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Sesso democratico e popolare

Bruno Gambardella

 Da quando il presidente del consiglio italiano ha iniziato ad abusare delle mitiche pillolette blu e le leggendarie tisane di Scapagnini gli hanno messo il turbo, la pornografia è diventata parte integrante del dibattito politico italiano. In passato il sesso era stato oggetto di discussione: la legge Merlin che aboliva le case chiuse, le rivendicazioni libertarie dei movimenti di genere e dei diritti civili, l’elezione di Ilona Staller “Cicciolina” in parlamento, persino le eleganti metafore del primitivo (in tutti i sensi…) Umberto Bossi con il suo “La Lega ce l’ha duro!” avevano introdotto il tema in un’Italia bigotta e pruriginosa, ma mai prima dell’apogeo del berlusconismo le perversioni sessuali dei potenti (è il caso di dirlo…) erano diventate argomenti centrali come le manovre economiche,  la giustizia o la disoccupazione…

Paolo Guzzanti ha coniato il termine mignottocrazia per indicare un metodo per la scelta della classe dirigente del centrodestra. Alcune esponenti del “più cattolico dei governi  italiani” (copyright Silvio Berlusconi) avrebbero guadagnato sul più antico dei campi di battaglia tra uomo e donna i galloni ministeriali, ma anche le cariche di minor prestigio sarebbero state assegnate alle favorite dell’imperatore. I soliti bene informati sostengono di aver ascoltato o letto le trascrizioni di alcune intercettazioni (che persino i giornali più ostili al premier hanno preferito non pubblicare) che svelerebbero dalla viva voce delle protagoniste l’elenco dei meriti che hanno consentito loro di scalare il potere. Al confronto le storie delle amanti di Bettino Craxi, dei gusti “particolari” di Marrazzo e delle scappatelle di alcuni politici di un certo rilievo potrebbero entrare in un libro di testo in adozione in un educandato retto dalle Orsoline…

Negli ultimi tempi però il vento sembra essere cambiato e il popolo, soprattutto quello che usa la rete internet e le nuove tecnologie, ha mostrato di voler riprendere la centralità che gli assegna la Costituzione repubblicana. Qualcuno ha ben pensato che, dopo la vittoria referendaria, assieme all’acqua dovesse essere reso pubblico anche il sesso.

Fino a pochi giorni fa a Lazise (Verona) la giunta comunale andava fiera del suo mega schermo piazzato sotto il municipio per farvi scorrere informazioni turistiche, con la possibilità per gli utenti di collegarsi attraverso una tastiera con il portale Verona Più Online: un’istallazione tecnologica che dava un tocco di modernità e un refluo di aria metropolitana al paesello. 
Un gruppo di sedicenni però, per scherzo e per sfida, trafficando sulla tastiera sono riusciti a escludere il firewall e a collegare lo schermo direttamente al sito per adulti più famoso in assoluto: YouPorne! Per tutta la sera, fino a notte inoltrata, la piazza di un cattolicissimo e padanissimo paesino del nord est è stata più infocata e vibrante di ormoni di una sala di cinema porno. I filmati, audacissimi, sono stati sparati uno dietro l'altro senza respiro... Senza fiato anche i passanti che, contrariamente al solito, si sono assembrati davanti allo schermo trattenendosi a lungo davanti al municipio. Alcune cronache riportano di un tifo da stadio che accompagnava le performance più funamboliche…

Il gestore di un piccolo bar dei dintorni ha dichiarato entusiasta: “E’ stato un evento storico:  mai visto tanta gente così in piena notte in piazza a Lazise...  Tutti si fermavano a guardare, soprattutto uomini... le donne ridacchiavano ma poi si allontanavano. Tutti i gestori della piazza hanno lasciato il lavoro e si sono raggruppati a guardare questo spettacolo, che per noi maschietti è stato, diciamo, più che divertente”. Solo dopo molte ore, dopo molteplici crisi di nervi del sindaco e degli assessori, gli incaricati del comune, tra il disappunto generale, sono intervenuti per chiudere gli accessi al sito godereccio...

I giovani veronesi esperti della rete hanno dunque “popolarizzato” il sesso a partire dalla profonda provincia veneta. E’ stata una piccola, breve conquista, ma secondo alcuni commentatori l’esperienza ha lasciato il segno. Non sappiamo a che tipo di scene abbiano assistito i fortunati ma, visto i tempi che corrono, siamo convinti del fatto che qualcuno si sarà  chiesto se erano filmati delle “eleganti cene di Arcore” (un “bordello”, secondo i pm milanesi del caso Ruby), una seduta del consiglio regionale della Lombardia o, perché no, di un consiglio dei ministri… 



Domenica 03 Luglio,2011 Ore: 23:44
 
 
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