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www.ildialogo.org Vieni via con me, magari in Spagna...,Bruno Gambardella

Vieni via con me, magari in Spagna...

Bruno Gambardella

Non siamo esperti di economia e non possiamo giudicare il governo spagnolo su questo campo. I socialisti di Zapatero avranno commesso errori, ma il paese iberico si sta confermando all’avanguardia sui temi dei diritti civili e della dignità delle persone. Questa volta è il tema della “dolce morte” a scandalizzare i benpensanti e gli atei devoti di tutta Europa. Il vice premier Alfredo Perez Rubalcaba ha dichiarato nei giorni scorsi che si sta riflettendo su come garantire il diritto a una “morte dignitosa” e “senza sofferenza”.

In Spagna la legge già permette a un malato incurabile di rifiutare le terapie, ma entro la prossima primavera dovrebbe essere approvato il disegno legge che consentirà a chi intende interrompere per sempre le sue sofferenze di avvalersi di sedativi e cure palliative. La normativa che si chiamerà “Legge di cure palliative e morte dignitosa” e, tra l’altro, regolerà i rapporti fra i medici e i familiari del paziente ricoverato in ospedale in caso di grave sofferenza.

Il vice premier, onde evitare inutili e sterili polemiche, ha sottolineato che il provvedimento è in linea con la normativa vigente in Europa e non ha niente a che vedere con l’eutanasia, tuttora illegale in Spagna. Secondo Cesar Caballero, presidente  dell’Associazione per il diritto ad una morte dignitosa (Admd), il governo Zapatero sta minimizzando una scelta importante per timore la reazione della Chiesa Cattolica.

Sarà vero, ma al di là delle comprensibili cautele, è innegabile che la Spagna sta per compiere un enorme passo in avanti nella regolamentazione dei diritti dei malati terminali e delle relative famiglie poiché offre ai primi una serie di possibilità cliniche che, se non altro, evitano l’inutile prolungarsi dell’agonia.

E’ significativo il fatto che tutte le associazioni dei medici si sono espresse a favore del disegno di legge. Secondo un sondaggio il 60% degli operatori della sanità iberica vedono di buon occhio la legalizzazione dell’eutanasia, che considerano l’imminente regolamentazione una forma di tutela anche per i propri diritti.

“Si tratta di garantire i diritti di familiari, dei pazienti e dei medici” ha commentato il vice premier che, al termine di una riunione dell’esecutivo, ha inoltre assimilato lo stadio terminale di una malattia ad una “condanna clinica” e ad un “calvario che precede la morte”. “In questi casi – ha spiegato ancora Rubalcaba – le medicine sono lo strumento per assicurare che la morte, ormai inevitabile, avvenga con dignità, ossia senza sofferenza”.

Ancora una volta il Paese “cugino”, mediterraneo, latino e cattolico, sta offrendo una prova di maturità e di civiltà. In Italia persino le toccanti testimonianze di Peppino Englaro e di Mina Welby a Vieni via con me hanno creato scandalo tra i soliti benpensanti alla Giovanardi o alla Roccella (Eugenia), mentre di testamento biologico il parlamento ha smesso di occuparsi da molto tempo. Nessuno, a destra e a sinistra, ha il coraggio di affrontare la questione e di aprire un dibattito serio. Proponiamo a Fazio e Saviano di proporre un lungo elenco di buone ragioni per andare via, magari proprio in Spagna…

 



Luned́ 22 Novembre,2010 Ore: 23:48
 
 
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Sparta e Atene

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