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Islamici in Veneto: schedatura pre-elettorale?

Bruno Gambardella

Una nota dell’agenzia giornalistica Adnkronos International, ignorata da quasi tutti i principali organi d’informazione, riprende alcune dichiarazioni  del portavoce dell’Unione delle Comunità e delle Organizzazioni islamiche in Italia (Ucoii), Hamza Piccardo: sarebbe in corso schedature di fedeli musulmani all’uscita dai luoghi di culto nella provincia di Treviso, con tanto di foto e richiesta di documenti.

“La prima segnalazione mi è giunta venerdì scorso, quando un nostro fratello che partecipava alla preghiera nella nuova moschea di Montebelluna, ha trovato ad attenderlo agenti della polizia che gli avrebbero chiesto di esibire i documenti e che avrebbero fotografato ogni fedele che con lui aveva pregato nel luogo di culto islamico”, dice Piccardo.

Secondo l’Ucoii, si tratta di una intimidazione gravissima in quanto l’articolo 13 della Costituzione afferma che “la libertà personale è inviolabile” e che “non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge. Dunque si tratta di una vera e propria schedatura di massa”: questa l’accusa dell’Unione.

Sentito dalla stessa agenzia il questore di Treviso, Carmine Damiano, ha confermato che a Montebelluna circa 60 fedeli, tutti con il permesso di soggiorno, sono stati identificati dalla Polizia e ha sostenuto che tali controlli sono diretti ad evitare infiltrazioni del fanatismo religioso e vengono effettuati nell’interesse delle comunità. Dello stesso avviso il portavoce della Questura di Treviso, Nicola D’Amico, che spiega come si tratti di “ispezioni del territorio di routine e di un’attività di identificazione finalizzata a evitare la presenza di clandestini e di estremisti che viene concordata con gli imam ”.

“Nella provincia di Treviso” ha aggiunto D’Amico “ci sono 14 centri culturali islamici e dai controlli è emerso che si tratta di tutte situazioni di legalità. Comunque non è la prima volta che facciamo questi controlli, si tratta di un’attività già avviata da tempo”.

Non la pensa allo stesso modo Mohammed Ahmed, giornalista egiziano e membro del Consiglio islamico del Viminale secondo cui “non si tratta della prima volta. Ritengo sia sbagliato perché quei fedeli vanno in moschea a pregare e non a delinquere” e preannuncia l’intenzione di sottoporre la questione alla prossima riunione del Comitato per l’Islam.

Se dunque per Piccardo ed Ahmed, tali episodi sono gravi fino a rasentare l’intimidazione, di parere opposto si dichiara il Movimento dei Musulmani Moderati che in un comunicato sostiene che “i controlli fanno parte dell’ordinaria amministrazione, delle verifiche effettuate dovunque dalle forze dell’ordine e rappresentano garanzia di legalità e sicurezza. Chi non ha nulla da nascondere, non deve temere. Ben vengano quindi i controlli sia fuori che dentro le moschee”.

“Ci stupiamo che qualcuno si scandalizzi per questo” proseguono i Musulmani Moderati “anche perché dalle verifiche effettuate presso la comunità marocchina residente nel trevigiano non risulta alcuna azione di massa come qualcuno si è precipitato a dichiarare. Una nota ufficiale della questura di Treviso, cui va tutto il nostro plauso, lo conferma, specificando che si è trattato di controlli di routine”. “Certe polemiche, specie a ridosso delle prossime elezioni amministrative” conclude il comunicato “danno il sentore dell’avvio di una certa campagna elettorale”.

Avranno ragione i musulmani moderati; saranno ottime le ragioni del questore e del suo portavoce; sbaglieremo noi a pensarla in modo malizioso, ma ci sembra che anche questi controlli segnino, soprattutto nel Veneto a stragrande maggioranza leghista, una particolare volontà politica. Molto probabilmente si avvicina una consultazione  politica dall’esito molto incerto e rassicurare un certo  elettorato intensificando controlli, schedando gli islamici, tenendo alta la tensione nei confronti degli stranieri (specie se musulmani) è certamente funzionale agli interessi di una destra italiana che nulla ha imparato dagli altri paesi europei. Giocare con il fuoco può essere utile e portare anche risultati nell’immediato: attenti però a non bruciare la polveriera!

 

 

 

 

 



Mercoledì 24 Novembre,2010 Ore: 22:37
 
 
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