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www.ildialogo.org Al voto, sognando l'Islanda...,Bruno Gambardella

Al voto, sognando l'Islanda...

Bruno Gambardella

 Mentre in Italia il presidente del consiglio e quasi tutti i suoi ministri dichiarano (senza arrossire) che non si recheranno ai seggi domenica o lunedì perché i referendum sarebbero inutili, altre nazioni rendono al mondo testimonianza di democrazia, civiltà e senso delle istituzioni.

In Islanda, nonostante la tremenda crisi economica e il fallimento di una classe politica che non è riuscita ad arginare la bancarotta, i cittadini non hanno perso il rispetto delle istituzioni e la voglia di ricostruire. La commissione costituzionale sta lavorando al nuovo testo praticamente “in diretta” attraverso internet e i principali social network. I testi vengono condivisi e ogni articolo della bozza può essere commentato, si  producono emendamenti, correzioni formali, ma si può rifiutare del tutto la proposta.

 La piccola isola dei ghiacci e dei vulcani vicina al Polo nord conta solo 320 mila abitanti e senza dubbio questo favorisce un contatto diretto tra governanti e governati. La tecnologia è molto diffusa anche perché, durante il lunghissimo e rigidissimo inverno, è  naturale cercare la socializzazione attraverso internet: basti pensare che nella repubblica artica due terzi degli abitanti possiede un profilo su Facebook…

 Come ha fatto notare in un’intervista al quotidiano  inglese Guardian il presidente della commissione, è la prima volta che una Costituzione viene riscritta grazie al contributo fondamentale del popolo della rete. L’opinione pubblica può così assistere alla nascita del nuovo documento. È un procedimento molto diverso rispetto ai vecchi tempi, quando i padri costituenti preferivano rinchiudersi in un luogo fuori mano, privo d’influssi esterni.

 Dopo la terribile crisi economica e finanziaria che ha distrutto le banche e l’economia dell’Islanda,  gli isolani hanno trovato la forza per lasciarsi alla spalle un periodo difficile e, partendo proprio dalla Carta fondamentale, ricominciare un percorso di vita istituzionale da sempre caratterizzato dal rispetto per le regole, da grande tolleranza e un’avanzata concezione dei diritti civili (basti pensare che la presidente in carica, dopo anni di convivenza, grazie all’approvazione parlamentare dei matrimoni gay, ha di recente sposato la sua compagna). La  Costituzione attualmente in vigore risale al 1944 (l’anno dell’indipendenza) e, ad eccezione dello status repubblicano dello Stato, non è altro che una variante nemmeno troppo significativa di quella vigente in Danimarca, Paese retto da una monarchia.

 L’operazione  di crowdsourcing (ovvero la condivisione di un progetto con più persone attraverso Internet) fa seguito al forum dello scorso anno dove 950 cittadini sono stati selezionati a caso per partecipare a una giornata di dibattito sulla futura Costituzione.

La nuova Carta dovrebbe essere pronta entro luglio e verrà sottoposta a referendum confermativo senza passare dal Parlamento in quanto, vista la sua genesi e sviluppo, sarà un documento scritto dai cittadini per i cittadini.

 L’idea che sta alla base è rivoluzionaria  e accoglie il meglio che le nuove tecnologie possono offrire, a partire dal coinvolgimento dei cittadini fin dall’inizio il pubblico e non solo alla fine, attraverso il referendum. Il risultato più concreto e immediato è stato il ritorno all’ entusiasmo per un popolo in ginocchio, avvilito, impoverito, ma gli effetti positivi si sentiranno anche nel lungo termine. Con  la nuova costituzione il Parlamento avrà più  poteri per controllare quel sistema bancario che è saltato a causa delle speculazioni, saranno profondamente rivisti i criteri d’elezione dei deputati e di nomina dei giudici. Il contatto continuo e diretto con gli islandesi sarà istituzionalizzato e la nuova classe politica non potrà ignorare le critiche e le sollecitazioni dell’opinione pubblica.

 La bozza di documento costituzionale già  piace alla rete, soprattutto ai giovanissimi, e disegna un nuovo scenario per tutte le democrazie. Certo, l’intera Islanda è abitata da un numero di persone paragonabile a quelle di un quartiere di Roma o di Milano, ma tutto ciò ci lascia sperare anche per questa disastrata Italia, dove i politici affermati sono quasi tutti oltre i 70 anni di età e vivono con fastidio il coinvolgimento diretto degli elettori, ad esempio attraverso la scheda referendaria. Quando i cittadini potranno esprimersi frequentemente (e dopo un adeguato dibattito) sulle questioni che segnano le vicende di una nazione, le parole dei Cicchitto e dei Gasparri, dei Veltroni e dei Casini sembreranno ancor più dei vuoti esercizi di retorica ,  reperti archeologici di un’età che si potrà finalmente archiviare…

 A proposito di voto: domenica 12 e lunedì 13, qualunque sia il vostro parere sulla privatizzazione dei servizi (in primis l’acqua), sul nucleare e sul legittimo impedimento, andate ai seggi. In attesa di un po’ d’Islanda anche da noi non facciamoci derubare della scheda referendaria… Buon voto a tutti!



Sabato 11 Giugno,2011 Ore: 00:23
 
 
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