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www.ildialogo.org Parco Sandra Mondaini e Raimondo Vianello e piazza Gigi D'Alessio,Bruno Gambardella

Parco Sandra Mondaini e Raimondo Vianello e piazza Gigi D'Alessio

Bruno Gambardella

Qui a Sparta e Atene Vianello e Mondaini sono sempre piaciuti. Ricordiamo con nostalgia i sabati sera trascorsi a sorridere delle scenette della coppia milanese che andavano in onda in quegli show che la televisione italiana trasmette ancora in pillole per riempire i palinsesti estivi. Non apprezzammo Raimondo quando, nella primavera del 1994, nel corso della trasmissione sportiva della domenica su Canale 5, parlando del Milan colse l’occasione per dire che lui aveva votato per il presidente dei rossoneri, Silvio Berlusconi. Notammo però un grande imbarazzo: forse si vergognava per quello spot elettorale imposto dal padrone a tutti i dipendenti della Fininvest, un’armata a sostegno di Forza Italia e del suo leader appena scesi in campo.

I due coniugi  non hanno mai nascosto la loro simpatia per il centrodestra e varie volte sono apparsi sulle riviste patinate che raccontavano del presunto miracolo italiano made in Arcore. Tutto legittimo, per carità: gli artisti hanno tutto il diritto di esprimere le loro opinioni, soprattutto quando queste non sono legate a interessi di carriera. Sandra e Raimondo non avevano certo bisogno di incensare il capo per lavorare: hanno sempre avuto un loro pubblico e coloro che non apprezzano Berlusconi non li hanno certo abbandonati per le loro posizioni politiche.

Il discorso è molto diverso per quei personaggi dello spettacolo sfacciatamente schierati per lucrare un ingaggio o almeno un’apparizione sulle reti Mediaset, ma ancor peggio quelli che, come molti giornalisti RAI, vivono crisi esistenziali e maturano ripensamenti politici ad ogni cambio di maggioranza governativa.  A Napoli si ride ancora di Gigi D’Alessio: prima candidato (trombato) di Forza Italia al consiglio comunale partenopeo, poi bassoliniano convinto (“Avevo accettato di entrare nella lista di Berlusconi perché speravo di lavorare con Canale 5”, dichiarò al quotidiano Il Mattino), poi di nuovo a sostegno del centrodestra di Lettieri naufragato dopo lo scontro con la corazzata De Magistris.

Abbiamo stima e affetto per i  grandi artisti indipendentemente dalle loro idee politiche e sono benvenuti gli omaggi toponomastici a Fabrizio De André e Giorgio Gaber (anarchici e libertari), a Pierangelo Bertoli e Sergio Endrigo (di sinistra), a Lucio Battisti e Bruno Lauzi (di destra). Noi non avremmo mai criticato la decisione di una giunta comunale di intitolare una strada o una piazza, un teatro o persino una scuola a Raimondo Vianello e a Sandra Mondaini, ma c’è un limite a tutto.

A Parma, il grande parco che si estende tra via Mantova e via Lazio, si chiamerà in futuro Parco Raimondo Vianello e Sandra Mondaini. Piccolo particolare: fino a oggi lo spazio verde utilizzato per correre, per condurvi bambini, per respirare aria buona era intitolato a Giovanni Falcone e a Paolo Borsellino. Un’ottima occasione per tenere viva la memoria delle nuove generazioni e di chi, in cerca di un momento di relax, poteva rivolgere un pensiero ai due giudici uccisi dalla mafia.

La sconcertante decisione è stata presa dalla maggioranza di centrodestra nel consiglio comunale di Parma e a questa si sono opposti non solo i rappresentanti locali dell’opposizione, ma anche una grossa fetta della società civile parmense che ha mostrato di non aver gradito l’idea. Nelle lettere ai giornali, in rete, nelle discussioni al bar o in piazza emerge con chiarezza che il problema non è rappresentato dagli incolpevoli Sandra e Raimondo, ma la volontà di omaggiare due personaggi televisivi piuttosto che due magistrati che hanno lottato, morendo, per la giustizia italiana. Durissima la posizione degli esponenti del Popolo Viola di Parma: “Apprendiamo con sgomento il cambio di nome del Parco dedicato a Falcone e Borsellino ed ora intitolato a Sandra Mondaini e Raimondo Vianello. Per quanto la coppia televisiva abbia sicuramente una storia degna di una tale onorificenza per aver fatto sorridere e intrattenuto migliaia di Italiani per decenni, ci sembra un’offesa indigeribile e inaccettabile, in una città tristemente alla ribalta nazionale per i gravi fatti di corruzione diffusa nel comune e per le sempre crescenti infiltrazioni mafiose all’interno delle aziende parmensi, cancellare i nomi di due gloriosi magistrati che hanno difeso con la vita lo Stato”.

Il sindaco berlusconiano Pietro Vignali, noto anche per aver condotto il comune della ricca Parma sull’orlo del dissesto finanziario e per la sua strenua resistenza alla richiesta di dimissioni avanzate da migliaia di cittadini durante numerose fiaccolate, ha cercato di rimediare in qualche modo annunciando che a Falcone e a Borsellino verranno dedicati due nuovi e grandi viali nei pressi della stazione. Resta un dato di fatto: è stato lanciato un segnale forte e chiaro in una direzione che non è quella del rispetto della legalità e della memoria storica e questo, in una ricca città del centronord divenuta la periferia di Casal di Principe, è molto preoccupante.

Da questa vicenda qualcuno potrà trarre motivi di speranza per un riconoscimento postumo. Quando non ci sarà più, ovviamente tra Cient’anni (come il titolo del suo primo, grande successo neomelodico), anche Gigi D’Alessio potrà avere la sua bella piazza (non so, piazza Garibaldi a Napoli), magari tra via Alvaro Vitali e corso Moana Pozzi….



Marted́ 09 Agosto,2011 Ore: 22:31
 
 
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