Rino Fisichella, cappellano di Monte Citorio e aspirante cardinale, ha minimizzato sulla bestemmia pronunciata da Silvio Berlusconi per “condire” la barzelletta (per altro squallida e per nulla divertente) su Rosy Bindi. Il presidente del Pontificio Consiglio per la rievangelizzazione dell’Occidente ha infatti affermato: “L’episodio è spiacevole ma, in questi momenti, bisogna sempre saper contestualizzare le cose, evitando le strumentalizzazioni politiche”.

Monsignore ha ragione a difendere il premier: a ispirare Mosè sarà stato un magistrato di sinistra, non certo il Padreterno. “Non nominare il nome  di Dio invano”  è senz’altro un  comandamento illiberale e, in quanto tale, il campione delle libertà può farsene beffe. Ciò che conta è  impedire l’approvazione dei DICO, realizzare una bella stretta sui diritti individuali e sulle scelte terapeutiche grazie alla nuova “agenda bioetica”, distruggere la scuola pubblica e dirottare un consistente fiume di denaro verso quella privata (che in Italia è quasi esclusivamente scuola cattolica), continuare a incassare soldoni grazie all’otto per mille e i finanziamenti ai grandi eventi, godere di esenzioni fiscali (che forse l’Unione Europea riuscirà a cancellare).

Le alte gerarchie vaticane perdonano tutto all’uomo dei miracoli: bestemmie, festini a luci rosse con minorenni, due divorzi, amicizie pericolose, persino gli agguati dei suoi giornali al direttore del quotidiano dei vescovi italiani. Fisichella teme le strumentalizzazioni politiche e, bando ai moralismi, continua a benedire il prezioso alleato, il premier del “più  cattolico tra tutti i governi della Repubblica”. 

Cominciamo a sospettare che il ministro Alfano e l’on. avvocato Ghedini siano già in campo, pronti a riformare non solo il diritto canonico,  ma anche il decalogo biblico. Cosa aggiungere: Berlusconi santo subito!

 

Martedì 05 Ottobre,2010 Ore: 23:41