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www.ildialogo.org Gli avvoltoi volano a Nord,Bruno Gambardella

Gli avvoltoi volano a Nord

Bruno Gambardella

Più volte siamo stati costretti a trattare della vicenda di Avetrana per mettere in risalto il circo mediatico costruito sulla pelle  della  povera Sarah e dei suoi congiunti. Ancora oggi ci si interroga sul perché tanta gente si è  interessata a quello che, secondo gli esperti, è  un classico, tragico “delitto in famiglia”. Televisioni e giornali non hanno mollato il caso (molta audience significa tanta pubblicità  e tanti quattrini) e così siamo arrivati al punto che qualcuno ha ben pensato di organizzare persino  pullman turistici per portare i curiosi a visitare i luoghi divenuti tanto famosi.

Ma la cosa più sconcertante è stata la nascita della categoria degli esperti del caso, i “sarologi”: anche in questo caso la solita compagnia di giro. Fateci caso: la solita giornalista televisiva moglie di un noto esponente politico, lo psichiatra ex parlamentare berlusconiano, il giallista, il criminologo, il prete, i cronisti di alcune testate nazionali e locali, i corrispondenti di Rai e Mediaset, gli avvocati dei personaggi coinvolti. Tutti sono stati protagonisti di uno spettacolo ben retribuito in gettoni di presenza e in notorietà…

Un nuovo caso ha fatto spiccare il volo agli avvoltoi televisivi: la  scomparsa della ragazzina di Bergamo. Forse timorosi di dover chiudere il sipario sulla vicenda Scazzi per un naturale e prevedibile calo d’interesse, tutti si sono lanciati nella nuova “avventura”, con la speranza non tanto nascosta  di poter ripetere lo scoop di Chi l’ha visto: una clamorosa notizia da dare in diretta, con gli occhi commossi e l’aria di chi ha l’animo sconvolto…

Si sono riproposti i soliti esperti, subito pronti a discutere, a litigare, a  commentare…  Certo, il caso è meno avvincente per i guardoni dell’orrido quotidiano: non c’è un corpo  da sottoporre ad autopsia mediatica (e speriamo non ci sia mai!), non c’è l’orco, non c’è la parente stretta rosa dalla gelosia… E poi, si sa, i bergamaschi sono più riservati dei meridionali e poca gente si spintona per avere un’inquadratura televisiva o per rispondere alle solite domande (sceme) dell’inviato di turno. Nemmeno il clima collabora con i vari Salvo Sottile, Mara Venier e Federica Sciarelli: siamo in inverno e anche i più temerari non osano rischiare la polmonite per qualche istante di notorietà.

Non siamo moralisti e bacchettoni e ci rendiamo conto che la televisione è un’impresa che deve produrre utili, ma ciò che sta avvenendo dimostra ancora una volta quanto l’informazione sia madre e figlia di una società allo sbando. Invece di interrogarsi su zio e cugina di Sarah e sulla scomparsa di Yara i sapientoni dovrebbero chiedersi perché  la tanto celebrata “famiglia italiana” produca certi mostri e perché tanta gente si fa prendere dal guardonismo horror. Questo non farà audience, ma aiuterebbe tanti a capire in che razza di Paese stiamo vivendo.

 

 



Sabato 04 Dicembre,2010 Ore: 20:21
 
 
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