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www.ildialogo.org Sei gay? Gli ospedali non accetteranno il tuo sangue...,Bruno Gambardella

Sei gay? Gli ospedali non accetteranno il tuo sangue...

Bruno Gambardella

Le discriminazioni sono sempre odiose, soprattutto quando vengono dalle istituzioni.  Ha provocato molte polemiche la notizia dell'ennesimo nosocomio, il milanese "Gaetano Pini", che ha deciso di chiudere le porte a donatori di sangue dichiaratamente omosessuali. Mentre la cattolicissima Argentina approva il  riconoscimento ufficiale delle nozze tra persone dello stesso sesso, l’Italia fa un altro passo indietro nel percorso di affermazione dei diritti della comunità gay.

La vicenda è stata resa pubblica dal diretto interessato, Gabriele, da ben otto anni donatore regolare di sangue, tanto da entrare in una lista di soggetti che avrebbero dovuto ricevere un riconoscimento, spettante di diritto dopo aver superato i venti prelievi. "Arrabbiato, amareggiato, deluso e triste" si legge nel suo blog, la pagina virtuale dove il protagonista di quest'amara vicenda ha deciso di riversare il suo sfogo. "Stamattina sono andato a donare il sangue, come da otto anni a questa parte, come oltre venti donazioni già fatte - racconta Gabriele - Le infermiere, gentili e simpatiche come sempre, mi danno da compilare il solito foglio con domande su eventuali contatti con sangue infetto, sulle abitudini sessuali, su viaggi all'estero, nell'attesa della visita con la dottoressa responsabile".

Sarà proprio quest'ultima ad informare il giovane sulle nuove direttive emanate dal policlinico di Milano, nell'ambito di competenza del quale rientra il nosocomio "Gaetano Pini": nessuna donazione di sangue da parte di persone omosessuali. "Non potevo credere alle mie orecchie - commenta il giovane - fino a ieri il mio sangue andava benissimo, anzi mi chiamavano pure a casa se magari facevo passare troppo tempo tra una donazione e l'altra, è andato bene per oltre venti volte e oggi non va più bene? Vi ho dato nove litri in otto anni e adesso non posso? E perché poi? Solo perché sono gay?".

A confermare tale protocollo operativo la stessa responsabile del servizio, Elena Biffi, che afferma: "Dopo l'integrazione del nostro Servizio Trasfusionale con il Centro Trasfusionale della Fondazione Policlinico, avvenuta lo scorso aprile, abbiamo adottato i medesimi criteri di selezione dei donatori, che attualmente non ammettono alla donazione persone di sesso maschile che abbiano avuto rapporti sessuali con persone di sesso maschile".

Dalla rabbia di Gabriele allo stupore della deputata PD Paolo Concia, che parla di "violazione del principio di non discriminazione sancito dalla Costituzione. Sulla base dei dati scientifici ufficiali, siamo in grado di dire che non c'è alcun fondamento a questa direttiva dell'ospedale". E promette battaglia, annunciando un'interrogazione parlamentare al ministro della Salute, cofirmata da Livia Turco che, dal 2006 al 2008, occupò il dicastero della Sanità.

Allegata alla suddetta, una stima dell'Istituto Superiore di Sanità relativa al 2008, secondo cui, nel 44,4% dei casi, la trasmissione del virus è avvenuta con un rapporto eterosessuale; nel 23,7% dei casi, invece, c'è stato un rapporto omosessuale o bisessuale. Dati in linea con quanto rilevato dall'OMS a livello mondiale. "In Italia - conclude polemicamente la deputata PD - ci sono 9 milioni di italiani che vanno a prostitute. Loro posso donare il sangue e i gay no? Siamo cittadini come gli altri e devono piantarla di trattarci come persone di serie B. E' ora di farla finita".

Un protocollo, quello del nosocomio milanese, che si aggiunge alla triste lista di ospedali e strutture mediche che oppongono un netto rifiuto alle donazioni di sangue da parte di omosessuali. Un rifiuto formalmente giustificato da presunte motivazioni di carattere medico, ma che, nella sostanza, sembra essere figlio di una cultura ancora largamente intrisa di pregiudizi e luoghi comuni nei confronti della comunità gay.

 

 



Venerd́ 16 Luglio,2010 Ore: 23:29
 
 
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