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Silvio Pollicino e gli addormentati nel bosco

Bruno Gambardella

 Come ampiamento previsto, al Caro Leader l’idea di aver sbagliato qualcosa nella campagna elettorale e nelle scelte politiche degli ultimi anni non è passata minimamente per la testa. Nel corso delle riunioni post voto è stata scatenata la caccia grossa ai capri espiatori da sacrificare dopo la possibile slavina elettorale. Secondo qualcuno l’obiettivo è quello di difendere la presidenza del consiglio dal possibile “fuoco amico”, di gestire una difficile verifica che potrebbe portare la Lega a smarcarsi e i Responsabili ad alzare il prezzo della loro collaborazione.

A nostro parere Silvio Berlusconi, in assoluta buona fede, non è proprio capace di poter pensare ad un’autocritica ed è alla spasmodica ricerca dei colpevoli pur di non ammettere di essere fallibile come tutti. Arrivati ad una certa età è praticamente impossibile “deprogrammare” chi, invitando i suoi avversari a non guardarsi allo specchio per non rovinarsi la giornata, non si rende conto che la sua immagine è quella di un anziano ometto che, a causa del cerone, dei capelli di plastica e del lifting, si rende quotidianamente ridicolo.  Ammettere di aver commesso qualche errore potrebbe aprire qualche crepa in una personalità disturbata da un delirio di onnipotenza che, se fosse spazzato via dalla prepotente realtà, lascerebbe solo macerie. L’incapacità di cogliere la realtà si è manifestata anche durante i comizi quasi a reti unificate e nel corso della sua ultima apparizione a Porta a Porta. Annuncia, cosa già fatta innumerevoli volte negli ultimi lustri, che il governo va avanti ed è pronto a realizzare riforme epocali, a partire da quella sulla giustizia e da quella fiscale, che nei prossimi due anni dovrebbero cambiare il volto dell’Italia.

Le elezioni amministrative, soprattutto quelle milanesi, erano state definite dallo stesso Berlusconi un vero e proprio referendum sulla sua leadership. Oggi sono state ridimensionate ad un semplice e ininfluente test che, come in tutti i Paesi occidentali, non può che segnalare qualche difficoltà per le amministrazioni in carica durante i periodi di crisi economica. I responsabili del disastro, ovviamente, sono i tanti Moratti e Lettieri che hanno fatto subire al PDL delle severe batoste in tutta Italia: nessuna responsabilità del Capo che, cosa evidente anche a Sallustri e Minzolini, non può non aver scelto personalmente i candidati nelle grandi città e che ha nominato i coordinatori regionali e provinciali che hanno gestito le realtà più piccole.

Il governo non c’entra. Le pessime performance dei ministri non hanno influenzato gli elettori delle grandi città e l’opinione pubblica più attenta. L’aumento della pressione fiscale, le polemiche sulla magistratura, il problema dei rifiuti incancrenitosi a Napoli non esistono nei cieli azzurri e nei cori dei supporters azzurri. Da Vespa il Cavaliere riesce addirittura a sostenere (lo ribadiamo, siamo assolutamente certi della sua convinzione) che il drastico calo delle preferenze sia dovuto soprattutto alla presenza del suo nome nel simbolo sulla scheda. La tesi è questa: “Ho preso meno preferenze perché chi faceva la croce sopra al simbolo del Pdl con il nome della Moratti, visto che era riportato anche il mio nome, credeva di avermi dato la preferenza. E poi a Milano ho trovato nella cabina elettorale un lenzuolo e ho avuto difficoltà a trovare il simbolo del mio partito”. Ancora colpa degli altri. Il cardinale Vespa si è ben guardato dal fargli notare che questo sistema elettorale ha quasi vent’anni e che in tutte le  elezioni amministrative vinte dal PDL (non ultime le regionali dello scorso anno) il cognome del premier era presente sulle schede-lenzuolo.

Come dimenticare poi i nemici di sempre, il “blocco mediatico terrificante che abbiamo contro, a partire dal Corriere della Sera, Sky , La7 e delle trasmissioni Rai pagate con i soldi di tutti che stanno con la sinistra”. Peccato che in Italia i giornali vendano pochissimo e che le emittenti televisive citate raggiungano pochi spettatori, per di più appartenenti ad un target lontano dal berlusconismo… Farneticanti i riferimenti ai giudici che hanno strappato la “sovranità” al popolo e al parlamento (leggi diritto all’impunità per gli eletti-nominati) e a Leonardo che non sarebbe riuscito a terminare la Gioconda se dalla mattina alla sera qualcuno lo avesse preso a schiaffi (riferimento ai trenta processi che lo coinvolgono). Ovviamente De Magistris è un “agitatore” (“se vince, altro che mani sulla città, manette sulla città”, come se un sindaco avesse il potere di disporre l’arresto di qualcuno) e Pisapia praticamente un terrorista perché ha difeso sbandati e brigatisti. Ottimo per un garantista a tutto tondo… Angelino Alfano e Niccolò Ghedini hanno spiegato al loro capo che il mestiere dell’avvocato è quello di difendere gli incappa nella giustizia e che spesso chi ricorre ad un legale non è propriamente un galantuomo?

La ciliegina sulla torta: chi vota uno del genere (De Magistris) è senza cervello. Una vera e propria svolta moderata rispetto alla definizione di “coglione” a chi votava per l’Ulivo.  

Qui non c’entrano destra e sinistra. Più volte abbiamo scritto che ci piacerebbe vivere in un Paese dove l’alternanza sia un fatto naturale e persino auspicabile, dove si confrontano due modelli alternativi di società rappresentati da persone oneste e competenti. Da molti anni siamo piombati in un mondo parallelo posto a metà strada tra una fiaba e un film horror, un mondo dove l’eroe Pollicino (ogni riferimento alla statura fisica e morale del premier è assolutamente voluto) si deve scontrare di volta in volta con l’orco giudice-comunista, con l’orco-giornalista indipendente, con l’orco ex alleato. Basteranno Pisapia, De Magistris, Zedda a farci rientrare nella realtà? Non lo sappiamo, ma speriamo che una loro vittoria possa aiutare i tanti addormentati nel bosco del berlusconismo ad aprire gli occhi, affinché l’Italia possa tornare a discutere e a risolvere i problemi veri della gente, lasciando chi ha spacciato sogni a confrontarsi con i suoi tanti incubi.

 



Giovedì 26 Maggio,2011 Ore: 21:58
 
 
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