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www.ildialogo.org Berlusconi e i capitoni della Vigilia,Bruno Gambardella

Berlusconi e i capitoni della Vigilia

Bruno Gambardella

La vigilia di Natale è una giornata particolare. Anche se hai scelto di non farti prendere dalla frenesia dei regali e dalle abbuffate a tavola, non puoi sottrarti al “minimo sindacale” imposto dalla tradizione: qualche telefonata a parenti lontani che senti solo in occasione delle feste, qualche visita da fare o da ricevere, la preparazione del cenone che riunirà i superstiti della famiglia allargata…

Impegnato in queste “piacevoli” incombenze, ho deciso di rovinarmi definitivamente la prima giornata di ferie ascoltando in sottofondo la conferenza stampa di fine anno del presidente del consiglio dei ministri. A dire il vero, già da un bel po’ di tempo RAI1 e soprattutto il TG1 non fanno più parte del mio palinsesto di frugale consumatore televisivo: se decido di seguire un telegiornale sono costretto a scegliere Enrico Mentana e La7 e questo è un indice perfetto di come è conciata male l’informazione in Italia… Evidentemente le tendenze masochistiche presenti nel mio inconscio hanno prevalso sul buon senso e così, tra la preparazione delle scarole e l’omicidio di un malcapitato capitone, non mi sono fatto mancare nemmeno Berlusconi in concerto.

E davvero si trattava di una sinfonia, diretta ed eseguita da re Silvio in persona: sviolinate sulla sua grande statura (!!!) di premier che ha salvato l’Italia dal baratro della crisi economica; arpeggi sul suo ruolo di mediatore nelle controversie internazionali; mandolinate sulla presunta risoluzione del problema dei rifiuti a Napoli; sonate al pianoforte sulla sua lungimiranza di unico, vero leader della politica del nostro Paese. Il grande pifferaio ha dato davvero il meglio di se stesso in un soliloquio autocelebrativo durato quasi un’ora… Solo dopo aver esaltato ben oltre i limiti del ridicolo il suo strabordante ego narcisista, il Caro Leader ha gentilmente concesso a qualche giornalista la possibilità di fare qualche domanda.

E così ho avuto modo di apprendere che da un ventennio egli opera per la pace tra palestinesi e israeliani (senza grandi risultati, a quanto pare); che ha fermato i carri armati russi a pochi chilometri da Tiblisi; che ha ricondotto nel consesso internazionale Gheddafi che, grazie a lui, da tiranno è diventato un pacioccone che difende i diritti umani; che Russia e Stati Uniti hanno firmato epocali accordi di pace e collaborazione solo grazie alla sua carismatica opera di mediazione. Straordinario…

Lo show ha dovuto lasciare il passo alla realtà (seppure edulcorata) quando un giornalista, dopo aver letto gli ultimi dati sull’economia italiana, gli ha fatto notare che, dai poliziotti agli imprenditori, dagli studenti agli operai, ormai tutti si lamentano, il premier non ha potuto far altro che allargare le braccia, ammettere di non avere uno straccio di progetto di rilancio e invitare comunque ad un bagno di sano ottimismo. Ma ormai era tardi: il Fido Minzolini aveva fatto slittare ad ora da destinarsi il tg delle 13.30 e molti italiani stavano già pensando a infiocchettare i regali sotto l’albero e non avevano la testa per pensare ai pacchi che il premier aveva rifilato loro anche quest’anno…

Confesso di apprezzare in Berlusconi una sola dote: quella di mostrarsi apertamente intollerante verso certe stantie liturgie della politica che hanno sempre allontanato i cittadini e impedito un controllo degli elettori sugli eletti, nei confronti di quel politichese falso e ipocrita di cui è infarcita la pseudodemocrazia italiana fatta di una  formale accettazione delle regole che nasconde i traffici più inconfessabili e gli accordi più immorali. Re Silvio almeno non si nasconde e chi lo ama o chi lo odia sa bene perché prova questi sentimenti così politicamente scorretti.  

La conferenza stampa di fine anno è stata un delirio narcisista in piena regola, un caso che potrebbe diventare un classico della letteratura psichiatrica. Se la realtà non si adatta all’attività onirica del Caro Leader, pazienza: vada al diavolo assieme a tutti i teatranti della politica che non hanno accettato (per puro senso di responsabilità e senza alcuna contropartita, ovviamente) di sostenere la sua maggioranza e di osannare questo Re Sole del XXI secolo.

E mentre io litigavo con l’aglio da soffriggere e con il pesce pagato a peso d’oro e mal pulito da quell’onestuomo di commerciante (sfegatato sostenitore del cavaliere di Arcore), ho pensato che forse davvero esiste un dio della vendetta che punisce gli uomini per i loro peccati e che nessun bambinello nella grotta di Betlemme potrà salvarci dai più grande difetti del genere umano: la stupidità e l’egoismo.

L’anno nuovo potrà (forse) liberarci da Berlusconi, ma di certo non ci libererà di quei milioni di italiani che, in buona o cattiva fede, lo hanno votato e amato. La sera della vigilia mi sono seduto a tavola avendo ancora nella testa le sue parole, arroganti e insopportabili anche per quel tono da cummenda brianzolo tutto fabbrichetta, denaro e figa, e il capitone mi è andato decisamente di traverso.

 

 



Luned́ 27 Dicembre,2010 Ore: 12:42
 
 
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