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www.ildialogo.org Buone notizie da L'Avana,Bruno Gambardella

Buone notizie da L'Avana

Bruno Gambardella

Chi segue con interesse lo scottante problema del rispetto dei diritti umani nel mondo avrà notato come alcuni Paesi godano, nonostante tutto, di una buona stampa e come altri, quasi a prescindere, paghino un pregiudizio negativo. Due esempi su tutti: Cuba e Israele.

Sarà per quel gusto un po’ retrò di rivoluzione romantica alla Che Guevara; sarà forse perché non solo la stampa comunista, ma anche quella “progressista” e “democratica” ha sempre evidenziato (giustamente) l’ingiustizia delle sanzioni economiche americane e spesso dimenticato (sbagliando) l’autoritarismo di Fidel Castro; sarà perché gli italiani volano spesso nell’isola caraibica per godere a basso prezzo delle bellezze del luogo, nel nostro Paese è molto, molto difficile sentire parole di critica sul trattamento riservato agli omosessuali (“borghesi pervertiti”) , ai credenti che resistono all’ateismo militante di Stato (“borghesi superstiziosi”), ai dissidenti politici (“borghesi nemici del popolo”). Destino diametralmente opposto quello di Israele: favoriti dalle frequenti, sciagurate scelte dei governi (soprattutto di destra) di quel Paese,  i giornalisti italiani non lesinano critiche anche quando capita che quella che è l’unica realtà democratica in medio oriente abbia qualche ragione.

Ben pochi in Italia erano informati del fatto che Guillermo Farinas, 48enne psicologo e giornalista, da quattro mesi era in sciopero della fame per ottenere dal governo cubano la  liberazione di 52 dissidenti. Le sue condizioni di salute erano ormai estremamente critiche, tanto da costringerlo al ricovero presso  l'ospedale di Santa Clara. 

Dopo 135 giorni di digiuno a oltranza  Farinas ha reagito con prudenza all'annuncio di Raul Castro di voler procedere al rilascio di 23 prigionieri malati, precisando che voleva assicurarsi che le liberazioni fossero effettive. A quanto si dice, il regime cubano, più che cedere dinanzi all’azione nonviolenta di un personaggio  certamente scomodo, ha voluto compiere un gesto umanitario ascoltando i consigli della chiesa cattolica locale, del Vaticano e del governo spagnolo.  Resta il fatto che da L’Avana sono stati resi noti i nomi di cinque detenuti che saranno liberati quanto prima e di altri sei prigionieri che saranno trasferiti in carceri più vicine al loro luogo di residenza.

"Un segnale positivo che avrebbe dovuto avvenire da tempo, ma che accogliamo con soddisfazione" sono state le parole di Hillary Clinton appena saputo della decisione di Castro, seguite dall’augurio a Farinas di rimettersi presto in salute. Gli Stati Uniti, così come altri paesi europei, si sono detti pronti ad offrire asilo politico ai dissidenti cubani.

Una buona notizia, finalmente… Speriamo che il processo di democratizzazione di Cuba diventi sempre più reale e concreto e che la nostra stampa, oltre a fare apologia, possa fornire finalmente corretti elementi di riflessione e valutazione su quello che per ora resta un regime autoritario e liberticida.

 



Domenica 11 Luglio,2010 Ore: 09:58
 
 
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