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www.ildialogo.org Benedetta sia la scuola padana!,Bruno Gambardella

Benedetta sia la scuola padana!

Bruno Gambardella

Ad essere sinceri, speravamo di non doverci più occupare delle epiche imprese del sindaco leghista di Adro, tranquillo paese della fascia pedemontana bresciana divenuto famoso perché mesi fa, per una sua decisione, furono esclusi dal servizio di mensa scolastica i bambini che non erano in regola con le quote mensili. Avevamo lasciato Oscar Lancini ai suoi proclami razzisti comunicati  alla  cittadinanza  attraverso uno sgrammaticato proclama nel quale si inveiva contro quei mussulmani che rifiutavano l’integrazione perché non parlavano l’italiano (da quale pulpito…), si ostinavano a rifiutare la carne di maiale (tipica della cucina nostrana) e osavano non pagare il vitto. E’ inutile sottolineare che i morosi erano quasi tutti immigrati assunti in nero nelle fabbrichette simbolo del miracolo economico padano e messi alla porta senza ammortizzatori sociali quando la recessione si è fatta sentire anche nei ricchi territori del nord-est.

Nel nome dei sacri valori della tradizione e della cultura cattolica, nel pieno del suo delirio di onnipotenza, il primo cittadino leghista praticamente ordinava agli stranieri di starsene buoni e a cuccia, magari ringraziando per le briciole che il sazio padrone lasciava cadere dalla sua tavola per premiare chi non rompeva troppo le scatole. Tutto questo avveniva tra il consenso generale dei suoi cittadini-elettori, nel silenzio dei partiti di opposizione e nell’omertà della locale parrocchia cattolica.

Qualche giorno fa Lancini è riuscito a portare a termine il suo capolavoro. Ha presentato alla sua comunità, alla stampa e ai militanti leghisti accorsi da tutta la Lombardia la scuola “pubblica” intitolata a Gianfranco Miglio, l’indimenticato costituzionalista e senatore padano che dichiarava tranquillamente di sentirsi a disagio già nella “meridionalissima” Firenze. La struttura potrebbe essere confusa con un vero “tempio leghista”. Il Sole delle Alpi compare ossessivamente riprodotto sulle finestre, agli ingressi, sugli arredi e persino sui contenitori dell’immondizia (clamoroso autogol…). Tutti sono stati contenti,  anche perché la nuova scuola è stata costruita senza danaro pubblico, ma grazie al generoso intervento degli abitanti che hanno largamente contribuito per acquistare i banchi, i mobili e tutti gli arredi dell’edificio. In tempi di crisi economica, il sindaco, a capo di un monocolore leghista, può affermare a buon ragione di aver realizzato un miracolo.

Il comune di Adro ha ceduto gratuitamente a una ditta privata le vecchie scuole, trasformate poi in appartamenti; in cambio ha ottenuto dalla stessa ditta la costruzione di una nuova scuola. Per gli arredi per le aule, gli uffici e la mensa  il problema è stato risolto con la richiesta alle famiglie di Adro di versare contributi volontari. L’obiettivo è stato raggiunto piuttosto agevolmente e ad ogni donatore è stata dedicata un’aula.

Tutto molto interessante, un modello sicuramente da esportare. Peccato che tutto (o quasi) è stato marchiato con i simboli leghisti e con il verde  “padano”. Per sottolineare il suo modo di intendere la tolleranza e la convivenza tra religioni e culture  i crocefissi nelle aule di Adro non sono semplicemente appesi al muro, ma imbullonati per evitare che a qualcuno venisse in testa di toglierli o di coprirli. Lancini ha dichiarato: “Viviamo in uno stato laico ma la nostra religione non si discute, neppure in una scuola frequentata per il 7% da immigrati”, aggiungendo poi che il sole delle Alpi e il verde non sono riferimenti leghisti, ma simboli dell’intera Padania.

Il parroco, accompagnato da un numeroso seguito di suore, frati e buoni cattolici, ha entusiasticamente benedetto la struttura. Sconcertante il messaggio inviato dal ministro Gelmini (originaria di quelle zone), la quale ha espresso vivo apprezzamento per l’iniziativa, parlando di modello di riferimento e di un progetto encomiabile che crea benessere ed entusiasmo.

Chissà se qualcuno l’ha avvisata del fatto che, contrariamente a quanto previsto dalla legge, sull’intitolazione a Miglio non si sono espressi  il collegio dei docenti,  il consiglio comunale e la prefettura. Inutili burocrazie: quel che conto è che Adrio ha una scuola sedicente pubblica che ricorda a tutti chi comanda da quelli parti…

Oscar Nencini non poteva esimersi di tornare sul suo cavallo di battaglia: la mensa scolastica. Nel corso dell’inaugurazione-comizio è stato chiaro: “A tavola si siede solo chi paga” e ancora “Verrà servito menù padano e chi non vuole mangiare carne di maiale se ne può stare a casa”. Sarà stato d’accordo il parroco di Pontiglio, a pochi chilometri da  Adro, che ha introdotto il divieto di accesso all’oratorio a chi non parla italiano. 

Vorremmo tanto sbagliare, ma abbiamo l’impressione di assistere a qualcosa di già visto meno di un secolo fa, un po’ più a nord della padana Adrio. All’inizio sembrava folklore e tutte le chiese applaudivano o tacevano nel nome dell’anticomunismo, poi è  finita come sappiamo…

Signor sindaco e signor parroco, quando un bel distintivo sul braccio degli immigrati “che non si vogliono integrare”?

 



Luned́ 13 Settembre,2010 Ore: 20:52
 
 
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