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www.ildialogo.org L'ayatollah Giovanardi,Bruno Gambardella

L'ayatollah Giovanardi

Bruno Gambardella

Confessiamo il nostro disagio nel dover scrivere ancora una volta di Carlo Giovanardi, sottosegretario di Stato con delega ai problemi della famiglia e alla lotta alle tossicodipendenze. L'illuminato uomo di governo è uno dei miracolati della così detta “Seconda Repubblica” e della presunta “rivoluzione berlusconiana”: oscuro deputato DC, dopo Tangentopoli ha soggiornato presso tutte le case postdemocristiane fino ad approdare al Popolo della Libertà. Vi sembrerà impossibile, ma questo cattolico integralista dal marcato accento emiliano in una precedente stagione è stato persino ministro. Le sue lungimiranti politiche ispirate al più becero bigottismo e al proibizionismo più ottuso stanno facendo ancora danni, ma Giovanardi ha ancora il piglio e la faccia tosta per fare capolino, di tanto in tanto, in televisione e sui giornali.

Qualche tempo fa Carlo il cattolico, misericordiosamente cristiano e col cuore colmo di evangelica pietà, aveva dichiarato che il povero Stefano Cucchi quasi quasi se l'era cercata... Fermato per la detenzione di una piccola quantità di fumo, il giovane geometra romano è morto perché massacrato di botte e abbandonato senza cure nel letto di un ospedale. Comprensibile la rabbia della sorella che, nel corso di un drammatico confronto televisivo andato in onda su Rai News, dopo aver ascoltato il sottosegretario balbettare e farneticare, non ha nascosto il suo disprezzo per quell'atteggiamento moralista tipico dei potenti sedicenti cattolici: severo e fustigatore verso i poveracci, comprensivo e conciliante nei confronti dei potenti.

Non placato dalle recenti figuracce, in cerca di una nuova notorietà che mettesse la sordina ai tanti fallimenti del passato, Carlo il duro e puro ha lanciato la solita crociata moralista contro una nuova prova della decadenza degli italici costumi: la pubblicità dell'Ikea. L'azienda svedese specializzata nel mobilio low cost ha osato invitare all'acquisto dei suoi prodotti persino le coppie omosessuali, sferrando così un micidiale attacco alla Costituzione italiana fondata sulla famiglia (etero) e ai principi etici di Santa Romana Chiesa.

I manifesti raffiguranti due uomini che si tengono per mano sotto lo slogan “Siamo aperti a tutte le famiglie” sarebbero probabilmente finiti presto nell'oblio se il pio Giovanardi non avesse sollevato lo scandalo. Qualche malpensante potrebbe anche supporre che ci sia un accordo di tipo commerciale (pubblicità davvero “istituzionale”...), ma noi non arriviamo a considerare così scaltro l'on. Giovanardi. Egli, con spirito di sacrificio degno di un battente medioevale, ha accettato una diminuzione di dieci volte del già esiguo Fondo delle politiche per le famiglie (da 346 milioni del 2008 a 31 milioni del 2013) operato dal “più cattolico dei governi della storia d'Italia), non ha aperto bocca sulle inchieste a carico del povero don Gelmini (l'ex prete alfiere della lotta alla droga condotta con metodi assolutamente inefficaci), ha difeso a spada tratta la libertà di Silvio Berlusconi di condurre lo stile di vita che vuole. Ma se qualcuno osa mettere in discussione (seppure per fini commerciali) il concetto di “famiglia naturale” ormai superato nel comune sentire degli italiani, il mite asceta si trasforma in un fustigatore dei facili costumi.

Giovanardi evidentemente si sente membro di un governo fondamentalista di tipo iraniano o saudita che, come ben sappiamo, stenta a confrontarsi con i governi europei progressisti e finanche conservatori. Siamo contrari ai reati d'opinione perché per noi la libertà di pensiero e di azione è diritto fondamentale del presidente del consiglio e del più umile cittadino, gay o etero. Ma se in Italia esistesse il reato di omofobia che punisse non solo le aggressioni fisiche e le discriminazioni, ma anche le dichiarazioni assurde di chi è in cerca di qualche voto cattolico oscurantista, il sottosegretario modenese rischierebbe qualche sanzione.

Non sappiamo se prima o poi qualcuno (la Santanché, ad esempio) proporrà l'istituzione della polizia religiosa come in Iran: per ora dobbiamo amaramente prendere atto che in Italia l'Ikea è più in sintonia con la società di quanto non lo sia una classe politica sempre più screditata che, per far dimenticare vizi pubblici e privati, si mostra sempre più asservita al Vaticano.



Luned́ 25 Aprile,2011 Ore: 21:45
 
 
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