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www.ildialogo.org L'amorevole razzismo del ministro Brunetta,Bruno Gambardella

L'amorevole razzismo del ministro Brunetta

Bruno Gambardella

Credevamo che la destra italiana avesse  appaltato a Umberto Bossi e alla sua Lega Nord l’esclusiva sulle affermazioni becere e razziste e sullo sfruttamento dell’ignoranza e delle paure di molte persone  a fini elettorali. Ci sbagliavamo. Dimenticavamo che dal Partito dell’Amore può sempre arrivare qualche sorpresa.

Nei giorni scorsi il ministro Brunetta ha amorevolmente dichiarato “Napoli è un cancro sociale, culturale, etico dove lo Stato non c’è più, la politica non c’è più, la società non c’è  più, Una società, una cultura, una classe dirigente se non morta, tramortita. Senza Calabria e Campania l’Italia sarebbe il primo Paese d’Europa”.

A differenza del ministro noi non ci sentiamo razzisti e non ci sogneremo mai di ironizzare sulla sua statura (di statista, ovviamente…) e sul fatto che, dopo tante chiacchiere, non è riuscito a realizzare nemmeno una delle tante riforme di sistema più  volte strombazzate. Brunetta, sia detto con amore, è  semplicemente un perdente di successo: servito e riverito dalla stampa (non solo quella di destra), è riuscito solo a cancellare alcuni diritti dei lavoratori senza colpire i veri fannulloni o spreconi. E’ stato capace persino di perdere le elezioni comunali di Venezia, ormai l’unico avamposto di centrosinistra in un territorio dove Lega e berlusconiani stravincono.   

Non siamo mai stati teneri con le classi dirigenti del Sud, ma basta conoscere appena appena la storia per sapere che senza questi politici, senza governi come quello di cui fa parte Brunetta, Campania e Calabria di certo non sarebbero in queste condizioni. La causa del cancro sono loro, anzi loro sono il cancro. Prima della colonizzazione sabauda queste regioni erano tra le più floride d'Europa. La loro economia è stata distrutta; i popoli del Sud costretti prima alla fame e poi all’emigrazione in America o nelle grandi fabbriche del nord Italia; le ricchezze e i patrimoni delle banche meridionali incamerati e utilizzati solo per il benessere dei conquistatori. A chiudere il cappio il patto  di ferro con le mafie e l’accordo per il potere con i gattopardi ex borbonici.

Non pretendiamo che Brunetta sostenga pubblicamente quello che persino un fine intellettuale come Umberto Bossi è stato costretto ad ammettere: l’unità d’Italia è stata fatta per fornire un mercato protetto e mano d’opera a buon mercato alle industrie del Nord! Un esponente del Partito dell’Amore, fondato da un personaggio condannato in appello per concorso in associazione mafiosa, con un coordinatore regionale campano indagato per gli stessi reati e costretto alle dimissioni da sottosegretario e costituito da personale politico eticamente e moralmente molto discutibile è proprio l’ultimo a poter parlare di società, di cultura, di classe dirigente!

Sia detto con amore: signor Brunetta, ma ci faccia il piacere…

 



Domenica 12 Settembre,2010 Ore: 11:01
 
 
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