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www.ildialogo.org Berlusconi contro Feltri,Bruo Gambardella

Berlusconi contro Feltri

Bruo Gambardella

Non fatevi abbindolare dalle critiche dei disfattisti sulla presunta crisi economica e occupazionale. Non lasciatevi prendere la mano da chi, invidioso e poco amorevole, tenta di infangare l’immagine di un governo e di un partito che danno lustro all’Italia in tutto il mondo. Non cedete alle tentazioni moralistiche e giustizialiste se il nostro premier e la sua squadra “fanno affari”, si accompagnano a cortigiane e vassalli, calpestano quotidianamente etica e buon senso: ricordate che questo è il governo scelto  dal popolo e benedetto da santa madre chiesa, assolto dunque da ogni peccato in nome e per conto degli interessi (spirituali, ovviamente…) del Vaticano.

Le vere, gravi emergenze per l’’Italia non sono quelle denunciate timidamente (molto, ma molto timidamente) dall’opposizione, ma  ben altre.  Voi non ve ne rendete conto perché, si sa, gli organi di informazione (dai quotidiani alle televisioni alle case editrici) sono  occupati dai comunisti. Proviamo a fare un elenco: magistrati rossi;  leggi scritte superate dalla prassi e invise al popolo  (leggi Costituzione repubblicana); cognati invadenti e arraffoni (leggi Tullianos). Ma il problema più grave è segnalato da anni, instancabilmente, dal nostro illuminato premier: “In Italia non c’è privacy, oggi siamo tutti spiati”; “Non è possibile andare avanti in questo modo. Così non siamo in un paese civile, questa non è una vera democrazia”; “La privacy è un diritto di libertà!”; “I giornalisti calpestano la privacy invocando la loro libertà come se fosse un diritto che prescinde dai diritti degli altri”;  “In democrazia non esistono diritti assoluti perché ciascun diritto incontra il proprio limite negli altri diritti egualmente meritevoli di tutela che, nel caso della privacy, sono prioritariamente meritevoli. Si tratta di un principio elementare della democrazia ma che la stampa italiana, nella sua maggioranza, ha deciso di ignorare”. Potremmo continuare a lungo:  se siete interessati e volete approfondire anche con fonti indirette basta andare  su internet  e ricercare “dichiarazioni di  Capezzone” o “interventi di Cicchitto, Gasparri e Quagliariello”.

La tutela della privacy è una questione che sta particolarmente a cuore a Silvio Berlusconi, al punto di aver bloccato per due anni e mezzo il Parlamento su di  una legge sulle intercettazioni che, grazie a lui, avrebbe finalmente dovuto risolvere la questione e restituire agli italiani il diritto fondamentale di non veder pubblicati sui giornali i loro affari privati. Il presidente del consiglio sarà  dunque indignato, forse furente, per le campagne stampa di Libero, de Il Tempo e di Panorama, ma soprattutto per le prime pagine de Il Giornale di Vittorio Feltri.  

Su questi giornali vicini alla maggioranza abbiamo letto di cucine  e di mobili, di feste e di corna, di innamoramenti e di vincite milionarie al superenalotto. Nonostante le ferie ferrragostane numerosi inviati sono stati sguinzagliati in un centro arredamenti sull’Aurelia a interrogare i dipendenti, a Montecarlo a caccia di vicini di casa, in giro per il mondo per raccogliere veleni dagli ex fidanzati della compagna del presidente della Camera…

Immaginiamo il disgusto, i turbamenti, di un uomo che ha subìto la messa in piazza delle sue disavventure familiari e dei suoi festini quotidiani a base di viagra e farfalline e che, da “Promotore della Libertà”, lotta come un leone per difendere il sacrosanto diritto alla riservatezza.  Il Custode della Privacy non avrà  dormito di notte pensando all’intimità violata di una persona, che essendo la terza carica dello Stato è naturalmente sottoposta all’attenzione della pubblica opinione, ma che ha  anche il diritto al rispetto della normale, banale quotidianità sua e della sua famiglia.

Il Cavaliere sarà sconvolto perché proprio i giornali di famiglia, quelli che secondo lui  “non sono mai stati utilizzati per attaccare un avversario politico, a differenza dell’uso criminoso della tv pubblica contro di me”, per infangare un politico non più allineato stanno scavando tra la spazzatura per pubblicare informazioni che, probabilmente, anche i più volgari giornali di gossip cestinerebbero. Il premier sa bene che, se anche il presidente della Camera avesse davvero favorito un parente acquisito, non avrebbe compiuto un reato a danno della collettività (non so:  associazione mafiosa, corruzione o frode fiscale,  giusto  per citare alcuni problemucci di qualche fedelissimo), ma solo un’azione censurabile da un’associazione privata come la ex Alleanza Nazionale.  

 Siamo certi che Berlusconi interverrà presto. Pur essendo rispettoso della libertà  di stampa chiederà  agli editori de Il  Giornale e di Panorama (Berlusconi e Berlusconi) di interrompere una campagna scandalistica contraria a tutti i valori e i princìpi da lui sostenuti in questi anni.  Abbiamo fondati motivi per credere che Silvio abbia qualche possibilità  di influire sulle scelte di Marina e di Paolo. Non tarderanno le scuse di Vittorio Feltri e degli altri direttori a Gianfranco Fini per aver violato la sua privacy e finalmente il Caro  Leader tornerà  a dormire sonni tranquilli.

 



Venerd́ 20 Agosto,2010 Ore: 11:22
 
 
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