Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha revocato il titolo di Cavaliere di Gran Croce a Calisto Tanzi, ex patron della Parmalat, protagonista di uno degli scandali finanziari più gravi e clamorosi della storia d’Italia. La motivazione ufficiale è lapidaria (e sacrosanta): indegnità.

La proposta di revoca del cavalierato del lavoro è  venuta dal Ministero delle Attività Produttive, dapprima retto da Scajola ed ora  ad interim dal premier Silvio Berlusconi. Queste pratiche seguono il loro iter indipendentemente da chi  guida pro tempore il dicastero, ma è curioso che negli ultimi anni a capo di quegli uffici ci fossero un  politico molto distratto (quello a cui hanno pagato a sua insaputa  buona parte del costo di un appartamento extralusso fronte Colosseo) e un altro indagato dalle Procure di mezza Italia.

Silvio Berlusconi, tra un’inchiesta e l’altra, è diventato capo  del governo e ha riempito la testa degli italiani di promesse poi non mantenute. Anche Tanzi ha truffato migliaia (e non milioni) di cittadini e meriterebbe di passare un bel periodo in gattabuia. Se però fossimo nei suoi panni saremmo piuttosto arrabbiati per l’evidente caso di doppiopesismo. Perché a lui l’onta di perdere il cavalierato e a Silvio Berlusconi no?

Signor Presidente, faccia giustizia: provveda ad un’altra sacrosanta revoca!

 

Giovedì 23 Settembre,2010 Ore: 19:01