Confessiamo di essere ammiratori delle democrazie scandinave,  da sempre all’avanguardia sui  temi dei diritti individuali e civili. Da più parti si dice che il modello socialdemocratico del nord Europa è superato e probabilmente è  vero: fatto sta che, governino i conservatori o i progressisti, dalla Danimarca all’Islanda aumentano le libertà e i cittadini sono sempre più informati e consapevoli delle scelte che sono chiamati a fare. Proprio nell’isola vicino all’Artico è stata approvata una legge che si propone di  difendere chiunque riveli documenti segreti di interesse pubblico.  La proposta è stata fatta dalla deputata anarchica Birgitta Jonsdottir ed approvata dai suoi colleghi. Alla votazione, sul tabellone è apparso "un mare verde. Approvato all'unanimità. Ero stupefatta." ha dichiarato alla stampa la Jonsdottir.

Più nello specifico, la legge protegge da denunce e intimidazioni chiunque divulghi sul web documenti riservati di interesse pubblico, a patto che il server utilizzato abbia base in Islanda. In questo modo la giustizia di Reykjavik, oltre ad aiutarne la diffusione, procederà poi con le dovute indagini e impedirà a tribunali esteri azioni di denuncia e condanne che non saranno in linea con le norme islandesi. Inoltre, sempre secondo questa norma, chiunque abbia fatto divulgazioni di questo tipo, o il proprietario del server che abbia ospitato tali notizie, non solo sarà protetto dalla legge, ma avrà il diritto di contro-citare in un'aula di tribunale chiunque gli abbia rivolto minacce o denunce a riguardo, con l'accusa di violazione della libertà d'espressione. Se i documenti rivelati poi dovessero interessare anche altri Paesi, la legge avrà sempre valore e potrà dar modo ai giornalisti locali di riprendere la notizia senza temere ripercussioni da parte dei propri governi.

L’Islanda è la nazione europea con la percentuale più alta di internauti e va in contro tendenza rispetto a tanti altri Paesi nel mondo che tentano di imbrigliare la rete, di filtrarla o addirittura di spegnerla. Altrove, sulle sponde del Mediterraneo, si tenta di ricorrere ad ammende pecuniarie e prigione contro chi pubblica intercettazioni telefoniche, anche se di interesse pubblico, il tutto in nome della difesa della privacy.

Non sappiamo se In Italia il governo riuscirà ad approvare la "legge bavaglio", che si pone all'esatto opposto. Berlusconi è insoddisfatto delle modiche apportate e si dice tentato di ritirare una legge ormai depotenziata, ma con il clima politico attuale potrebbe accadere di   tutto. Ancora una volta una lezione da apprendere e qualche motivo in più per vergognarci  delle scelte della nostra classe politica.

 

Mercoledì 11 Agosto,2010 Ore: 22:58