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Un mammo made in England

Bruno Gambardella

In molti di noi resiste un’idea della Gran Bretagna che va probabilmente rivista. L’idea comune è quella di un Paese molto civile, rispettoso della privacy, molto legato alla tradizione e all’orgoglio nazionale un po’ retrò. Da quando poi a governare i territori di Sua Maestà Britannica è un governo conservatore, lo stereotipo si è probabilmente rafforzato. E invece proprio da Oltremanica viene una notizia che ci dimostra, ancora una volta, quanto sia necessario uscire da luoghi comuni un po’ stantii.

Il governo inglese ha recentemente annunciato un piano famiglia che istituzionalizzerà il mammo.  Il papà potrà accudire la moglie nel periodo immediatamente seguente al parto, mentre saranno le coppie di neogenitori a scegliere chi fra i due chiederà la licenza di maternità (o di paternità) per un periodo massimo di dieci mesi.  Già i laburisti di Tony Blair avevano fatto da apripista in tal senso introducendo la paternity leave e, del resto, lo stesso leader conservatore David Cameron aveva lanciato un segnale ben preciso usufruendo delle due settimane di congedo previste dalla legge di allora alla nascita di sua figlia. E’ quindi scontato che la nuova disciplina ha incontrato larghissimi consensi: l’immagine della mamma a casa indaffarata tra biberon, pannolini e ninna nanne mentre il papà è fuori a lavorare per gli inglesi è ormai un cimelio da riporre tra le cose del tempo che fu.

I (pochi) critici hanno sostenuto che si tratti di una scelta volta a strizzare l’occhio all’elettorato, visto il netto calo di consensi del governo. Sarà anche vero, ma, al di là della contingenza politica, la scelta della coalizione liberalconservatrice segna davvero un cambiamento che ha del rivoluzionario. A perorare maggiormente la causa è stato il vice primo ministro Nick Clegg, il leader liberaldemocratico su cui avevano puntato tanti britannici che, stanchi di un lungo predominio laburista, non intendevano dare una delega in bianco ai conservatori. Proprio a lui, particolarmente preoccupato per il calo di popolarità registrato dai sondaggi, spetterà il compito di fornire i dettagli del nuovo piano famiglia. Egli ha già commentato: “Ogni governo che si presume liberale non può affidarsi a soluzioni dettate dal ruolo tradizionale dei sessi nel mondo del lavoro. Perché la mamma deve stare a casa e il papà no? Perché non dare la stessa tutela alla madre lavoratrice e al padre lavoratore? Si volta pagina”.

Mentre in Italia il più cattolico dei governi, sempre pronto a cianciare di famiglia, di rilancio della natalità, di rispetto per la vita e forse troppo impegnato nello shopping parlamentare per realizzare veramente un welfare state davvero rispondente alle necessità dei tempi, rimanda a tempi migliori la sua “rivoluzione modernizzatrice”, il paragone con gli inglesi (di destra) ci dimostra ancora una volta quanto ci stiamo allontanando dall’Europa.

 



Luned́ 17 Gennaio,2011 Ore: 20:37
 
 
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