o, ad essere ottimisti, da cinepanettone vanziniano. Ad acclamare Mimmo e Silvio c’erano truppe cammellate così ben organizzate da far morire d’invidia l’indimenticabile Clemente Mastella. Ma se  il leader di Ceppaloni si limitava ad organizzare autobus di sanniti in gita premio a Roma (viaggio, pranzo pagato e rapida visita alla capitale, piccolo rimborso spese), il maestro della medicina olistica proveniente da Messina ha voluto strafare: hostess giunte in limousine (le scilipotine), orchestrina, la fanfara, prete di campagna benedicente, suora che gira per la sala con un’immagine di un Cristo grondante sangue e paragonato al povero Silvio e al generoso Mimmo, sostenitori veneranti.

E la politica? Al di là della solita solfa berlusconiana sui giudici comunisti, sul golpe di Tangentopoli (il primo a beneficiarne è stato proprio lui; il secondo Di Pietro, quello che ha candidato e nominato deputato il caro Mimmo) e sugli alleati infedeli (Fini e Casini) che hanno impedito le riforme, poco o niente da segnalare. In sala erano presenti come graditi ospiti quattro o cinque fascisti che sono riusciti a fregare nome e simbolo del vecchio Msi-Dn agli ex An: avranno di certo gradito le filippiche omofobe di Scilipoti e dei suoi dirigenti, tutti Dio, Patria e famiglia tradizionale. Tutto qui. Nessun serio tentativo di fingere un progetto politico: almeno Mastella e signora ci provavano e qualche volta ci riuscivano pure…

Mentre in Italia il governo più screditato nella storia della repubblica si regge grazie ai voti del Movimento di Responsabilità Nazionale il mondo si interroga su ciò che accadrà nei Paesi arabi e cerca strategie per uscire da una spaventosa crisi di sistema. E l'opposizione? Organizza patetici Aventini, s'indigna per i radicali che trattano (sbagliando tattica e strategia) per tentare di raggiungere i loro storici obiettivi sapendo di avere a che fare con un premier disposto a promettere di tutto, brancola nel buio…

Sarebbe opportuno che qualcuno chiedesse conto ai leader dell’opposizione, agli illuminati dirigenti del Partito Democratico e di Italia dei Valori, delle candidature (e conseguenti nomine in Parlamento) dei dieci "responsabili" che sono passati in maggioranza e di quelli che - per ora – sono ancora all'opposizione, ma sono entrati nell'UDC.

Se l'alternativa a re Silvio e al caro Mimmo è questa, stiamo freschi... Accusateci pure di essere dei nostalgici neoborbonici, ma permetteteci di gridare: ridateci Franceschiello, che è molto meglio di Franceschini!



Domenica 23 Ottobre,2011 Ore: 10:54
 
 
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