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Provocazioni omofobiche di un sottosegretario

Bruno Gambardella

Il giornalista Klaus Davi ha la grande capacità di tirar fuori il peggio dagli ospiti del suo programma. Sia chiaro, il nostro è un complimento sincero: agli intervistatori scodinzolanti dinanzi al potente di turno, pronti a formulare domande innocue o volte a mettere in risalto i suoi  grandi pregi  preferiamo di gran lunga lo stile del  “massmediologo”.

In una recente trasmissione Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla famiglia, è  riuscito  a sorprendere anche quelli che, come noi, hanno avuto modo di criticare duramente le sue posizioni ottusamente proibizioniste,  bigotte, omofobe. Intervistato da Davi  ha espresso la sua “scomunica” rispetto all'ipotesi di estendere alle persone omosessuali la possibilità di adottare bambini, puntando il dito contro quei Paesi che già prevedono una legislazione in materia e che avrebbero sviluppato una vera e propria compravendita di bambini.

Si può anche essere contrari all’introduzione di tale facoltà (chi scrive ha qualche dubbio in proposito), ma è  inconcepibile che un rappresentante del governo senza citare fonti, studi o statistiche in merito, si permetta di offendere Stati Uniti e Inghilterra, collocandoli nella lista nera dei Paesi colpiti da questa piaga. Ma l’omofobia del sottosegretario non si è dispiegata solo a proposito del presunto traffico di bambini: “Imporre a un bambino adottato due genitori dello stesso sesso significa fare loro violenza psicologica. Un bambino ha il diritto di crescere in un contesto dove una figura paterna e materna sono complementari fra di loro e garantiscono al bambino una crescita equilibrata. Togliere questo diritto al bambino è fare una violenza sul bambino stesso. Si crea un diverso dagli altri, lo si candida all'infelicità".

Mettete assieme adozione da parte di omosessuali,  compravendita di bambini, l’infelicità di queste povere vittime e il  quadro è completo. Sarebbe opportuno ricordare a Giovanardi la condizione in cui versano molti orfanotrofi e case-famiglia. Tra le tante promesse elettorali, Silvio Berlusconi aveva assicurato interventi a favore degli orfani e delle strutture che li ospitano, oltre ad una nuova legge che rendesse meno complicate  e più  veloci le procedure di adozione: ovviamente non è successo niente di tutto ciò. A voler essere precisi, sarebbe utile raccontare al sottosegretario un po’ di fatti verificatisi in istituti gestiti dal clero cattolico: umiliazioni, scarsità di cibo, acqua fredda per l’igiene personale, violenze psicologiche e sessuali.

Non sappiamo se è giusto che un bambino adottato cresca in una famiglia dove i genitori appartengono allo stesso sesso: siamo certi però  che questa soluzione sarebbe di gran lunga preferibile alla solitudine e alle privazioni delle case-famiglia e alle turpi attenzioni di qualche depravato. Carlo Giovanardi, se non fosse accecato dai suoi pregiudizi, capirebbe che le sue affermazioni non fanno altro che rinfocolare il clima di intolleranza omofoba che opprime l'Italia, creando i presupposti delle tante violenze di cui ogni giorno sono vittime gay, lesbiche e transessuali. Ciò che egli afferma non è supportato da nessuno studio o statistica ed è dunque classificabile come una provocazione che di certo non aiuta a stemperare un clima sociale pericolosamente avverso al mondo omosessuale. Per un prestigioso esponente del Partito dell'Amore davvero niente male...

 



Marted́ 21 Settembre,2010 Ore: 23:38
 
 
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